La truffa delle elezioni studentesche europee on-line
di Barbara Mennitti


Nel lontano 7 ottobre 2000, a Parigi, durante un convegno organizzate dall'AEGEE (Association Etats Généraux des Etudiants d'Europe) dal titolo "Newropeans 2000, New Europe, New Challenges, New Generations", vengono presentate ufficialmente le elezioni studentesche europee on-line. Scopo di questa consultazione è l'elezione di un organismo che diventi un intermediario fra gli studenti e le istituzioni europee, che faccia proposte sulle politiche educative e presenti alle istituzioni le istanze studentesche e allo stesso tempo informi gli studenti dei progetti che si discutono in sede istituzionale. In questa ottica viene presentato il progetto pilota EUSV (Europan University Student Vote), che si avvale di illustri e trasversali sostenitori, Delor, Aznar, Cox, Blair per fare solo alcuni nomi, di un sito web dalla grafica discutibile (www.eusv.org) e di svariati partner-finanziatori, fra cui l'Unione Europea. Per intenderci: denaro pubblico. Dopo qualche rinvio, in perfetto ossequio dei tempi elefantiaci europei, le elezioni sono state fissate nei giorni fra il 9 e il 23 maggio del 2002.

L'idea, ottima sulla carta, non poteva non attirare l'attenzione dei radicali, che da tempo ormai propongono il tema della e-democracy e che di elezioni on-line, purtroppo per gli organizzatori, hanno una certa esperienza. Gli "Studenti antiproibizionisti sulla droga, sulla scienza, sul sesso, su tutto" (www.easyvote.tk), un movimento nato in occasione del Comitatato nazionale dei Radicali Italiani dello scorso febbraio, hanno pensato bene di presentare una loro lista e di dedicarsi alla campagna elettorale. E lì sono iniziati i problemi, soprattutto per gli organizzatori. Perché i giovani antiproibizionisti hanno riscontrato una serie di irregolarità che farebbero pensare ad una operazione di altro tipo. Prima di tutto quella relativa alla mancanza d'informazione: l'evento ha avuto una pubblicità talmente scarsa che solo venti atenei europei su centinaia hanno aderito ufficialmente. A detta dello stesso organizzatore Frank Biancheri (che inanella una serie di presidenze e legami con i vari patners dell'Eusv) ci si aspetta non più di 10- 100.000 voti su dodici milioni di studenti europei.

In secondo luogo, la facilità di registrazione è estrema: basta inserire nome, cognome, e-mail e numero di matricola (tutti dati desumibili da una qualsiasi bacheca universitaria) per poter votare. Il pericolo di false registrazioni e di furti di identità è evidente, anche perché gli organizzatori hanno dichiarato che faranno dei controlli a campione. "E' come se al seggio elettorale - ha dichiarato sconsolato il promotore della lista antiproibizionista Massimiliano Marsico a Radio Radicale - venissero controllati i documenti a una persona su dieci". Non esiste, peraltro, la possibilità di svolgere una campagna elettorale on-line o di comunicare via internet con gli elettori, visto che l'operazione di voto è immediatamente successiva alla registrazione. Insomma, pare che gli organizzatori non abbiano compreso bene il significato dell'e-democracy e quando i giovani radicali hanno cercato di sollevare questi problemi sul forum dell'Eusv, prima è stato soppresso il forum e successivamente è stata espulsa la lista antiproibizionista. Alla faccia della democracy!

Gli europarlamentari radicali, guidati dal capogruppo Maurizio Turco, si sono mobilitati in difesa dei "fratellini" e stanno presentando una interrogazione urgente al Parlamento Europeo per cercare di far luce su questa vicenda. Intanto complimenti all'Unione Europea per la splendida figura.

10 maggio 2002

bamennitti@hotmail.com

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