Energia: le nuove sfide dell'Italia
di Domenico Mennitti
La Fondazione che ho l'onore di presiedere è nata con il compito
di dotare il nostro paese di una struttura di ricerca e di analisi
formalmente indipendente da qualsiasi forza politica, ma al tempo
stesso fortemente impegnata sul terreno della cultura politica.
Fra le prime iniziative deliberate abbiamo istituito un forum di
discussione che, con scadenza periodica, pone a confronto sulle
questioni chiave della politica e dell'economia studiosi, uomini
politici, operatori economici, esponenti del mondo sindacale ed
associativo, rappresentanti delle istituzioni, italiani e
stranieri. Il forum organizzato a Bari oggi e domani ha per tema
"Una politica energetica per l'Italia: ambiente, gestione delle
risorse, competenze amministrative": i riflettori sono puntati sul
nostro paese, nella consapevolezza che il fenomeno ha dimensioni
globali e si è andato caricando di tensioni nel corso dell'ultimo
anno. Se, infatti, nei primi mesi successivi agli attentati alle
Torri di New York la crisi politica internazionale è stata
accortamente gestita in modo da non provocare effetti devastanti
sul mercato mondiale dell'energia, la svolta americana che
ipotizza la guerra preventiva contro l'Irak coinvolge uno dei più
importanti paesi produttori di petrolio. La decisione - non
dichiarata, ma perseguita - di tenere il petrolio fuori dalla
guerra rischia di essere travolta. Il risultato è che sono di
nuovo in discussione gli equilibri che, dopo la prima fase della
reazione al terrorismo, si erano costituiti con il ritorno della
Russia ad un importante ruolo internazionale.
In questo quadro emerge più chiaramente la debolezza strutturale
dell'Italia che, disponendo di una industria prevalentemente di
trasformazione, deve considerare l'energia uno dei fattori primari
della produzione e della formazione dei costi: l'esposizione
diventa elevata sul fronte della sicurezza degli
approvvigionamenti e del prezzo del greggio. E' urgente perciò
tracciare un quadro preciso delle condizioni del paese, che
denunzia ritardi nella capacità di produzione, nella
diversificazione delle fonti, nella gestione delle competenze
amministrative, nella tutela dell'ambiente. Il confronto fra
studiosi, operatori e uomini del governo fa prevedere un dibattito
serrato ed anche la possibilità che si raggiungano interessanti
punti di sintesi. E' opportuno che si discuta, perché per anni in
Italia ognuno ha proceduto per la propria strada senza che fossero
chiari gli obiettivi d'interesse generale. Dobbiamo in primo luogo
chiederci se ha ancora un senso parlare di politica pubblica
dell'energia per definire i ruoli che debbono avere in questo
settore lo Stato ed il mercato. A noi sembra impossibile
rinunciare ad una politica nazionale dell'energia, pur
sottolineando che essa deve essere coerente con la politica
dell'Unione Europea ed inserita nel quadro globale.
La realtà mondiale con cui l'Italia deve confrontarsi è complessa,
perché in essa si mescolano tendenze nuove ed atteggiamenti
tradizionali, rispetto ai quali la classe dirigente del nostro
paese deve compiere scelte operative, concrete ed immediate. E,
per assumerle, non è sufficiente il richiamo generico e quasi
unanime al pensiero economico liberale. Gli eventi contraddittori
che hanno caratterizzato il dibattito europeo sino all'intesa
parziale raggiunta a Barcellona a metà dello scorso mese di marzo,
dimostra la complessità dei problemi con i quali i convegnisti
dovranno misurarsi. E ugualmente parziali sono le risposte che
contiene il protocollo faticosamente sottoscritto a Johannesburg a
fine estate.
Infine ha un significato la scelta della sede. La Puglia è una
regione strategica oggi in Italia per la produzione di energia e
reclama perciò una rigorosa tutela dell'ambiente. Se questo è il
settore nel quale più si è praticato il potere di veto tra gli
enti competenti, sino a vanificare il principio della tempestività
e della certezza delle decisioni, occorre anche obiettivamente
segnalare che talvolta la salute dei cittadini è stata esposta a
gravi pericoli per valutazioni approssimate dei rischi o per
insufficienza di controlli sui sistemi di sicurezza. La Fondazione
Ideazione ha inteso realizzare a Bari uno spazio di dibattito su
uno dei temi centrali dello sviluppo; l'augurio è che l'occasione
produca, anche per l'intervento di qualificati esponenti del
governo, qualche apprezzabile risultato concreto. L'energia è un
elemento fondamentale, la cui gestione richiede un impegno civile,
di responsabilità e di conoscenza.
26 settembre 2002
domenico@mennitti.it
(dalla
Gazzetta del Mezzogiorno,
26
settembre 2002)
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