Elogio di Aldo Biscardi, l’anti Fazio (Fabio)
di Mattia Hammeln


Il contropiede più rapido non poteva che venire da un giornalista sportivo, guru del calcio da bar, abile a incollare da ventuno anni - come cita la sigla della sua trasmissione - gli sportivi in pantofole al Processo. Biscardi Aldo, il simpatico deus ex machina del ballatoio calcistico del lunedì, il giornalista capace di inchiodare al video “milioni e milioni di telespettatori” sul fatidico quesito “Baggio o Del Piero?” ha battuto tutti, mostrandosi ancora una volta il più lesto.

Il contropiede parte lunedì 18, poche ore dopo lo scatto di Montella che consegna alla Roma giallorossa lo scudetto. In bilico sulla poltrona di Telemontecarlo, che in attesa di bloccare il logo definitivamente su La7 fa sapere di non volerne sentir parlare di sport e calcio nei propri palinsesti, Biscardi invita a festeggiare lo scudetto un romanista doc. Gente di spettacolo? Vecchie glorie di Trigoria? No. Il prescelto è il neo ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, uno che forse potrebbe aiutare il nostro conduttore a trasmigrare da La7 orfana dello sport ad altro lido.

Non c’è malizia in questa osservazione. Anche perché Biscardi è un maestro vero del giornalismo televisivo e non avrebbe alcuna difficoltà a trovare contratti vantaggiosi altrove, anche senza l’aiuto del neo ministro. Nell’encefalogramma piatto dell’audience di Tmc, il Processo è stato l’unico segnale di vita, l’unica prova dell’esistenza dell’emittente di Cecchi Gori. Ma adesso si volta pagina. I nuovi dirigenti hanno altri grilli per la testa, anche se a valutare gli obiettivi d’ascolto (il 5 per cento complessivo) si dovrebbe parlare di grillini. L’idea è quella di realizzare una tv elegante, di salotto, di nicchia direbbe Balasso. Un numero selezionato di vip del bel parlare, trasmissioni parlate, sussurrate ma non gridate, tutto il contrario del gran casino che Biscardi imbastiva ogni lunedì sera. Mister Dengiu, però, in due puntate ha messo in video le sue cartucce politiche: prima Andreotti, poi Gasparri. Il vecchio e il nuovo potere (il senatore a vita ci perdoni) sotto l’ala del bandierone giallorosso. Porterà il suo fiuto altrove, assieme ai caciaroni del suo studio e a una buona fetta di telespettatori. Con la speranza che Fabio Fazio, quello che parla di sport in modo figo, li sappia rimpiazzare.

22 giugno 2001


stampa l'articolo