Cos’è un americano?
di Peter Ferrara


Probabilmente nella confusione delle notizie della settimana scorsa ve lo siete perso, ma è stato riportato che qualcuno in Pakistan ha pubblicato su un giornale locale un’offerta di ricompensa per chiunque uccidesse un americano, qualsiasi americano. Ho pensato, quindi, di scrivere per far loro sapere com’è un americano, in modo che lo riconoscano quando ne incontrano uno.

Un americano è inglese... o francese, o italiano, irlandese, tedesco, spagnolo, polacco, russo o greco. Un americano può essere anche africano, indiano, cinese, giapponese, australiano, iraniano, asiatico, o arabo, pakistano o afgano. Un americano è cristiano, o può essere di religione ebraica, o buddista, o musulmano. In realtà vi sono più musulmani in America che in Afghanistan. L’unica differenza è che in America ognuno di loro è libero di praticare il suo culto come sceglie. Un americano è libero anche di non credere in nessuna religione. Di questo risponderà solo a Dio, non al governo o a criminali armati che sostengono di parlare per il governo e per Dio. Un americano viene dal paese più prospero nella storia del mondo. La radice di questa prosperità si trova nella Dichiarazione d’Indipendenza che riconosce che ogni uomo e ogni donna deriva da Dio il diritto di perseguire la felicità.

Un americano è generoso. Gli americani hanno aiutato praticamente ogni nazione del mondo ad uscire dal suo periodo di difficoltà. Quando venti anni fa l’Afghanistan è stata invasa dall’esercito sovietico, gli americani hanno portato armi e rifornimenti per permettere alla popolazione di riconquistare il suo paese. Fino alla mattina dell’11 settembre, gli americani avevano dato più di qualsiasi altro paese ai poveri dell’Afghanistan. Un americano non deve obbedire ai vaneggiamenti insensati di vecchi ignoranti e irragionevolmente crudeli. Gli uomini americani non si lasceranno ingannare e convincere a sacrificare la loro vita per uccidere persone innocenti, in modo che questi vecchi insensati mantengano il potere. Le donne americane sono libere di mostrare i loro bei volti al mondo, ognuna nel modo che sceglie.

Un americano è libero di criticare i funzionari del suo governo quando ritiene che sbaglino. Poi è libero di sostituirli, con il voto di maggioranza. Gli americani accolgono persone da tutti i paesi, tutte le culture, tutte le religioni, perché non hanno paura. Non temono che la loro storia, la loro religione, le loro convinzioni vengano superate o dimenticate. Perché sanno che sono liberi di mantenere la loro religione, le loro convinzioni, la loro storia, nel modo che ciascuno di loro sceglie. E proprio perché gli americani accolgono tutti, essi godono del meglio che ognuno può portare, da tutto il mondo. La migliore scienza, la migliore tecnologia, i migliori prodotti, i migliori libri, la migliore musica, il miglior cibo, i migliori atleti. Gli americani accolgono il meglio, ma accolgono anche il peggio. La nazione simbolo dell’America accoglie il vostro stanco e il vostro povero, il rifiuto infelice dei vostri lidi brulicanti, i senza tetto sconvolti dalla tempesta.

Queste, infatti, sono le persone che hanno costruito l’America. Molti di loro la mattina dell’11 settembre stavano lavorando nelle Twin Towers, guadagnando una vita migliore per le loro famiglie. Quindi potete cercare di uccidere un americano se dovete. Hitler lo ha fatto. Lo hanno fatto anche il generale Tojo e Stalin e Mao Tse-Tung e ogni tiranno assetato di sangue nella storia del mondo. Ma facendolo ucciderete solo voi stessi. Perché gli americani non sono un popolo particolare proveniente da un luogo particolare. Essi sono l’incarnazione dello spirito umano della libertà. Chiunque abbia quello spirito, ovunque, è un americano. Quindi guardatevi intorno. Forse troverete più americani nel vostro paese di quanti credevate ve ne fossero. Un giorno si solleveranno e rovesceranno i vecchi tiranni stanchi e ignoranti che hanno causato infelicità a troppi paesi. Allora anche questi paesi si uniranno alla comunità delle nazioni libere e prospere. E l’America darà loro il benvenuto.

28 settembre 2001

da National Review on line

(traduzione dall’inglese di Barbara Mennitti)

bamennitti@hotmail.com






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