Il colore dei soldi
di Paolo Zanetto
“Pecunia non olet”, dicevano i latini. Ma ne è passato di tempo da
allora, e oggi ci sono soldi e soldi. Ci sono i denari sporchi di
sangue, quelli degli imperialisti, dei governi guerrafondai, delle
persone malvagie. E ci sono quelli delle persone perbene, delle
anime belle, di chi sa elevarsi sopra al popolo rozzo sulle ali
della solidarietà. Ad annusare i soldi ci pensano alcuni
specialisti: sono i nuovi giudici della morale, e il loro giudizio
non ammette appello. Gino Strada, il chirurgo con una passione per
l’Afghanistan, ha fondato l’associazione Emergency con lo scopo di
aiutare i poveracci che ne hanno bisogno. L’altro giorno il
governo italiano gli ha offerto quattro miliardi per le sue
attività umanitarie: Emergency li ha rifiutati. “Non accettiamo
contributi da parte di un governo che ha deciso di prendere parte
al conflitto in corso” ha spiegato il grande Gino ai pochi che non
l’avessero capito. Sono soldi che puzzano, e non vanno bene.
Per fortuna di Strada e dei poveracci di tutto il mondo esistono
anche soldi profumati. In ogni libreria si può acquistare il best
seller della fronda di Emergency, il regalo definitivo per un
Natale politicamente corretto: “Afghanistan, anno zero”. L’ha
scritto Giulietto Chiesa, inviato di guerra de La Stampa, uno che
il suo mestiere lo conosce bene, dato che per anni ha fatto
l’inviato a Mosca de L’Unità. Il libro è brillantemente illustrato
da un altro amico “emergente”, il vignettista Vauro, famigerato
per le sue vignette talmente caustiche da essere interpretate
dagli ignoranti che non votano Rifondazione solo come stupide.
Emergency in questi giorni ha lanciato appelli contro la guerra in
Afghanistan, teoricamente in favore del popolo afgano: quasi
nessuno ha raccolto queste parole, con l’eccezione di alcuni
Social Forum orfani della perdita di Luca Casarini, l’ex
antiglobalizzatore oggi leader politico di un partito del 15 per
cento virtuale (molto virtuale).
Tra i pochi che hanno saputo apprezzare lo spirito elevato
dell’appello di Gino Strada c’è un signore milanese, Massimo
Moratti, che l’ha fatto sottoscrivere ai giocatori della sua
squadra di calcio. Il signor Moratti, come noto, fa il petroliere,
mestiere capitalista e imperialista se ce n’è uno. Ma la moglie
del signor Moratti, la celebre Milly, è un simbolo delle anime
belle meneghine, una che conduce tutte le battaglie ambientaliste
e politically correct dall’alto della sua frequentata terrazza con
vista Duomo. Per andare a prendere un aperitivo con i suoi amici
Gino Strada non deve fare molta strada, dato che la nuova sede
della sua associazione, gentilmente offerta da quei volgari
borghesi che governano il Comune di Milano, è in via Bagutta, tra
Piazza San Babila e Via Montenapoleone. Molto chic, non c’è
dubbio: il posto giusto dove intrattenere gli amici. Come il trio
Jovanotti - Pelù - Ligabue, che per Emergency ha registrato la
canzone “Il mio nome è mai più”. Era dedicata all’intervento in
Kosovo, ma è sempre d’attualità. Il testo? “Voglio i nomi di chi
ha mentito, di chi ha parlato di una guerra giusta”. Semplice ed
efficace, specie per i teenager.
In occasione del lancio del disco Gino Strada aveva compilato un
dettagliato elenco dei conflitti dimenticati, che si apriva - in
rigoroso ordine alfabetico - con la tragedia dell’Afghanistan: “Le
donne non hanno il diritto di essere curate, e negli ospedali si
muore nell’indifferenza della comunità internazionale”. A Strada
va riconosciuto un primato: dopo l’11 settembre è stato il primo,
almeno in Italia, a scagliarsi contro qualunque intervento della
“comunità internazionale”. Per correttezza è anche giusto
ricordare che l’associazione Emergency ha aperto da anni due
ospedali in Afghanistan, e che l’attività di Gino Strada aiuta
migliaia di persone in tutto il mondo. In discussione non è il
chirurgo delle zone di guerra, ma il giudice della moralità di noi
altri. In altre parole: saremmo stati lieti che Strada accettasse
quei quattro miliardi del governo italiano, perché siamo certi che
attraverso la sua struttura sarebbero andati ad aiutare persone
bisognose. Il problema è che Strada quei soldi li ha rifiutati. E
le persone bisognose non ringraziano.
7 dicembre 2001
zanetto@tin.it
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