Europa, l'allargamento appeso al sì irlandese
di Barbara Mennitti
Tra pochi giorni, il 19 ottobre, gli irlandesi saranno chiamati per la
seconda volta alle urne per ratificare il Trattato di Nizza, quello che
si occupa in gran parte dell'allargamento, già ratificato dagli altri
quattordici membri dell'Unione Europea e già bocciato a giugno dai
cittadini dell'isola verde. Per spingere gli indecisi verso il sì, si
stanno dispiegando le più sottili arti diplomatiche e di convincimento,
facendo scendere in campo vecchi commissari e figure carismatiche, visto
che un altro no metterebbe l'Unione Europea in una situazione
imbarazzante senza precedenti. E dalla quale non si intravede ancora una
via d'uscita, se bisogna credere alle parole del portavoce della
Commissione Ue, Jonathan Faull, che ha dichiarato che Bruxelles non ha
ancora messo a punto alcun "piano B". Anche se ha poi aggiunto che
"nessuno può dire quali potrebbero essere le conseguenze
sull'allargamento". Il che fa pensare che si stia comunque cercando un
escamotage.
Proprio qualche giorno fa, il 9 ottobre durante la sessione plenaria del
Parlamento europeo, è stato dato informalmente il via libera
all'ingresso dei primi dieci paesi (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovenia, Cipro e Malta) entro
il 2004 e si è preso atto del fatto che i due paesi esclusi, Romania e
Bulgaria, ritengono di poter concludere i negoziati entro il 2004 e di
poter diventare membri nel 2007. Si capisce bene, quindi, come questo
esercizio di democrazia diretta da parte degli irlandesi, rischi di
bloccare situazioni nei fatti già decise.
Sempre il 9 ottobre, in un'intervista al quotidiano belga "Le Soir", il
presidente del Parlamento europeo, l'irlandese Pat Cox, si è detto
convinto del fatto che nel suo paese si stia delineando una maggioranza
favorevole al Trattato di Nizza, malgrado la percentuale degli indecisi
sia ancora alta. In caso di vittoria dei no, ha aggiunto preoccupato il
presidente, "il processo di allargamento dell'Europa dovrà ripartire da
zero". Il 7 ottobre a Dublino, il Movimento Europeo-Irlanda, presieduto
da Gerry Maguire, ha organizzato una conferenza in prospettiva del
referendum, con la presenza del commissario per la salute e la
protezione dei consumatori David Byrne, l'ex presidente della
Repubblica, Patrick Hillery e Richard Burke, commissario ai trasporti
nel 1977. Uno spiegamento di forze non indifferente per illustrare ai
cittadini irlandesi i vantaggi derivati dalla loro adesione all'Unione
Europea e per perorare la causa dell'allargamento.
E' prevedibile che in quest'ultima settimana vedremo moltiplicarsi gli
sforzi di convincimento, perché mai come questa volta il futuro
dell'allargamento, e quindi dell'Europa, dipende dagli umori di un
piccolo paese che tanto ha ricevuto in termini di aiuti economici
dall’Unione.
11 ottobre 2002
bamennitti@ideazione.com
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