"La notte vola", e tornano gli anni Ottanta
di Ivo Germano

Riscoprire il passato che ci è appartenuto e che non si è mai dimenticato. Oppure che cercavamo ostinatamente di dimenticare, tipica riflessologia da proustiani pressappochisti di provincia. E' bastato rivedere Lei, sabato sera su Canale 5, la diva bionda della Centronia, la maturanda più mediaticamente esposta dell'anno scolastico 2001, e subito abbiamo capito che dietro alla freschezza e alla ingenuità di colonne sonore, telefilm, pubblicità degli anni Ottanta tornavamo ad essere protagonisti. La Lei in questione è la più amata dagli italiani, Lorella Cuccarini. Il programma in questione s'intitola: "La notte vola". Non certo, l'ennesima sarcofagia televisiva per audience accaldate e impigrite. Tutt'altro che la rivisitazione letargica delle canzonette d'un tempo, ma una vera e propria trasmissione didattica e ineccepibile su quel decennio che sconvolse tutto e tutti: ebbe inizio con "La Cortina di Ferro" e terminò con le mura sgretolate dell'ultimo muro. Politologie a parte, una profonda positività e una bella spontaneità sono stati gli accenti, verosimili e calzanti, di questa trasmissione. Un dolce recupero di facce, voci e spartiti rilassanti e soft in controtendenza con certa animosità, invero addomesticata e inesitante, presente nel mercato globale della protesta. Giuni Russo, voce infinita ed inconfondibile, Alan Sorrenti, un ragazzo partenopeo che fece ballare Miami prima che la conoscessimo per via di due poliziotti glamorous come Don Johnson e Rico Tabs, i New Trolls, poeti liguri delicati e intriganti come pochi. Facile dire che tutto era di plastica, a meno che non si voglia far passare David Bowie, i Simple Minds e i Roxy Music come geniali furbacchioni? Impensabile.

"La Notte vola" potrebbe servire a mostrare che prima dell'I Mac, della playstation e delle puma da calcetto, singoli artisti, pressoché dimenticati, abbiano espresso, seppure a sprazzi, un collegamento vivace e allegro, per nulla retorico e ampolloso con un immaginario che frullava colori, sapori, attese e speranze nuovissime. La celebrazione dell'esistente, non come fatuo omaggio al principio di realtà di cui sono portatori oggi i LunaPop, Paola & Chiara e quel per nulla banale Max Pezzali da Pavia, non avrebbe avuto senso senza gli stornelli postmoderni dei Righeira, la tensione liberatoria di gruppi come i Tiromancino e i Delta V, gli Afterhours e la Post-contemporary orchestra non sarebbe pienamente manifestata senza lo stile di un italiano-americano chiamato Eugenio Finardi e di un italo-carioca come Alberto Camerini, e l'intuire l'altrove quale dimensione di 'ricerca programmatica' da parte del raffinato Morgan dei Bluvertigo, non sarebbe potuto filtrare senza la meditazione polifonica dell' intelligentissimo catanese a Milano, Franco Battiato.

Tracce discografiche che sono ancora tracce di quella particolare realtà caotica che ha permeato di sè l'intero decennio degli Ottanta: per qualsiasi informazione rivolgersi agli inchiostri di Pigi Battista e di Giampiero Mughini. Oppure, visionare i programmi televisivi di Carlo Massarini e del King of the young italian music, Mister, Piergiuseppe Caporale. "La notte vola", così non sarà assimilabile ad una cena di classe vent'anni dopo. Tantomeno ad un agghiacciante Grande freddo catodico, ma semplicemente sarà una festa, un party mai pretestuoso come quelli freddi e asfittici alla moda, ma danza, voce e memoria da ravvivare.

6 luglio 2001

ivogermano@libero.it




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