Al Jazeera: la guerra esclusiva della tv
araba
di Paola Liberace
La comparsa di bin Laden sulla televisione araba Al-Jazeera non è
paragonabile alle immagini di Saddam Hussein che, durante la
guerra del Golfo, venivano diffuse dalla stessa emittente: dal
punto di vista mediatico, il loro valore è almeno doppio.
Anzitutto, perché la mitologia nata intorno al personaggio, la sua
irraggiungibilità, nonostante la caccia scatenata da tutto il
mondo, rendono la sua apparizione una sfida ancora più pungente,
per niente sminuita dal fatto che le sue parole erano tratte da un
messaggio registrato. La presenza in video del capo della più
grande organizzazione terroristica del mondo, le inquadrature nel
suo nascondiglio, rendono reale e percepibile il suo potere su un
popolo invisibile almeno quanto lui. Niente del genere poteva
essere detto del tiranno iracheno, obiettivo ben visibile e
individuabile, sia dalle telecamere che dai missili scagliati
contro il suo paese.
In secondo luogo, con questa apparizione il terrorista accetta
ufficialmente il ruolo di nemico numero uno degli Stati Uniti, in
maniera forse ancora più efficace di quanto avrebbe potuto fare
semplicemente rivendicando gli attentati dell’undici settembre. In
questo duello a distanza gioca un ruolo non trascurabile il fatto
che Al-Jazeera, la CNN del Medio Oriente, sia l’unica emittente
ammessa a trasmettere le immagini di questa guerra, e che la
stessa CNN sia costretta a mutuare dalle sue frequenze ciò che
manda in onda, cedendo alla collega araba il ruolo di grande
protagonista assunto nel precedente attacco.
Il potere del mondo arabo - senza voler per questo sostenere che
sia il mondo arabo intero contro cui si combatte - passa anche per
questa novità, che rinforza l’idea che si confrontino due potenze
alla pari, non un piccolo stato tiranneggiato da un delinquente e
una grande nazione occidentale. E che, per questa volta, una delle
due sembri più vulnerabile di allora.
8
ottobre
2001
pliberace@hotmail.com
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