Tv, prendiamola con filosofia
di Paola Liberace


Tra i teledipendenti che leggono questa rubrica, ci sarà forse qualche laureato in filosofia. A questi atipici figli del tubo catodico sarà forse capitato, una di queste mattine, dedicandosi distrattamente allo zapping, di planare su Raitre, e trovarsi di fronte ad una strana trasmissione, a metà tra Rai Educational e “Amici” della De Filippi, o meglio ancora, visto che il suo conduttore è il diretto interessato, tra “Mi manda Lubrano” e “MediaMente”. La trasmissione in oggetto, moderata appunto da Antonio Lubrano, si richiama nientepopodimenoché ad uno dei massimi pensatori della storia della filosofia occidentale, perché si intitola proprio “Tommaso”, e reca l’ambizioso sottotitolo “Il piacere di ragionare”.

Che cosa succede, dunque, tra gli spalti di “Tommaso” - dal momento che lo studio è organizzato come un teatro a gradinate, sul modello greco? Di volta in volta, due “squadre” di spettatori si dividono tra due opinioni, le due tesi discusse in ciascuna puntata, ognuna delle quali è attribuita a un grande pensatore. Ovviamente, il confronto avviene tra filosofi antichi o moderni, contemporanei o arcaici, occidentali o orientali senza ritegno: purché siano filosofi. A difendere, o meglio a spiegare le suddette tesi, due illustri professori di filosofia, interpreti del pensiero del malcapitato filosofo.

Malcapitato, sì, perché in realtà capita di scoprire che lui, il filosofo, quella tesi non l’ha mai sostenuta. Nella trasmissione di Lubrano si assiste ad un progressivo “affinamento” delle opinioni in gioco, precisate e circoscritte dalle spiegazioni dei professori: i quali però, il più delle volte, si trovano a dover fronteggiare tesi filosofiche trattate come massime da bar, approssimazioni imbarazzanti. Gli emeriti e gli ordinari in questione cercano allora di cavarsela con uno sfuggente: “Mah, il tal filosofo in realtà non ha detto proprio così…” , ma devono fare i conti con la verve partenopea di Lubrano (che arriva persino a chiedere ad uno di loro: “E’ vero che Schopenhauer - noto filosofo tedesco del secolo scorso, n.d.r. - non era bello, ma tenebroso?”). Cari teledipendenti - e nonostante questo filosofi - ecco cosa accade nell’epoca della “filosofia per tutti”, dei filosofi statunitensi che si improvvisano psicoterapeuti e della scoperta che “Platone è meglio del Prozac”. Auguriamoci che il prossimo passo non sia l’invito di Schopenhauer al Maurizio Costanzo Show, magari al posto di Gabriel Garko, e prendiamola con filosofia.

22 giugno 2001

pliberace@hotmail.com


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