Le proposte italiane per sbloccare l'impasse
di Pietro Lunardi


Pubblichiamo l'audizione del ministro Pietro Lunardi presso la commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo del parlamento europeo, tenuta a Bruxelles il 10 settembre 2002 sul tema degli ecopunti e dei valichi alpini.

On.le Presidente, On.li membri del Parlamento, signore e signori, desidero anzitutto ringraziare la presidenza ed i membri della Commissione per avermi invitato, insieme ai colleghi di Austria e Germania, a fare conoscere la nostra posizione in merito al problema degli "ecopunti" e alla politica dei valichi alpini. Sappiamo tutti che Il sistema che attualmente regola l'attraversamento su strada dell'Austria è basato su diritti di transito, detti ecopunti, necessari ai veicoli pesanti comunitari per l'attraversamento del territorio austriaco. Tale sistema, che limita fortemente il principio comunitario della libera circolazione delle merci, è una eredità del passato, quando l'Austria non era ancora un paese membro della Comunità, e stipulò un accordo con la Comunità Europea con l'obiettivo esplicito di tutelare l'ambiente alpino mediante un programma di riduzione progressiva delle emissioni totali di ossido di azoto degli autocarri in transito fino a giungere ad un abbattimento del 60% dei valori registrati nel 1991. Il programma copriva un arco temporale che andava dal gennaio 1992 al dicembre 2003.

Successivamente, con l'adesione dell'Austria all'Unione Europea, il programma fu mantenuto come regime transitorio previsto dall'art. 11 del protocollo nr.9 allegato al Trattato di adesione con la chiara previsione che esso terminerà nel 2003 quando si applicherà integralmente l'acquis comunitario. E questo è il primo punto che vorrei sottolineare: con il 31 dicembre 2003 il sistema degli ecopunti, ed il relativo programma per la riduzione progressiva delle emissioni di ossido d'azoto verrà a cessare come previsto dall'art. 11.5 del Protocollo 9 allegato al Trattato di adesione dell'Austria alla UE. Si tratta di norma primaria, di pari dignità a quella del Trattato di Roma, e non è possibile modificarla con una decisione o un atto di rango inferiore. Se quindi l'obiettivo della proposta della Commissione è quello di perpetuare il sistema degli ecopunti previsti dal Trattato come misura provvisoria, in tal caso la nostra posizione è negativa.

Libera circolazione e tutela dell'ambiente alpino

Un problema diverso è quello di esaminare e concordare dei regimi alternativi a quello degli ecopunti - ormai definitivamente scaduto - che coniughino insieme i principi della libera circolazione all'interno della Comunità e la tutela dell'ambiente alpino. Su questa via, l'Italia ha già dato la sua disponibilità aprendo la porta ad iniziative per la costruzione di nuove linee ferrate, ed a politiche per migliorarne il prodotto ed incentivarne l'uso, come avrò modo di spiegare più tardi. La nostra idea è che si debba approfittare delle esperienze del passato per trarne insegnamento. Dobbiamo quindi registrare che, grazie alla cooperazione delle imprese di autotrasporto che hanno quasi interamente rinnovato le loro flotte con camion meno inquinanti, l'operazione di ridurre l'inquinamento del 60% ha avuto un grande successo e, secondo i calcoli dei nostri uffici, è molto probabile che l'obiettivo sarà conseguito già nel 2002, in anticipo rispetto al previsto. L'obiettivo era la tutela dell'ambiente e in questo senso è stato un successo. D'altra parte non si può non riconoscere che Il sistema ha introdotto una deroga, provvisoria ma pesante, al principio della libera circolazione delle merci, che penalizza in particolare l'Italia in quanto paese collocato a sud dell'arco alpino, barriera naturale che rappresenta un passaggio obbligato per tutti i traffici che l'Italia stessa intrattiene con gli altri paesi collocati al di là delle Alpi.

Peraltro il sistema ha generato ulteriori effetti perversi, in contraddizione addirittura con il fine specifico della tutela dell'ambiente. Alludo alla clausola cosiddetta "del 108%", in base alla quale, ove si superi dell'8% il numero dei transiti teoricamente fissato per l'anno 1991, scatta una forte penalizzazione, che riduce gli ecopunti da assegnare in modo più che proporzionale rispetto alla riduzione dell'inquinamento ottenuto migliorando la flotta. Pertanto si ha la conseguenza paradossale che l'investimento in veicoli più rispettosi dell'ambiente comporta la riduzione della capacità di trasporto. La normativa vigente, fino a tutto il 2003, ha garantito all'Austria il godimento di un diritto speciale, "unicum" nell'UE, che tale paese vorrebbe prorogato oltre la sua data di naturale scadenza; ma il cui avverarsi perpetuerebbe un trattamento di particolare favore per la stessa Austria e cagionerebbe effetti pregiudizievoli per "l' Italia". Gli effetti economici sull'economia nazionale del sistema in questioni sono stati profondamente negativi. La regolamentazione, rappresentando un contingentamento dei transiti in Austria, ha creato profonde difficoltà ai traffici nazionali e aggiungendosi a varie altre limitazioni alla circolazione dei mezzi pesanti vigenti su altri valichi alpini ha aggravato i costi del trasporto italiano e quindi penalizzato l'economia nazionale.

Lo studio intitolato "Valichi alpini e competitività delle merci italiane: una stima dei recenti costi per il sistema paese", edito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali, giugno 2002 ha dimostrato in modo chiaro le conseguenze degli intralci esistenti per l'attraversamento delle Alpi. Tale studio è stato già trasmesso alle Autorità comunitarie tramite la Rappresentanza diplomatica italiana presso l'UE. In esso si evidenzia in particolare l'impatto gravemente negativo che ha portato alla diminuzione per l'Italia dell'interscambio commerciale, con danni globali che dal 1999, anno di chiusura della galleria del Monte Bianco, al primo trimestre del 2002 ammontano a non meno di 3000 milioni di euro. Di essi, i maggiori costi per l'autotrasporto sono calcolabili in 1000/1200 milioni di euro. I restanti 2000 milioni di euro circa rappresentano una stima prudenziale delle minori esportazioni italiane nei confronti degli altri paesi. Ai due mesi di chiusura della Galleria del San Gottardo è corrisposto invece un costo aggiuntivo per il trasporto di 39 milioni di euro. In tale situazione di penalizzazione dell'economia italiana per la mancata applicazione del principio di libero transito, l'Italia non è in condizioni di accettare la proposta di Regolamento della Commissione Europea nella sua attuale versione.

Prospettive e ipotesi per il 2004

Il ritorno all'applicazione del "diritto generale" dei trasporti e del principio della libera circolazione delle merci anche per l'attraversamento dell'Austria, per quanto sopra detto, costituisce un principio irrinunciabile. Tenuto però conto delle indicazioni politiche del Vertice di Laeken, siamo pronti ad esaminare una ipotesi di regolamentazione del transito temporalmente limitata che coniughi il rispetto dell'ambiente con le insopprimibili esigenze dei traffici. Tale ipotesi potrebbe essere configurata come segue: il sistema degli ecopunti cessa al 31 dicembre2003; un eventuale contingentamento dei transiti attraverso l'Austria potrà riferirsi, come misura eccezionale e transitoria, al solo anno 2004, senza alcuna possibilità di proroga o condizionamento; poiché l'obiettivo è quello della tutela dell'ambiente, è necessario incentivare l'uso dei camion meno inquinanti. Pertanto il contingentamento non dovrà applicarsi ai veicoli appartenenti alla categoria "euro 3" o comunque alla fascia meno inquinante, mentre si applicherà ai veicoli "euro 2", "euro 1", "euro 0" o più inquinanti. L'applicazione dovrà riferirsi ai transiti in territorio austriaco, sia nelle direttrici nord-sud, che in quelle est-ovest. Sempre per incentivare l'uso dei mezzi meno inquinanti, la tariffazione per l'uso delle infrastrutture dovrà essere modulata secondo il principio "chi più inquina più paga". Inoltre, conformemente alle indicazioni del libro bianco della Commissione Europea, la tariffazione per l'uso delle infrastrutture autostradali - da configurarsi in modo proporzionale ma non discriminatorio fra le varie categorie di utenza e veicoli - dovrà contenere elementi per consentire il finanziamento incrociato delle infrastrutture ferroviarie notoriamente meno inquinanti.

Le misure citate, favorirebbero certamente la salvaguardia delle condizioni ambientali perché invoglierebbero al miglioramento del parco veicoli in circolazione (in specie in virtù dell'esclusione dal contingentamento dei veicoli euro 3 e della modulazione degli importi tariffari ). Contemporaneamente, sul versante ferroviario, considerato che già lo stesso protocollo n. 9, nella sua parte seconda, prevede l'adozione e il coordinamento stretto delle misure necessarie allo sviluppo e alla promozione del trasporto ferroviario e combinato per il trasporto di merci attraverso le Alpi, si dovrebbe: trovare ogni soluzione per assicurare incrementi garantiti della capacità ferroviaria, che porti ad un'offerta di servizi qualitativamente ed economicamente accettabili; garantire primariamente una migliore efficienza e qualità del servizio offerto sulla cosiddetta autostrada viaggiante.

La proposta italiana

In questo quadro è necessario che l'Austria assuma in modo specifico l'impegno di: confermare la priorità assoluta della costruzione della galleria ferroviaria di base del Brennero, che nell'ultimo piano Generale dei Trasporti è stata rinviata a data da definire , comunque dopo il 2021, mentre sono state anticipati gli interventi a favore di altre direttrici. Eliminare le strozzature esistenti sulle linee ferroviarie in territorio austriaco; concordare con gli altri paesi alpini confinanti un sistema di finanziamento incrociato delle infrastrutture ferroviarie in modo che tutta l'utenza stradale, in proporzione della sua capacità inquinante, contribuisca alla realizzazione delle nuove ferrovie. In sintesi la proposta italiana si articola come segue: più infrastrutture ferroviarie, e particolarmente la costruzione dei nuovi tunnel e la rimozione dei colli di bottiglia; servizi ferroviari più competitivi, con livelli qualitativi comparabili al trasporto stradale; finanziamento incrociato strada ferrovia mediante una addizionale ai pedaggi autostradali di tutta l'utenza del bacino; istituzione di un sistema di pedaggi che disincentivi l'uso dei camion più inquinanti; istituzione, su base transitoria ed eccezionale, e cioè per un anno, di un regime di contingenti per per i camion più inquinanti e cioè per gli euro 0, 1, 2. Ma deve essere chiaro che questa è una concessione non rinnovabile.

Sostegno al trasporto combinato

Per valutare la proposta italiana forse è opportuno attirare l'attenzione del Parlamento europeo sugli elementi che compongono il problema Alpi ed a cui ho già accennato in parte: l'Italia è l'unico paese che è interamente coinvolto da tutte le problematiche alpine e per giunta da una posizione scomoda perché il transito delle Alpi, per le nostre imprese, è la condizione indispensabile per comunicare con gran parte del resto d'Europa. Per tale ragione siamo impegnati finanziariamente e operativamente in modo globale alla soluzione del problema: solo per la soluzione dell'attraversamento ferroviario delle Alpi è previsto un costo di 11.946 milioni di euro. L'Italia ha già stanziato nella legge obiettivo e in precedenti sranziamenti 12.929,3 milioni di euro. E' una cifra che va oltre le nostre possibilità ma stiamo facendo il massimo sacrificio perchè il problema delle Alpi, per noi, è il problema dell'Europa, il problema di come stare in Europa facendoci carico dei problemi dell'ambiente e dello sviluppo senza discriminazioni fra chi sta a Nord o a Sud delle Alpi.

Per questo è indispensabile che tutti i paesi alpini accettino il principio della solidarietà e del finanziamento incrociato delle infrastrutture di trasporto. Secondo i calcoli del Brenner Base Tunnel (BBT) e cioè del Gruppo Europeo di Interesse Economico composto dalle ferrovie italiane e da quelle austriache, sarebbero solo sufficienti pochi centesimi di euro per ogni vettura e per ogni camion che circola nel bacino di adduzione che porta all'area alpina per recuperare integralmente il costo delle infrastrutture, compreso il costo finanziario. Dalle prime simulazioni - ancora tutte da discutere - emerge che un supplemento medio pedaggio di 2 o 3 centesimi di euro per autovettura/Km e di 7,5 - 10 centesimi di euro per camion/Km potrebbe coprire l'intero costo della nuova galleria di base. I miei uffici mi dicono che è possibile scendere anche al di sotto di tali cifre. Saremmo lieti se il governo austriaco, di cui peraltro comprendiamo i problemi, condividesse con noi e con la Commissione Europea questo itinerario accettando, a fatti e non solo a parole, l'applicazione dei principi e criteri precedentemente enunciati.

13 settembre 2002


 

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