Made in Italy. Esportar cantando
di Giuseppe Pennisi
E se provassimo a “esportar cantando” come veicolo per
rilanciare il “made in Italy” ed il “made by Italy” sui mercati
internazionali? “Recitar cantando” – ricordiamolo – è stato il
motto con il quale circa mezzo millennio orsono la camerata
fiorentina ha dato vita a quella musa bizzarra e altera che è
l’opera lirica. Se ci si rivolgesse all’opera lirica per dare
impulso al “made by Italy” ed al “made in Italy”? Le cifre Istat
e Ice parlano chiaro: stiamo perdendo quote di mercato sia nelle
nostre linee tradizionali (abbigliamento, moda, mobilio) sia in
quelle che solo qualche anno fa sembravano novità piene di
speranza (l’elettronica). Il modello econometrico Ice-Prometeia
sostiene che c’è poco da stare allegri. Un nuovo strumento
econometrico, sviluppato dal dipartimento metodi quantitativi
per le scelte pubbliche dell’Università di Roma La Sapienza
giunge a conclusioni ancora meno liete: l’apprezzamento
dell’euro penalizza il nostro export più di quanto non colpisca
i nostri partner dell’unione monetaria.
Ed allora perché non tentare con la lirica? Pochi sanno che il
30% degli abbonati al mensile “L’Opera” (un periodico in lingua
italiana) è all’estero. E che la metà del 30% è in Estremo
Oriente, specialmente in Corea e Giappone. Ho appena seguito
parte della tournée del Lirico Sperimentale in Giappone. Una
tournée che si differenzia da altri viaggi nel Sol Levante di
grandi compagnie liriche italiane (recenti quelle della Scala,
del Massimo Bellini e della Fenice) perché non porta la musica
italiana in poche grandi città (essenzialmente Tokio). Dal 30
dicembre 2003 al 21 gennaio 2004, il Lirico Sperimentale conduce
“La Traviata “ di Verdi nel fortunato allestimento presentato
nella scorsa stagione al Teatro Nuovo di Spoleto (Direttore Vito
Clemente, regia Paolo Baiocco, scene di Nicola Benois) non solo
tra i grattacieli di Tokyo e di Osaka ma in tutti i maggiori
capoluoghi provinciali grazie ad un’iniziativa promossa da un
impresario privato giapponese (la Konzerthaus), alla
collaborazione della Regione dell’Umbria e del Comune di Spoleto
ed all’alto patronato del presidente della Repubblica e
dell’Ice.
Sono partiti 120 artisti e tecnici per 15 recite – nei ruoli
principali si alternano tre cast – sia nelle grandi città (ad
Osaka al “Festival Hall” il 3 gennaio; a Tokyo al “Bunka Kaikan
Teather” il 10 e 11 gennaio, a Nakano allo “Zero Hall” il 15
gennaio, a Sapporo all’ “Hokkaido Kosei” il 18 gennaio, a Nagoya
all’“Aichi Prefectural Art Theater” il 20 gennaio), sia in
capoluoghi di provincia (Fukuoka, Hiroshima, Kitakyushu,
Takasaki, Matsudo, Morioka). Ho seguito le prime otto
rappresentazioni in teatri tutti di grandi dimensioni (dai 2000
ai 3000 posti circa) e tutti affollatissimi, nonostante gli alti
prezzi dei biglietti (quelli dei primi posti variano dai 170 ai
220 euro). Un successo enorme – con applausi dai 12 ai 20 minuti
al termine di ciascuna rappresentazione – sia del “made by
Italy” (l’allestimento di “Traviata”) sia del “made in Italy”,
come indicato, tra l’altro, dall’abbigliamento e dagli accessori
(borse, scarpe) degli spettatori accorsi allo spettacolo.
Ottima l’idea tra l’altro di aver chiamato nei ruoli principali,
in due delle recite, una “diva” come Dimitra Thedossiou nota in
Giappone e di grande richiamo accanto a giovani cantanti
all’inizio della carriera quali Monica Colonna, Tiziana Ducati,
Masha Carrera, Tullia Mancinelli, Massimiliano Tonsini , Juan
Gambina, Oliviero Giorgiutti e Rodrigo Esteves, e David Sotgiu.
Tutti molto bravi: l’applausometro ha premiato soprattutto
Colonna, Carrera, Tondini e Esteves. Infine, l’Otlis, Orchestra
del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto; nasce dai corsi di
alta formazione organizzati in collaborazione con Regione
dell’Umbria e Fondo Sociale Europeo ed è composta principalmente
da giovani sui 25 anni, integrati da dieci “prime parti”.
Guidata da Vito Clemente fornisce una lettura struggente,
dilatando alcuni tempi, della partitura.
L’iniziativa nasce dai concorsi internazionali per giovani
cantanti che si tengono a Spoleto ormai da circa 60 anni,
dall’interesse che hanno suscitato prima tra i musicologici e
poi tra gli impresari giapponesi ed in due visite iniziali nel
Sol Levante, con una serie di concerti vocali e con due
intermezzi settecenteschi (La Serva Padrona di.G.B.Pergolesi e
Il Giocatore di L. Cherubini). Prospettive? “Nozze di Figaro” è
già in programma in una dozzina di teatri in giugno e si
delineano proposte interessanti anche per il 2005 e per il 2006.
Sono probabilmente uno degli investimenti più redditizi per
l’internazionalizzazione dell’azienda Italia.
16 gennaio 2004
gi.pennisi@agora.it
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