Cattivi pensieri. Kabul, la volata finale
di Vittorio Mathieu

Il grande campione di ciclismo su pista si distingue per la sua capacità di restare fermo: la medesima capacità i politici vorrebbero trovare nei capi militari. La guerra "surplace" non crea problemi, tanto più se l'immobilità non è ottenuta con la strage, come nella prima guerra mondiale. Nella seconda, tra l'autunno del '39 e la primavera del '40 forse qualche politico si illuse: "Il nostro dovere verso la Polonia l'abbiamo fatto dichiarando la guerra: ora guadagniamo tempo per accordarci". Purtroppo Hitler aveva altre pretese. I capi militari, se sono capaci, pensano in modo diverso. E non c'è dubbio che i capi dei mujiaheddin come militari siano capaci, per quanto dubbie rimangano le loro capacità in altri campi. Così i politici Usa non sono riusciti a fermarli (e non è detto che qualcuno di loro non ne sia stato contento).

Per i vertici Usa fermare i militari è un'ossessione. Truman, divenuto presidente per caso, si rivelò un leone riuscendo a fermare perfino Mc Arthur (guerra di Corea). La guerra in Vietnam fu perduta piuttosto che attaccare coloro da cui venivano gli attacchi. Ma conseguenze ben più gravi aveva già avuto l'ordine che fermò Patton alle porte di Praga, nel '45, perché Roosevelt voleva rispettare i patti con Stalin (nonostante che i russi non avessero ancora l'atomica). Roosevelt dichiarò di saper come trattare con lo zio Joe, ma era piuttosto lo zio Joe quello che sapeva trattare con Roosevelt. Bismarck si serviva della guerra in un altro modo, e per questo riuscì a pacificare la Germania. Concordo con Nietzsche nel pensare che la sua fosse la mentalità del criminale; ma, con essa, per lo meno aprì la "belle époque", che Guglielmo II chiuse, sostituendogli la mentalità del vanesio.

Per ragioni diplomatiche, gli Usa non volevano che l'Alleanza del Nord entrasse da padrona a Kabul. Temevano un massacro: ma, in fatto di massacri, "quod differtur non aufertur". E pretendere che tutte le fazioni afgane si accordino prima pacificamente su come amministrare il paese è come pretendere l'equilibrio ecologico in una foresta senza che i vegetali si soffochino l'un l'altro e gli animali divorino i vegetali o altri animali. Le fazioni afgane sono abilissime nel trovare accordi adatti alle circostanze, ma a colpi di kalashnikov. Abbia studiato sul campo o all'accademia, il militare sa che attaccare non basta, ma che è sempre più facile che difendersi. Nel 1904 il comandante russo assediato dai giapponesi a Port Arthur a un certo punto telegrafò:"Non riesco più a difendermi, attacco". La guerra fu perduta egualmente ma almeno vi fu, per una volta, una decisione saggia. Naturalmente, non si possono lasciare i militari a briglie sciolte: ma, quando si tratta di stranieri non abituati alla disciplina democratica, occorre trovare altri mezzi per controllarli, altrimenti si finisce come in Somalia. Per averli alleati, occorre tenerli a bada col timore di altri alleati, non con argomenti che non sono in grado di capire.

16 novembre 2001

vmathieu@ideazione.com



 

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