Palestina. Se l'odio parte dalle scuole
di Stefano Magni
Negli Stati Uniti, il Centro per l'Osservazione dei Processi di Pace di
New York ha indagato fin dentro le radici dell'odio che da due anni
divide israeliani e palestinesi, che non permette lo sviluppo di un
dialogo diplomatico realmente costruttivo e che genera un'escalation di
violenza armata apparentemente senza fine. Lo studio del Centro è stato
condotto sui testi delle scuole statali e religiose di Israele e
dell'Autorità Nazionale Palestinese dell'anno scolastico 2000-2001 e nel
mese di marzo, il rapporto che ne è stato stilato, è stato tradotto
anche in italiano. Dallo studio condotto dal centro risulta che l'odio
nei confronti del vicino sia solo da una parte: solo i palestinesi, a
partire dai loro libri di testo, alimentano l'odio nei confronti degli
ebrei. Nelle scuole statali israeliane non si trovano né immagini
stereotipate nei confronti dei vicini arabi, né interpretazioni storiche
unilaterali. In tutti i testi israeliani si dà molto risalto a tutte le
forme di dialogo, da quelle informali a quelle ufficiali e diplomatiche,
che si sono sviluppate fra ebrei e arabi fin dai tempi delle prime
colonizzazioni. Nei testi dedicati ai più piccoli, traspare la volontà
di creare un'immagine delle nazioni arabe come di nazioni rispettabili,
con cui occorre cercare il dialogo e con cui si deve convivere. Solo in
alcuni testi in uso in scuole religiose ebraiche ortodosse, circa il 10%
dell'istruzione israeliana, si trovano tracce di anti-islamismo e
anti-arabismo, luoghi comuni e ragionamenti poco concilianti nei
confronti dei vicini.
La differenza nella scuola dell'obbligo dell'Autorità Nazionale
Palestinese, è evidente. I libri di testo della scuola pubblica
palestinese, pubblicati soprattutto grazie ai fondi di sviluppo
dell'Unione Europea e dell'UNRWA (l'agenzia ONU per i rifugiati
palestinesi), riportano normalmente frasi del tipo: "Il popolo ha, fra
gli obblighi verso la patria, quello di difenderla in ogni modo
possibile, come obbligo nei confronti dell'Islam, considerando chi viene
ucciso, nel nome di tale difesa come un martire del più elevato
livello." (dal testo di Educazione Islamica di VI classe). Non si tratta
di casi isolati, ma di una sistematica educazione alla guerra contro
Israele, con tutti i mezzi possibili. Israele non è neppure menzionato
nelle carte geografiche e nei testi di geografia. Non è riconosciuto
mai, in nessun testo scolastico, come un'entità politica. Nei testi di
storia, in compenso, si insegna che "la Palestina ha subito
l'occupazione britannica dal 1917, dopo la I Guerra Mondiale e la
conquista israeliana, con l'aiuto dell'Inghilterra nel 1948." Quanto al
processo di pace, che viene sempre invocato, apparentemente da entrambe
le parti, i libri di testo palestinesi non lo nominano nemmeno. Il
Trattato di Oslo viene nominato solo, nei libri di testo di storia, come
una prima tappa per "l'ingresso in Palestina dell'Esercito di
Liberazione dell'OLP."
Le stesse guide agli insegnanti, parlano in modo molto esplicito: "Lo
studente dovrebbe imparare le seguenti generalizzazioni: il sionismo è
un movimento razzista e aggressivo; la superiorità razzista è l'essenza
del sionismo. Lo studente dovrebbe imparare i seguenti valori: dovrebbe
capire i pericoli che derivano dal sionismo e dalla discriminazione
razziale. Lo studente dovrebbe imparare i seguenti esercizi: collegare
sionismo con discriminazione razziale; collegare sionismo e movimenti
contemporanei di terrorismo mondiale; paragonare i principi del nazismo
e del fascismo con quelli del sionismo". Le guide agli insegnanti si
limitano a criticare solo il sionismo? Solo l'ideologia ebraica? Non
solo: "La Bibbia è piena di testi che appoggiano la tendenza ebraica al
fanatismo razziale e religioso ed essi reagiscono con spirito di odio
verso le altre nazioni. Gli ebrei dell'Europa furono odiati a causa
della loro fede ebraica ostile verso la cristianità e il loro isolamento
è dovuto alla loro tendenza di non unirsi alle società cristiane e a
guardarle con sospetto." E ancora: "La persecuzione divenne desiderabile
per gli ebrei per due ragioni: guadagnare profitto materiale e morale;
incoraggiare l'emigrazione dal mondo verso la Palestina; in parole
povere: la persecuzione divenne un mezzo per sionizzare il mondo
ebraico."
13 settembre 2002
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