Punto militare. Truppe di terra, per catturare bin Laden

Una notte di bombardamenti incessanti, i più duri da quando è partito l'attacco anglo-americano contro Talebani e al-Quaeda in Afghanistan, potrebbe presto aprire la strada alle truppe di terra alleate e all'offensiva finale dei
muhajeddin dell’Alleanza del Nord contro Kabul. Dopo avere praticamente reso inoffensive le difese contraeree afghane e la piccola aviazione fedele al regime talebano, la coalizione anti-terrorismo sembra ormai pronta per la seconda fase del conflitto, quella che prevede l'uso di elicotteri per avere ragione delle ultime sacche di restistenza militare e, soprattutto, l'impiego di truppe d'assalto specializzate per riuscire a stanare dai loro bunker i capi di al-Qaeda. Osama bin Laden in testa.

Dopo cinque giorni di bombardamenti, insomma, gli alleati hanno finalmente conquistato la totale supremazia aerea sui cieli dell'Afghanistan. E questa svolta tattica, non solo permette agli anglo-americani di non limitare le operazioni militari alle ore notturne, ma consente loro, almeno in linea teorica, anche la dislocazione "comoda" di truppe di terra. Secondo fonti del Pentagono, gli almeno mille uomini appartenenti a forze speciali dell'esercito staunitense che già si trovano nella base militare di Khanabad, in Uzbekistan, a circa 150 chilometri dal confine settentrionale dell'Afghanistan, saranno presto raggiunti da un altro migliaio di uomini della 10ª Mountain Division. Mentre alcuni mezzi di informazione Usa parlano del possibile schieramento di truppe attualmente presenti in Bosnia e Kossovo, oltre che della formazione di una task force composta da uomini della 101ª Airborne Division e del 160° Special Operation Aviation Regiment.

A questi assembramenti di truppe si contrappone lo spostamento di soldati fedeli al regime talebano nella zona più calda di contatto con i "ribelli" dell'Alleanza del nord. Mentre nel resto del paese, come nella capitale spirituale dei talebani Kandahar, continuano gli attacchi alle postazioni militari e ai campi di addestramento di al-Quaeda. Con un bilancio considerato estremamente positivo dalle autorità statunitensi e britanniche. Il generale dell'aviazione Usa, Richard Myers, parla addirittura di un 85 per cento di bersagli colpiti dai missili Cruise partiti dalle portaerei e dai bombardieri strategici B-1, B-2 e B-52. Una valutazione condivisa anche dal segretario della Difesa Usa, Donald H. Rumsfeld.

In evidente difficoltà, i Talebani si trincerano dietro ad un paio di “sparate” propagandistiche contro il Diavolo a stelle e strisce. L’ambasciatore del regime afghano in Pakistan, Abdul Salam Zaeef, dopo aver negato l’avanzamento verso la capitale da parte dei muhajeddin dell’Alleanza del Nord e la quasi completa distruzione delle basi aeree controllate da Kabul, ha definito gli Stati Uniti un “teppista globale” (global bully) che sbaglia a considerare al-Quaeda un’organizzazione terroristica. Zaeef ha anche dichiarato che il popolo afghano sta “bruciando” i viveri paracadutati dagli aerei americani per alleviare le sofferenze della popolazione civile. Ma il “bombardamento” di cibo, al ritmo di 37.000 pasti al giorno, continua. Proprio come continua, negli Stati Uniti, il timore per una possibile escalation batteriologica degli attentati terroristici.

12 ottobre 2001

 

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