Geopolitica del terzo millennio. I libri per saperne di più
di Alessandro Bezzi


Nuove guerre, Islam, mondo arabo, scenari geopolitici. Dall’11 settembre gli scaffali di politica estera delle librerie sono tornati a riempirsi di libri vecchi e nuovi che cercano di spiegare, illustrare, scandagliare il futuro del mondo. Un po’ come accadde all’indomani dello scoppio della guerra in Kossovo, le case editrici si sono precipitate a ristampare vecchi saggi o a tirare fuori dai magazzini copie invendute di libri sull’Islam e sul terrorismo. La politica estera, in Italia, non è pane quotidiano. I libri sull’argomento vivono di brevi ed emotive stagioni. E’ dunque il momento buono per fare un salto in libreria e approfondire gli scenari che avremo di fronte nei prossimi mesi. Quello che segue è un piccolo percorso di lettura attraverso il meglio della produzione saggistica italiana.

Prendiamo il via dall’ormai celebre saggio di Samuel Huntington, “Lo scontro delle civiltà”, da poco ristampato in edizione tascabile da Garzanti (lire 25mila). Il saggio del professore americano che prese le mosse da un lungo articolo pubblicato nel 1993 sulla rivista Foreign Affairs è diventato quasi uno slogan in questi giorni. Più di qualcuno ha voluto forzare la sua tesi per dichiarare ad effetto: ci siamo, la profezia si è avverata, l’Occidente va alla guerra di civiltà contro l’Islam. Ma è davvero così semplicistica la tesi di Huntington? In 500 pagine il professore di Harvard delinea uno scenario comunque più complesso e articolato, lontano anni luce da quello prospettato da Francis Fukuyama con la “Fine della storia” che segnò l’eccessivo ottimismo dei primi anni post-guerra fredda.

“La guerra del terrore” è il titolo del numero speciale di Limes (128 pagine, 14mila lire), tirato fuori a tamburo battente da Lucio Caracciolo. La rivista italiana di geopolitica offre un ampio approfondimento sullo scenario che si sta aprendo con il pregio di collezionare in una edizione unica una serie di saggi. E con il difetto di non distinguersi troppo dall’approfondimento che in questi giorni stanno fornendo gli stessi quotidiani. Pregevoli tuttavia l’editoriale del direttore e un articolo di Emmanuela Del Re e Franz Gustincich sui gruppi armati legati a bin Laden di stanza nei Balcani, a pochi chilometri da casa nostra. Nel mese di ottobre uscirà per Ideazione editrice il saggio di Ludovico Incisa di Camerana “Stati di guerra” (200 pagine, 24mila lire), una disamina delle nuove guerre: le forme, le strategie, gli sviluppi di conflitti che non assomiglieranno più a quelli che abbiamo visto sinora.

Per saperne di più sul fondamentalismo islamico è utile leggere “Jihad ascesa e declino” di Gilles Kepel, responsabile del programma di dottorato sul mondo musulmano all’Institut d’études politique di Parigi (Carocci, 436 pagine, lire 43mila). In questo libro c’è tutta la storia del fondamentalismo islamico, dalla crisi del nazionalismo arabo della fine degli anni Sessanta fino ai gruppi terroristici di Osama bin Laden, passando attraverso le inquietudini e i drammi di tutti i paesi del mondo islamico. Di recentissima uscita la prima biografia di Osama bin Laden, uno degli obiettivi della controffensiva militare dell’Occidente, scritta da Fabrizio Falconi e Antonello Sette (160 pagine, 18mila lire) per i tipi di Fazi Editore. Sull’Islam, invece, è possibile rintracciare un volume uscito la scorsa primavera per la Rizzoli: è “Islam” di Karen Armstrong (288 pagine, 28mila lire). L’autrice, studiosa di religioni, mette a frutto anni di studi e di riflessioni per dimostrare che la religione in più rapida espansione del nostro tempo è un fenomeno ben più ricco e complesso di quanto sembrano credere le sue correnti fondamentalistiche. Per questo ripercorrere la storia delle comunità dei fedeli come manifestazione di Dio, la divisione fra sunniti e sciiti, il misticismo sufi, la diffusione nel Nordafrica, in Medio Oriente e nel resto dell'Asia, le origini dell'Islam rivoluzionario. Possiamo considerare questo libro come la risposta alle tesi dello scontro delle civiltà.

Sempre sul versante politico mediorientale, interessante e succinto è il saggio di Sergio Noja, “Breve storia dei popoli arabi”, Mondadori, 292 pagine, 14mila lire che parte dall’Arabia preislamica e giunge alle conseguenze della Guerra del Golfo. Sui rapporti tra Israele e mondo arabo, di recente pubblicazione da Rizzoli il monumentale “Vittime” di Benny Morris (858 pagine, 52mila lire), mentre per i tipi della Bompiani è in libreria il più abbordabile “Storia di Israele” di Eli Barnavi (318 pagine, 20mila lire). Completiamo il giro d’orizzonte con un reportage appena uscito da Feltrinelli. L’autore è un giornalista d’eccezione, il polacco Ryszard Kapuscinski che alla fine degli anni Settanta assistette alla rivoluzione vittoriosa di Khomeini in Iran. Il racconto di quella svolta politica che avrebbe profondamente segnato la storia del Medio Oriente è condensato nelle 192 pagine di “Shah-in-shah” (25mila lire).

28 settembre 2001

alexbezzi@usa.net






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