Tra dollari e blog, la campagna elettorale nel cyberspazio

Secondo Ronald Brownstein del Washington Times, Internet può essere ormai considerata come il "coltellino svizzero" della politica americana, tanti sono i modi possibili per utilizzarla durante una campagna elettorale. E mai come in queste elezioni primarie la Rete è stata sfruttata dai candidati del partito democratico in tutta la sua versatilità.

All'inizio di questo mese, Howard Dean ha annunciato di aver raccolto fondi per 15.4 milioni di dollari nell'ultimo trimestre del 2003. Più di quanto un candidato democratico abbia mai raccolto nello stesso periodo di tempo. E Internet è stata un pilastro della sua strategia di fundraising, visto che oltre la metà dei 40 milioni di dollari raccolti da Dean lo scorso anno viene da donazioni on-line. Un risultato strepitoso, che ha coronato una campagna elettorale caratterizzata dall'impiego massiccio di blog, forum e mailing list, oltre che dall'appoggio - da molti analisti considerato decisivo - di un colosso progressista del cyberspazio come MoveOn.org.

Internet, però, non ha soltanto attirato l'attenzione dell'ex governatore del Vermont. Anche il generale (in pensione) Wesley K. Clark, che sembra essere il suo concorrente più pericoloso nella corsa alla nomination democratica, ha utilizzato la Rete con intelligenza e creatività. Per esempio partecipando ad una chat online organizzata da 10 tra i maggiori blogger a stelle e strisce, assicurandosi così una visibilità enorme al di fuori del tradizionale circuito dei mass media. E in una campagna elettorale in cui il voto dei giovani sembra in grado di spostare gli equilibri delle forze, iniziative del genere assumono una rilevanza davvero interessante.

Quest'anno, poi, è anche partito un esperimento senza precedenti nella storia della politica americana. Il partito democratico del Michigan, fin dai primi giorni di gennaio, ha dato la possibilità ai suoi iscritti di partecipare alle elezioni primarie con il voto on-line. Secondo il responsabile locale del partito, Mark Brewer, almeno 400mila cittadini aderiranno all'iniziativa. E i 1500 votanti delle prime ventiquattr'ore sembrano confermare questo ottimismo. Quattro anni fa, anche i democratici dell'Arizona provarono a percorrere la stessa strada, ma soltanto qualche giorno prima della chiusura dei caucus, mentre in Michigan il voto on-line sarà possibile per oltre un mese (fino al 7 febbraio). Si tratta dunque di un test importante, anche se alcune organizzazioni di attivisti afro-americani hanno sottolineato l'esigenza di garantire pari opportunità anche alle minoranze, il cui accesso a Internet è ancora relativamente poco diffuso. Entusiasti dell'iniziativa, invece, Dean e Clark, che dirigono organizzazioni elettorali già pronte a darsi battaglia anche nel cyberspazio. (a.man.) 

16 gennaio 2004

 

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