Parigi: il sindaco "amministrativamente " corretto
di Giuseppe Sacco

Orfano degli scandali di Mitterrand e del fugone di Jospin, il socialismo francese è convinto di aver trovato, con il Sindaco di Parigi Bertrand Delanoë, un nuovo approccio, un nuovo leader, una nuova primavera, forse nientemeno che una nuova anima. Omosessuale dichiarato, e protettore di tutte le minoranze, Delanoë sta chiaramente sperimentando una sua originale, “via parigina all’eguaglianza”. Dopo aver drasticamente ristretto la fascia dei boulevards e delle avenues su cui possono circolare le auto, per riservarle a ciclisti, autobus, taxi e, naturalmente, limousines di autorità grandi e piccole, per il 2003 egli ha scelto di concentrare “il programma della municipalità sui grandi temi di una politica cittadina fondata su sulla piena ed completa integrazione delle persone portatrici di handicap”. E per mantenere questa promessa – fatta al Comune di Parigi in occasione dell’"Anno europeo delle persone con handicap", proclamato dal Consiglio dell’Unione Europea – non solo ha creato il posto di assessore per i portatori di handicap, affidandolo alla femminista Pénelope Komites, ma ha anche ha organizzato una singolare manifestazione nella piazza antistante l’Hôtel de Ville. Una manifestazione dove i parigini sono invitati a scoprire le difficoltà quotidianamente incontrate dai portatori di handicap, ed in particolare le difficoltà relative alle barriere architettoniche. 

L’esperimento – cui è stato dottamente attribuito il nome di "percorso di risveglio sensoriale” – è abbastanza bizzarro, e parte da una ricostruzione degli ostacoli normalmente presenti nelle strade cittadine per chi non è in piena efficienza fisica. Guidati da “animatori” pagati con soldi pubblici, tutti i visitatori potranno “giocare all’handicappato”, e quindi “esplorare nuove modalità di trasporto, dalla sedia a rotelle e dal bastone alle stampelle”. E l’obiettivo non è quello di restituire in qualche modo una pari capacità di fruizione della città da parte di chi deve girare in carrozzella, o col bastone bianco. L’obiettivo è tutto il contrario: quello di mettere le persone "normali" in condizioni di handicap.

Per meglio illustrare questo impegno, il Bus europeo delle persone portatrici di handicap, che sta percorrendo i quindici paesi dell’Unione, farà una sosta di 48 ore di fronte l’ Hôtel de la Ville. Verranno tenuti dei dibattiti, ci saranno delle mostre e sarà disponibile del materiale audiovisivo sugli assi portanti dell’handicap a Parigi. 

Un altro stand, pomposamente chiamato “lo spazio dei sensi”, invece, mette in evidenza le difficoltà dei ciechi (detti, in linguaggio politicamente corretto, non vedenti) o delle persone con gravi problemi visivi, invitando a riconoscere – al buio – percorsi, oggetti, suoni, ed odori familiari. Un avvenimento, questo, che vuole essere innanzitutto “pedagogico, ma anche partecipativo e festivo”, precisano all’Hôtel de la Ville. “Le barriere architettoniche sono uno dei temi fondamentali di questa politica, e l’intenzione è quella di permettere l’accesso agli spazi pubblici e la libera circolazione nella città”, spiegano al comune, che dovrà riservare al progetto un budget di 2,7 milioni di euro. Un “cantiere” che, contrariamente a quanto potrebbe far pensare il suo nome, non è destinato ad eliminare scalini, strettoie, ed altri ostacoli al movimento di chi ha problemi di deambulazione, non è destinato cioè a trasformare la città a favore delle persone con handicap, ad un’azione “contro” le persone normali.” Uno splendido esempio della teoria che l’azione pubblica deve sempre tendere non ad “aiutare chi resta indietro”, ma a livellare tutti verso il basso.

Si tratta di una politica dell’eguaglianza di tipo nuovo, e che – si può esserne certi – verrà imitato ed esteso ad altri gruppi particolari. Parigi, infatti, pullula di minoranze che, per una ragione o per l’altra, finiscono per conoscere forme di discriminazione. La più nota è quella dei beurs, i cittadini francesi di origine araba, ma poco o per niente assimilati. Di cui però – più che le iniziative “pedagogiche, ma anche partecipative e festive”del Comune di Parigi, si occupano le truppe antisommossa del ministero dell’Interno. La più numerosa di queste “minoranze discriminate”, tanto numerosa da costituire normalmente è naturalmente la maggioranza della popolazione, è invece quella costituita dalle donne, che sono assai di frequente oggetto di molestie sessuali e – in istrada – vittime di aggressioni verbali o addirittura fisiche. Eppure qualcosa ci dice che difficilmente, in un prossimo futuro, vedremo degli “animatori” pagati dall’Hotel de Ville assistere i cittadini di sesso, genere, o gusti “non femminili” in un esperimento per cui, travestiti da donna, andranno in giro per la città a sperimentare le frisson di sentire uno scaricatore delle Halles fischiarti dietro. L’esercizio, dato che bisognerebbe pagare profumatamente anche gli addetti al fischio e alle molestie sessuali, sarebbe infatti troppo costoso.

E anche per quel che riguarda un’altra importante minoranza parigina, quella dei sans papiers, assai improbabile ci sembra per il momento che vengano proposti programmi comunali per far sperimentare al parigino medio cosa significhi dormire sul pavimento di una chiesa, o esserne evacuato a forza dalla polizia. Più verosimile – coi tempi e le amministrazioni che corrono nella Ville lumière – ci appare invece che venga offerto ai parigini qualunque l’occasione di sperimentare, per una volta nella loro vita, la discriminazioni e le umiliazioni subite – come è arcinoto – dagli omosessuali. Sempre in uno spirito “pedagogico, ma anche partecipativo e festivo”, appositi “animatori comunali” (magari selezionati nei porno-shop di rue Saint Denis, a due passi dall’Hotel de Ville, e come sempre pagati con soldi pubblici), potranno perciò assistere i cittadini sconsolatamente e borghesemente “normali” ad essere pedé pour un jour. Insomma, a sperimentare una “terza via” alla francese.

9 maggio 2003

saccogi@hotmail.com
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