Punto miltare. Obiettivo bin Laden

L'agghiacciante filmato diffuso ieri dagli Stati Uniti ha finalmente sgombrato il campo da qualsiasi possibile equivoco sulla figura di Osama bin Laden. Poco importa se egli sia stato il principale organizzatore degli attentati dell'11 settembre o soltanto uno dei finanziatori. Il raccapricciante ghigno con cui ricorda con gli “amici” il crollo delle Twin Towers è sufficiente, agli occhi del mondo libero, per fare di lui un criminale di guerra da consegnare, ad ogni costo, alla giustizia. Per il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, si tratta della “conferma di ciò che il presidente George W. Bush ha sempre detto: che Osama Bin Laden è un assassino che vuole distruggere la nostra civiltà”. “Il video – dice Fleischer - conferma ciò che sapevamo fin dal primo giorno dopo gli eventi dell'11 settembre, cioè che Osama Bin Laden era il responsabile di tutto. Il video conferma anche quanto sia giusta la nostra causa contro il terrorismo”.

Il video-tape ha sconvolto anche il Congresso. "Osama Bin Laden si è auto-implicato con le sue dichiarazioni - ha commentato la senatrice democratica californiana Dianne Feinsten - E' raggelante il modo ‘casual’ con cui parla della strage, come se facesse queste cose ogni giorno". "Il mondo capirà, vedendo queste immagini, la enorme malvagità di questo essere", ha dichiarato invece Chuck Hagel, senatore repubblicano eletto in Nebraska. Il filmato, oltre ad inchiodare definitivamente bin Laden alle sue responsabilità, conferma anche il coinvolgimento del suo braccio destro di Al Qaeda, l’egiziano Mohammed Atta, identificato come il responsabile materiale dell’organizzazione degli attentati.

Il capo del network terroristico che ha sconvolto il pianeta, intanto, continua a essere non rintracciabile. Anche se l’intelligence statunitense continua a ritenere probabile che Osama bin laden si trovi ancora in Afghanistan. Il Pentagono, insomma, smentisce le voci circolate negli ultimi giorni che parlavano di un'eventuale fuga in Pakistan dello sceicco. "Pensiamo che sia in Afghanistan, lo stiamo incalzando, si nasconde, non vuole far sapere dove sia, ma stiamo chiedendo informazioni a chiunque possa aiutarci", ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro della Difesa Usa, Donald Rumsfeld. Rumsfeld ha precisato che la popolazione locale sta collaborando attivamente e dà agli investigatori una grande quantità di informazioni “frammentarie ma utili alla ricerca”. "Pensiamo che sia ancora là - ha concluso Rumsfeld - e quando lo troveremo lo faremo sapere". Il mondo libero attende con ansia questo momento.


Come attende le 24 ore che ancora mancano allo scadere dell’ultimatum concesso ai militanti di Al Qaeda assediati a Tora Bora. Ultimatum che è stato prorogato di un altro giorno, come ha rivelato alla Bbc il comandante delle forze anti-talebane Hazrat Ali. Ali ha spiegato che è stata promessa l'immunità ai combattenti fedeli a bin Laden, a patto che consegnino i 22 loro comandanti iscritti nell'elenco dei terroristi di tutto il mondo. Aspettando una risposta definitiva, il tempo è stato scandito da una pioggia di bombe americane. Bersagliato, in particolare, il canyon di Spin Ghar, dove gli Stati Uniti ritengono che siano concentrati un migliaio di miliziani di Al Qaeda. Oltre ai bombardieri pesanti B-52, sono entrati in azione i cacciabombardieri AC-130, le macchine da fuoco più potenti dell'aviazione americana. (a.man.)

14 dicembre 2001

 

 



 

stampa l'articolo