The days after
di Alessandro Bezzi

Dove va il mondo dopo Baghdad? Cosa è riemerso dopo un mese di esclusiva attenzione sulla guerra all’Iraq? Conclusisi gli ultimi fuochi di battaglia nell’antica terra di Mesopotamia, restituita agli iracheni una libertà difficile ma da costruire con ottimismo e speranza, il mondo si ripresenta con le sue mille facce. Ci è sembrato opportuno, dopo tanti numeri speciali dedicati al conflitto e dopo quello pasquale dedicato alla riflessione culturale su Raymond Aron, riprendere le fila degli esteri. E proporre ai lettori una serie di punti di crisi proprio a cominciare dagli Stati Uniti dove il presidente Bush ha di fatto avviato la lunga campagna elettorale per tentare la riconferma nel 2004. Negli articoli che seguono non troverete analisi sulle prospettive ma la nuda cronaca di quanto avviene. Dall’America all’Iraq, il cui futuro prende le mosse tra le macerie e le speranze dell’ennesimo dopoguerra mentre il terrorismo rialza la testa con la strage a Ryad, in quell'Arabia Saudita divenuta paese a forte rischio per la stabilità dell'area. Da Israele alle prese con la Roadmap a Cipro dove permane la divisione dell’isola che entrerà nell’Unione Europea con l’allargamento del prossimo anno, nonostante le timide aperture di questi giorni. E a proposito dell’allargamento europeo riprendiamo dalla rivista Emporion un bell’articolo di taglio economico sulle conseguenze che esso produrrà.

Raccontiamo poi due crisi economiche che attanagliano terre tra loro geograficamente lontane: la Germania, ex locomotiva europea, che sta vivendo la più lunga e preoccupante depressione economica dalla seconda guerra mondiale e l’Argentina che, faticosamente, sta cercando di rimettere a posto i pezzi di un puzzle saltato in aria oltre un anno fa. Quindi analizzeremo la situazione cubana, precipitata dopo l’ulteriore giro di vite del regime di Castro contro gli oppositori e infine racconteremo una vicenda tutta rinchiusa nelle mura civiche di Parigi, Francia.

Piccole e grandi storie per riprendere il cammino guardando agli appuntamenti internazionali dei prossimi mesi. In Medio Oriente, oltre alla partita decisiva per la questione isreliano-palestinese, si ridisegna il Grande Gioco per costruire un nuovo equilibrio: Siria, Iran, Arabia Saudita e gli altri paesi della turbolenta regione dovranno scegliere che tipo di futuro intendono prospettare alle loro popolazioni. L’Europa si avvia alla fase conclusiva dei lavori della Convenzione che dovrà ridisegnare i contorni istituzionali e costituzionali dell’Unione a 25 membri. Il pallino del successo è anche nelle mani dell’Italia che assumerà la presidenza del semestre a partire dal mese di luglio. Nel frattempo l’Asia rischia di sprofondare in una crisi inattesa, vanificando performance economiche e progressi sociali: la vicenda della Sars, la polmonite atipica che sta mettendo in crisi paesi come la Cina e Taiwan, non è più un problema solo sanitario. Sta diventando economico e politico: gli scambi si riducono, la produzione crolla e i politici vengono accusati di aver tenuto nascosto l’entità della malattia. Ancora una volta il nodo cinese viene al pettine: l’economia si è votata al mercato ma un regime non democratico non riesce a garantire libertà e benessere per i cittadini. A cominciare dai propri.

9 maggio 2003

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