Cattivi pensieri. Sia fatta la volontà di Allah
di Vittorio Mathieu


Allah akbar: ne siamo convinti. Se, però, vogliamo tradurre, perché non dire “ Dio è grande” (anzi immenso)? Oppure lasciamo tutto com’è, come quando diciamo “Marsala”, cioè “ Marsah Allah”, porto di Dio. Le ragioni per tradurre sono due. La prima è far sentire che Allah, o Dio, o il Dio senza nome dell’Antico testamento sono lo stesso. E’ vero che il cristianesimo ha bisogno di un Dio uno e trino, ebraismo e giudaismo di una sola Persona: ma la questione, importante per la teologia, è secondaria per la propaganda politica. E, mentre la teologia non sa che farsene della propaganda politica, la propaganda politica si è sempre servita della teologia e se ne serve tuttora. Mi spiego.

Se Dio è grande, o Allah è grande (è lo stesso), non è grande solo quando cadono le torri di Manhattan: è grande anche quando cade il fortilizio afgano di bin Laden. O quando bin Laden stesso ci lasci la pelle. La rovina degli infedeli, per il Corano, è la principale manifestazione della grandezza di Dio. Anche la rovina dei cattivi musulmani attesta la grandezza e la verità di Dio. Quando, perciò, qualcosa va storto per l’Islam, ciò attesta che qualcosa dell’Islam non andava dritto: perché Dio, oltre che grande, è giusto e misericordioso, e, se castiga qualcuno, ha le sue buone ragioni, anche quando noi non le capiamo.

Si noti che per la teologia coranica questa evidenza ha una portata ben maggiore che per noi. Allah non opera attraverso le cause seconde di una natura autonoma, capace di deviare dalla sua volontà generale. Tutto ciò che avviene, avviene per volere diretto di Allah, comprese le cose che fanno gli uomini e quelle che avvengono per cause naturali. L’imprenditore padre di Osama, quando gli cadde una gru concluse: “E’ la volontà di Dio”. Dunque, se noi ci comportiamo da piccoli o grandi Satana, la ragione di ciò è il volere di Dio; e tanto peggio per noi. E se i fedeli - o coloro che si credono tali - vanno a picco, ciò non è certo imputabile a un altro dio, cattivo, che non esiste.

E’ chiaro che il concetto di colpa in questo modo, è stravolto: viene a significare “spiacente ad Allah”. E non è chiaro perché Allah faccia esistere persone che gli dispiacciono. Ma, poiché questo avviene, e la punizione lo dimostra, essa dimostra che molte cose dispiacciono a Dio anche nei falsi fedeli, quali i terroristi. Noi non condividiamo il fato maomettano, ma è bene che sottoponiamo i terroristi ad ogni genere di sevizie, purché non diano l’apparenza del martirio, bensì della vergogna e del tradimento. Ciò dimostrerà ai maomettani in buona fede che si tratta di falsi fedeli. Ma attraverso quale canale farglielo entrare in testa? Se occorre per questo stipendiare qualche imam, lo si faccia.

29 novembre 2001

vmathieu@ideazione.com



 

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