Voilà La7. Parte la sfida contro il duopolio
di Ivo Germano


Cucu? Settete. Sarà il 24 maggio l’election day televisivo per La7 che per motivi e obblighi di zapping prenderà il nome - e in questo caso il luogo - da dove si appoggiano le dita della mano dello spettatore nazionale, scivolando alla ricerca del consueto e dell’inconsueto. Aldilà del dato storico, forse cronachistico, della fine del duopolio Rai-Mediaset nasce, dunque, il terzo polo televisivo. Come ad ogni festa vi è incertezza su quale abito indossare o morettianamente domandarsi se andare, facendo un salto per poi uscire immediatamente, o se, preferibilmente, mettersi in un cantuccio e osservare gli altri. Si ragiona così sulla natura più o meno angelica dello spettatore mediatico italiano. Quell’esempio di medianità istituzionale, politica e in ultima analisi televisiva che è stato allevato negli ultimi anni a corpose dosi di fiction, prime Tv e dibattiti.

Missione bipartisan, allora. Una televisione, La7, che cerca il nuovo mercato con facce, palinsesti, share appetibili per un pubblico tra i 15 e35 anni, mediamente non garantito, parte dell’universo internauta, scisso tra la vita in famiglia e un avvenire professionale ansioso e di difficile gratificazione. Tanto per intenderci quei ragazzi che hanno abitato le due narrazioni filmiche più importanti degli ultimi anni: Radio Freccia, del pellerossa emiliano Luciano Ligabue, e L’ultimo bacio, del consolidato regista dall’anima sintonizzata con questi tempi, Gabriele Muccino.

E’ a questi ragazzi che forse stanno pensando Giovanni e Mauri, nel senso di un apparente pubblico di nicchia, visto l’attuale potenziale del 2 per cento di share della Telemontecarlo di Vittorio Cecchi Gori e la copertura attuale del 75 per cento del territorio italiano, ma che in realtà appaiono nella mobilità assoluta delle scelte, specialmente se bizzarre ed eterodosse. La squadra in verità non è male: l’elefantino Giuliano Ferrara, allineato tra i non allineati de La7, Gad Lerner, che si occuperà di news, la iena ex fornaio Fabio Volo e Fabio Fazio, ala del revival remoto dell’anima e motore dei palinsesti di Rai 2. La provincia e l’èlite, la realtà dei ragazzi e delle ragazze italiani e una Tv senza film e fiction e soprattutto, come pare, senza lo sport. L’impianto è simile a quello che fu della Repubblica, prodotto per pochi che si rivolge a molti, frammento dell’informazione che si apre al mondo digitale e on line, a chi fa le file all’Ikea e s’attarda piacevolmente nei bookstore disegnati da architetti provetti o si intrattiene nei sushibar sfoggiando l’ultimo modello di scarpa hogan e discutendo di quale meta - in compagnia o in solitario - scegliere “pour le grands vacances”.

Ecco La7, una nuova presenza nel palinsesto che con vena bipartisan e annoverando alcuni tra i migliori professionisti della comunicazione tenterà di contro-programmare qualcosa rispetto al canone generalista italiano. Spettatori complici? Attendiamo la gran serata del 24, diffidando dall’indossare abbigliamento sportivo.

15 giugno 2001

ivogermano@libero.it


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