Salvate il cane Adolf
di Barbara Mennitti

Poche chiacchiere: la Germania è un paese serio. Non come l’Italia tutta bla bla bla e tarallucci e vino. In Germania le leggi sono leggi, non si scherza, e nessuno può permettersi di violarle. Nemmeno un cane. Perché la storia è proprio questa: a Berlino c’è un cane che risponde all’inquietante nome di Adolf. Per la verità non si tratta di un pittbull o di un rotweiler o almeno di un alano, come verrebbe da pensare, ma di un semplice bastardino sale e pepe dall’aspetto per niente feroce, con buona pace delle teorie sulla purezza della razza. E questo è già abbastanza imbarazzante, ma non è ancora niente. Il cane è stato visto fare il saluto hitleriano, zampa destra alzata, ad una donna di colore e ad alcuni visitatori ebrei (ma come li avrà riconosciuti?) vicino ad un grande magazzino della capitale tedesca. E con questo la misura è davvero colma: ma come si permette un cane, per giunta bastardo, di agitare impunemente i fantasmi di un passato sempre troppo ingombrante, che per decenni la coscienza collettiva tedesca si è affannata a dimenticare, seppellendolo sotto strati di buonismo, ecologismo, esterofilia, anti militarismo, pacifismo e altre svariate bontà? Bisogna correre ai ripari, devono aver pensato indignati i vicini di casa che sono corsi a denunciare il cane Adolf e il suo padrone, in onore ad una vecchia tradizione nazionale: la delazione.

Subito la sagace polizia tedesca si è messa all’opera e ha scoperto: che il cane Adolf dorme in una cuccia con la scritta “Adolf” sull’entrata (terribile!); che il suo padrone, l’attempato bavarese Roland Thein, sfoggia un paio di baffetti alla Hitler (anche se per l’incanutimento del proprietario, bisogna ammettere che l’effetto non è lo stesso); che il padrone Roland è stato udito gridare spavaldamente “Sieg Heil” davanti a una stazione di polizia di Berlino; che sempre il suddetto padrone Roland è stato visto aggirarsi per un mercato cittadino con indosso una maglietta con stampa del Führer, gridando “Heil Hitler”. E non è tutto, per niente intimorito da tutto questo clamore, anzi, sfacciatamente divertito, il padrone Roland, in tenuta para (o pseudo) militare, ha accolto i giornalisti nel cortile della sua casetta e, davanti ai fotografi, ha detto al suo cane: “Adolf, fammi il saluto”. Al che lo scodinzolante cane Adolf, track, ha alzato senza esitazione la zampetta destra. Reo confesso, dunque!

Davanti a tanta sfacciataggine non si può certo rimanere con le mani in mano. Per placare lo sdegno dei vicini, la macchina della giustizia tedesca si è messa inesorabilmente in moto e il padrone Roland e il cane Adolf verranno processati in settimana con l’accusa di apologia del nazismo, reato gravissimo in Germania e punito con pene estremamente severe. E dire che a noi il padrone Roland sembrava più che altro maturo per l’ospizio, tutt’al più per il centro d’igiene mentale. Il commentatore inglese Matthew Norman osserva: “Dovremmo essere grati a Herr Thein. Come ha spiegato Hitler nel Mein Kampf, invitando a non raccontare barzellette sugli ebrei, niente danneggia le cause degli estremisti come farli apparire ridicoli”. Ah, la perfida Albione!

24 ottobre 2003

bamennitti@ideazione.com

stampa l'articolo