L'eresia libertaria: i cittadini si difendano da soli
di Carlo Stagnaro


Dopo l'11 settembre molte cose sono cambiate. Tutto ha un gusto, un sapore, un odore diverso. La gente ha paura. Inutile nasconderselo. E la paura, si sa, è la migliore amica dell'incoscienza. Il timore di nuovi attacchi terroristici ha spinto molte persone a chiedere protezione al governo. E l'unica moneta che questi sia disposto ad accettare in cambio è la libertà. Libertà in cambio di sicurezza - temporanea, illusoria. Sembra un buon baratto. Sembra. Anche se nelle orecchie continua a risuonare l'antico monito di Benjamin Franklin: "Colui che è pronto a scambiare la libertà con la sicurezza, non merita né l'una né l'altra". Fortunatamente, le sirene dello statalismo non sono invincibili. Molti sanno come combatterle. Prendete Daniel New, per esempio, instancabile attivista conservatore, ha recentemente scritto: "Dobbiamo dichiarare guerra ai terroristi, e il modo più economico ed efficace di farlo è incoraggiare tutti gli uomini ad armarsi, ad addestrarsi nell'uso delle armi, a munire ogni casa di un fucile e di una pistola per l'auto-difesa, e a insegnare a maneggiare le armi ai bambini, a partire dall'età di sei anni. Ecco come una nazione può farsi conoscere per i suoi bassi livelli di crimine e per la sua rapida capacità di rispondere al terrorismo e alla tirannia". 

Il bello è che New non è il solo a pensarla così. L'America è un grande paese proprio per questo: perché i suoi anticorpi non nascono dal governo. Perché i suoi cittadini non sono una massa di straccioni, sempre pronti a prostrarsi e mendicare spazio sotto l'ombrello dello stato. Guy Smith, autore di "Gun Facts", esorta i suoi e i nostri concittadini a rimboccarsi le maniche, ad assumersi la responsabilità di badare a se stessi, a non delegare ciò che ogni individuo che si rispetti dovrebbe custodire gelosamente. Ecco allora i tre passi che egli suggerisce di compiere. Primo: far approvare in tutti gli stati americani leggi che permettano il porto occultato di armi da fuoco. Laddove questo è accaduto, la criminalità ha subito un calo, perché i cittadini onesti hanno approfittato dell'occasione e finalmente hanno ottenuto il permesso di difendersi. D'altronde, è proprio questo l'argomento della più corposa ricerca svolta negli Stati Uniti: quella pubblicata da John Lott con il significativo titolo di "More Guns, Less Crime". Secondo: permettere ai cittadini di detenere armi militari. In questo senso, può essere utile citare Jeffrey Snyder. Molti desiderano privare i comuni mortali delle armi militari, egli sostiene, ma ben pochi chiedono le stesse misure per la polizia. Come mai? "Il bando alle armi d'assalto - è la risposta del saggista newyorkese - non rappresenta un progresso né criminologico né morale, ma l'irresponsabilità e la mancanza di quella fede e fiducia nei nostri concittadini che è, in fin dei conti, ciò che intendiamo per comunità. Il bando è sbagliato non solo perché priva gli innocenti della loro libertà, ma anche perché è un voto di sfiducia verso il carattere della gente". Terzo: esportare il secondo Emendamento, ovvero la norma della Costituzione americana che tutela il diritto di portare armi. Oggi, infatti, la maggior parte degli stati impedisce o limita tale possibilità. Non bisogna, insomma, imporre la propria idea di libertà all'universo mondo; piuttosto, è necessario aiutare quanti, nei propri paesi, si battono per riconquistare quegli spazi di libertà che lo stato ha sottratto ai cittadini.

L'America è stata vittima, poche settimane fa, del più grave attentato terroristico della storia. Eppure questi terroristi hanno ucciso molte meno persone del più sfigato degli stati nella più sfigata delle guerre. Il paese a stelle e strisce ha mostrato di saper cadere in piedi, e di avere una fortissima carica che deriva proprio dalla libertà dei suoi cittadini. Chiediamoci: se fosse successo a noi, come sarebbe andata a finire? Ci staremmo preparando a una risposta decisa e giusta, ci staremmo prendendo le nostre responsabilità, individuali e collettive? Oppure staremmo piangendo scompostamente, implorando qualcun altro di scatenare una guerra idiota, pregando il governo di aumentare le tasse ma intensificare i controlli? La risposta a questa domanda può dirci se nel nostro futuro c'è la libertà o il suo contrario.

8 ottobre 2001

cstagnaro@libero.it


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