La guerra militare. Ore 18: parte l'attacco all'Afghanistan

L'attacco è partito, alle 18 ora italiana di domenica 7 ottobre. Dopo giorni di operazioni segrete compiute dai commandos americani e inglesi, è stata scatenata la potenza di fuoco mirata contro obiettivi militari e strategici dei talebani. Sotto attacco dei missili cruise lanciati dalle navi che incrociano nel Mare Arabico sono state Kabul, Kandahar e Jalalabad: aeroporti, basi militari, campi di addestramento dei talebani. La capitale afgana è piombata in un buio totale dopo le prime esplosioni avvertite - secondo testimoni - nei pressi del ministero della Difesa e del palazzo presidenziale. Dunque, adesso la parola è passata alle armi. In un discorso alla nazione, pochi minuti dopo l'avvio dell'attacco militare, il presidente americano George W. Bush ha ribadito la determinazione degli Stati Uniti nella guerra contro il terrorismo. Ha ricordato che questi primi attacchi sono solo l'inizio di una battaglia lunga che sarà condotta con mezzi non solo militari. E ha avvisato le nazioni del mondo: in questa guarra contro il terrorismo non esiste la neutralità, ogni nazione ha di fronte una scelta chiara da compiere. Pochi minuti dopo anche il premier inglese Tony Blair ha parlato da Londra.

All'attacco si è giunti dopo una preparazione durata tre settimane e partita sin dal giorno dopo la strage alle due torri di New York e al Pentagono. Attorno all'Afghanistan è stato stretto un cerchio militare, mentre la guerra invisibile era già iniziata con metodi spionistici. Erano ormai due settimane che, secondo fonti britanniche poi confermate da fonti americane, i commandos di Londra e Washington erano penetrati in territorio talebano, con l'obiettivo di compiere ricognizioni sui campi di addestramento dei terroristi e su altri obiettivi sensibili: aeroporti militari, postazioni di artiglieria. Presumibilmente gli obbiettivi che al momento sono sotto l'attacco dei missili cruise. Di più: alcuni gruppi di commandos si sarebbero messi sulle tracce del ricercato numero 1, Osama bin Laden, altri starebbero coordinando i miliziani dell'Alleanza del Nord, i mujaeddin orfani di Massud ma riavvicinatisi al re afghano in esilio a Roma, che svolgeranno un ruolo determinante nel rovesciamento del regime di Kabul. Tutto questo mentre fonti occidentali e pakistane segnalavano uno sfaldamento interno al gruppo dei talebani, con fughe dei capi militari e diserzioni dei giovani che cercherebbero di sfuggire agli arruolamenti coatti di questi giorni. Adesso sarà interessante valutare queste indiscrezioni alla prova dei primi giorni di attacco militare.

I prossimi giorni chiariranno il funzionamento della complessa macchina militare dispiegata sul territorio. Con l'Operazione Libertà duratura, George W. Bush ha dato vita al maggior movimento di truppe dal tempo della Guerra del Golfo. Quattro portaerei americane sono localizzate tra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano (la Roosevelt, la Vinson, l'Enterprise e la Kitty Hawk): dispongono complessivamente di circa 300 aerei. Altri 200 sono disseminati nelle basi militari di stanza in Turchia, Kuwait, Bahrein e Arabia Saudita. Bombardieri B52 e B1 si trovano nell'atollo di Diego Garcia. Secondo indiscrezioni giornalistiche la portaerei Kitty Hawk sarebbe priva dei suoi aerei e verrebbe utilizzata per il decollo degli eicotteri speciali, gli Apache e Pave low.

Il presidente Bush aveva mantenuto un certo riserbo circa la data dell'attacco, ribadendo nei giorni scorsi che nessun D-day era stato ufficialmente deciso e che gli Stati Uniti avrebbero stabilito all'ultimo istante quando attaccare. Nel corso della settimana scorsa le impressioni erano più volte cambiate. Prima si è pensato ad un attacco imminente. Poi è prevalsa l'impressione che gli strateghi militari avessero preso un po' di tempo e volessero almeno attendere la conclusione del viaggio in Medio Oriente del segretario alla Difesa usa, Donald Rumsfeld (previsto per lo scorso fine settimana). Ma nella giornata di domenica i movimenti del presidente americano avevano lasciato intuire che il momento del via era vicino. Fonti militari americane lasciano trapelare l'ipotesi che l'attacco potrà riguardare anche un secondo paese islamico coinvolto nelle liason dangerouse con Osama bin Laden. Insomma, avvertono, aspettatevi una guerra diversa. I primi bombardamenti in Afghanistan non esauriranno la reazione degli Usa: sarà una guerra lunga.

8 ottobre 2001









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