Punto militare.
Mille paracadutisti USA aprono il fronte del Nord
Circa mille
paratroopers americani della 173ª
Airborne Brigade,
partiti dalla base italiana di Ederle (Vicenza) nella notte tra
mercoledì e giovedì, hanno occupato l'aeroporto militare di
Harir, al confine settentrionale tra Iran e Iraq, in una zona
controllata dalla resistenza curda al regime di Saddam Hussein. Si apre
così, ufficialmente, il fronte del Nord, destinato ad esercitare
un'ulteriore pressione militare nei confronti delle truppe irachene
schierate a difesa di Baghdad. Nella giornata di oggi, la base aerea è
stata utilizzata per l'arrivo di unità della 1ª
divisione di Fanteria, equipaggiati con carri armati
Abrams M1A1 e veicoli da combattimento
Bradley M2A3. Oltre a rappresentare una
testa di ponte per l'arrivo delle forze destinate al fronte
settentrionale, la presenza statunitense nell'area servirà anche a
controllare i movimenti dell'esercito turco, a cui la Nato ha permesso
di costituire una fascia di sicurezza di 20 chilometri all'interno del
Kurdistan iracheno.
Sono
migliorate, intanto, le condizioni meteorologiche nei dintorni di
Baghdad, dove una fortissima tempesta di sabbia aveva ostacolato negli
ultimi giorni i movimenti delle forze alleate. Ieri, a sorpresa, una
lunga colonna di veicoli della guardia repubblicana era uscita dalla
capitale per dirigersi a sud, verso le truppe angloamericane dislocate
nei pressi di Najaf (100 chilometri a sud). Gli iracheni sono stati
attaccati dai bombardieri B-52 prima di poter entrare in contatto con le
avanguardie alleate. Ma l'operazione, anche se il Pentagono parla di
"riposizionamento difensivo", ha lasciato perplessi la maggior parte
degli analisti militari. Tanto più che una sortita simile è stata
tentata, senza maggior successo, dalle truppe irachene di Bassora, che
hanno provato a muoversi verso sud-est, verso la penisola di Al-Faw.
(a.man.)
27 marzo 2003
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