Se il vizio paga in Borsa
di Cristina Missiroli
Non importa quanto male vada l'economia, la gente continuerà a
bere, fumare, giocare d'azzardo. Insomma, continuerà a coltivare i
suoi vizi. La teoria potrà essere poco buonista, di certo è meno
strampalata di quel che sembra. Tanto che Dan Ahrens ha deciso di
scommetterci su e di creare il primo "vice fund", il fondo
d'investimento del vizio. "Chi vuole investire in fondi etici per
garantirsi sonni sereni - ha detto Ahrens che fuma, beve alcolici
e non rinuncia al Black jack - fa bene a farlo. Ma io non penso
che un investimento debba essere una dichiarazione politica. Si
dovrebbe investire soltanto per far soldi". Questa risposta
anti-buonista ai fondi etici arriva dal Texas. E' infatti partito
recentemente proprio da Dallas, negli Stati Uniti, questo primo
fondo del Vizio che focalizza i propri investimenti su attività
"socialmente irresponsabili". Punta su società che producono
sigarette, bevande alcoliche e armi o che gestiscono casinò,
all'insegna del motto: "quando è buono, è molto, molto buono, ma
quando è cattivo è meglio".
Finora si tratta dell'unico fondo del genere, mentre l'offerta
pullula di ben 150 i fondi 'etici' (che hanno ricevuto grandi
flussi di investimenti nella prima metà del 2002) e oltre 8.000 i
fondi tradizionali. Dalla sua parte poi, Ahrens ha tirato persino
Abraham Lincoln. Nella home page del sito che promuove il neonato
fondo (www.vicefund.com/) spicca una citazione del padre della
patria: "E' mia esperienza personale che la gente che non ha vizi,
ha anche molte poche virtù". Morale: malgrado il Vice fund sia al
momento disponibile solo negli Stati Uniti d'America si sono
mostrati interessati anche investitori europei e canadesi.
Allettati dal prospetto informativo che fa abilmente notare come
"chi avesse puntato sui settori aerospaziale e della difesa, sul
alcool, sul tabacco e sul gioco d'azzardo avrebbe ottenuto
performance superiori a quelli dell'indice Standard and Poor's su
periodi di 1-3-5 anni".
Già perché anche la difesa è uno dei settori in cui Ahrens intende
investire. Perché, spiega: "Sebbene non sia propriamente un vizio,
molta gente in realtà pensa che le armi lo siano". E poi, in
fondo, il fatto di aver inserito questo genere di industrie nel
fondo dipende soprattutto dal fatto che queste stesse vengono
generalmente escluse da quelli etici. Oltre che dalla previsione
di ottime performance nell'immediato futuro. Tra le società che il
vice fund metterà in portafoglio ci sono gruppi come Philip Morris
e American Tobacco (tabacco), Anheuser Busch (birra), Brown-Forman
(alcoolici), Harrahs Entertainment e MGM Grand (gioco d'azzardo).
E a chi gli chiede conto del suo impegno socialmente responsabile,
Ahrens risponde che "il prospetto informativo è stampato su carta
riciclata".
13 settembre 2002
missiroli@l'opinione.it
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