Pacifismo,
da Castro a Saddam il lungo abbraccio alle dittature

di Stefano Magni

Nel fine settimana un’ondata di pacifisti si riversa a protestare contro la possibilità di un intervento armato statunitense contro l’Irak di Saddam Hussein. Non è la prima volta che ciò accade, per cui è utile ricordare i precedenti. 1945-1949: i “partigiani per la pace” gridavano contro l’esistenza di armi nucleari, considerate, in sé, “armi orribili” o “disumane”. Allo scoppio della prima bomba sovietica le manifestazioni contro l’atomica, magicamente, scomparvero. 1950: la Corea del Nord invase, dall’oggi al domani, la Corea del Sud. Nessun pacifista fiatò. I pacifisti scesero in piazza solo quando gli Stati Uniti, dietro mandato Onu, intervennero in difesa del Sud. 1962: i sovietici installarono segretamente missili a Cuba, minacciando direttamente il territorio americano. I pacifisti non si mossero. Fu solo quando l’amministrazione Kennedy impose il blocco navale a Cuba che i pacifisti si mossero. Contro il blocco stesso. 1956-1964 il Vietnam del Nord continuò a infiltrare guerriglieri comunisti nel Vietnam del Sud, con il chiaro intento di erodere il paese per invaderlo. Il regime comunista di Hanoi si macchiò di crimini orribili, come lo sterminio “per quota” delle popolazioni dei villaggi occupati o lo sterminio fisico totale di quelle che venivano arbitrariamente classificate come “classi borghesi”, di regione in regione. I pacifisti non si mossero.

1965: quando Johnson inviò i primi contingenti combattenti americani nel Vietnam del Sud e autorizzò gli aerei a colpire obiettivi militari nel Vietnam del Nord, i pacifisti si svegliarono ovunque con le loro prime manifestazioni oceaniche, sia in Europa che negli Stati Uniti. Protestavano contro l’intervento americano. 1975: l’invasione di un paese, il Vietnam del Sud, che si compì con la conquista militare di Saigon, non destò alcuno scandalo. E i pacifisti furono ciechi di fronte alla repressione perpetuata dal regime di Hanoi, ai danni dello stesso popolo vietnamita, che mieté un milione e mezzo di vittime. 1979: i sovietici installarono missili di teatro, i famosi SS-20, puntati sulle città europee occidentali. Fra i loro bersagli risultano, documenti recenti alla mano, città quali Brema, Amburgo, Hannover, Anversa, l’intera area della Ruhr, Monaco, Vienna, Verona, Vicenza e Piacenza. Nessuno ha mosso un dito per denunciare il pericolo che incombeva sulle nostre teste. I pacifisti si svegliarono solo più tardi, per denunciare la risposta, difensiva, della Nato, l’installazione dei Pershing 2 e dei Cruise. E quella campagna pacifista coinvolse milioni di persone fino al 1983.

1975-1982: dal Libano meridionale partivano regolarmente raid missilistici e attentati contro civili inermi israeliani. Nessun pacifista si è mai mosso per protestare. 1982: quando gli israeliani decisero di farla finita con questa minaccia che incombeva su di loro da sette anni e occuparono, manu militari, il Libano meridionale, i pacifisti si sono mobilitati violentemente. 1990: l’Irak di Saddam Hussein invase il Kuwait. Nessun pacifista ha detto una sola parola sull’invasione, brutale quanto immotivata, di uno Stato sovrano che non aveva mai fatto del male a nessuno. 1991: la decisione di usare la forza per liberare il Kuwait dall’invasore iracheno, ha sollevato l’ira della piazza pacifista, con decine di migliaia di manifestanti in piazza. 1992-1995: la Serbia di Milosevic, appoggiando apertamente le milizie serbo-bosniache, perpetuò, di massacro in massacro, un’opera di pulizia etnica nella Bosnia orientale. L’artiglieria e i carri armati serbi ripulivano con la forza intere città e nella Sarajevo assediata i cecchini prendevano di mira, scientemente, donne e bambini provocare l’estinzione dell’etnia bosniaca musulmana. Nessuna mobilitazione pacifista. 1995: per fermare il massacro, la Nato incominciò a colpire le postazioni militari serbe in Bosnia. I pacifisti, magicamente, si svegliarono per protesta contro la Nato. 1998: il regime di Milosevic, già in crisi, anche per poter riaffermare militarmente il proprio potere, incominciò un’operazione di pulizia di vasta scala ai danni dei kosovari albanesi. L’esercito jugoslavo si mosse per colpire direttamente i civili nelle loro città e nei loro villaggi. Nessuna manifestazione pacifista. 1999: per fermare anche questo massacro, la Nato ha colpito obiettivi militari serbi in Serbia e nel Kossovo. I pacifisti si sono nuovamente mobilitati in massa. Contro la Nato.

14 febbraio 2003

stefano.magni@fastwebnet.it

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