Il film. Una pellicola nata vecchia
di Ivo Germano


Nato vecchio, visto vecchio. Christian Bale, protagonista e interprete di American psycho impersona un narciso ventisettenne che nel 1987 - sai la novità - era yuppie in America. E chi se li ricorda più gli yuppies, dopo il grunge dopo i cyberpunk e dopo tutte le ribalte giovanili che chiamiamo mode! Questo è American psycho, diario di seduttore, horror e splatter ad uso e consumo, pur con tutta la serietà e il rispetto possibili al mondo, dei pazienti dei costosissimi analisti di Tribeca e West Manhattan. Perché, in verità, American psycho era in principio un best seller, anzi, il best seller di quella corrente minimalista che anticipò nei libri quello che è l'Ikea per l'arredamento: riempimento del vuoto, attenzione certosina solo per il proprio corpo. La mente, quello che per gli antichi era l'anima, è il solito visto-rivisto-stravisto minestrone di cinismo e arroganza, di freddezza e decadenza alla moda.

La sola cosa che si ricorda del film è una stupenda scrivania nell'ufficio di Wall Street del protagonista (e te pareva…). Manca proprio tutto. Anzi, non manca niente: e cioè tavoli prenotati in discoteche meravigliose, lussuosi ristoranti per clientele esclusivamente bulimiche e anoressiche, simbolo di una gioventù né bruciata né beata ma protesa paranoicamente al principio di concorrenza. Non a caso la scena che salviamo di quest'inutile film è il sentimento di odio e di acrimonia del protagonista quando un suo collega ha la cattiva idea di mostrargli un biglietto da visita più elegante del suo… così elegante da meritarsi di essere scannato e amputato, in compagnia di alcune Lulu metropolitane.

Oltre che vecchio, anche retorico come di taglia umbertina, rococò come i finti mobili dei mercatini di provincia. Altro che minimalismo, qui è proprio anonimato. Che di un film si ricordi un tavolo, un biglietto da visita e un'immancabile limousine, specialmente di un film tratto da un libro, significa che ha forza di cercare gli effetti speciali e significati altri non si va al cinema ma in una sorta di ufficio per donatori del sangue. Vi risparmio i luoghi comuni post-freudiani e la virtuosa trama psicoanalitica. Per questo si rimanda alla lettura di qualsiasi saggio di James Hillmann. Per i cinefili molto meglio Dario Argento. Suspiria, Profondo rosso e Inferno, già molto meglio!

8 giugno 2001

ivogermano@libero.it

American Psycho. Thriller. Usa. 2000. Regia di Mary Harron. Cast: Christian Bale, Willem Dafoe, Jared Leto, Rheese Witherspoon, Chloe Sevigny. Distribuzione: Filmauro. Durata: 104'.




 




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