"Presidente o candidato: il professore scelga"
di Hans-Gert Poettering

Pubblichiamo il processo verbale dell’intervento di Hans-Gert Poettering, presidente del gruppo Ppe-Ep del Parlamento europeo, nella seduta plenaria del 18 novembre 2003.

Signor presidente, presidente della Commissione, presidente del Consiglio, cari colleghi, vorrei innanzi tutto esprimere a nome del gruppo Pppe-Ed il nostro cordoglio per l’uccisione dei soldati italiani e dei carabinieri, ma anche dei cittadini iracheni che sono stati vittime di questo orribile crimine. Esprimiamo anche il nostro orrore nei confronti dell’assassinio di Istanbul ed esprimiamo alle famiglie delle vittime il nostro rispetto e la nostra vicinanza. Cari colleghi vi sono situazioni nella vita politica in cui si eviterebbero volentieri alcune esternazioni ed alcuni discorsi. Ma ora dirò quello che devo dire e lo faccio con tranquillità e obiettività, perché non vorrei che gli ondeggiamenti, che nelle ultime settimane hanno scatenato la discussione politica in Italia, diventassero ancora più seri. Signor Presidente, lei ha ritenuto giusto nelle settimane scorse presentare un manifesto politico in Italia. Questo manifesto non è un nostro problema, anche se si potrebbe dire che, se lei presenta un ampio programma politico, l’occasione non dovrebbe essere la politica interna di un paese; il posto adatto per farlo avrebbe dovuto essere il Parlamento europeo. Questo bisogna pur dirlo…

(applausi)

ma questo non è il punto principale. Collega Cohn-Bendit, avrà sicuramente l’opportunità di manifestare la sua opinione; da democratico mi lasci la tranquillità necessaria per esprimere i miei pensieri. Quello che critico, è che lei ha svolto una politica di partito e ha così invocato l’unione di un particolare orientamento politico, cioè la sinistra italiana, e in questo modo ha dato l’impressione…

(applausi)

… che da una parte vi siano delle persone a favore delle riforme e dell’Europa, e dall’altra parte quelli che sono contro l’Europa. Parlo per il nostro gruppo e le dico che ogni singolo membro condivide l’idea europea e non dovremmo dividere gli europei né in Italia né in Europa.

(applausi)

Non si può neanche dire che si tratti di una dichiarazione privata, perché proviene dal presidente della Commissione. Chi ricopre questa carica agisce sempre per tutti gli europei. Condivido l’opinione del collega Barón Crespo: se il presidente della Commissione guida la lista delle europee, deve dare le dimissioni dal suo incarico. E signor Presidente, le mie dichiarazioni al “Corriere della Sera”…

(applausi)

… l’hanno spinta a chiarire finalmente che lei intende mantenere il suo mandato fino al 1 novembre del 2004. Ci rallegriamo di questa decisione, ma anche alcuni membri della sua Commissione hanno dichiarato la settimana scorsa che, secondo alcune voci, lei si vorrebbe candidare alle elezioni europee. Per fortuna lei ora ha fatto chiarezza, ma questa situazione, queste voci, hanno danneggiato la Commissione e lo dico qui, perché è qui che bisogna dirlo.

(applausi)

Chi ricopre un alto ruolo nell’Unione Europea deve sempre pensare che ogni sua dichiarazione è una dichiarazione in nome dell’intera Unione. E se il “Corriere della Sera” mi avesse chiamato per chiedermi della posizione espressa dal presidente del Consiglio europeo sulla Cecenia, avrei detto che non sono d’accordo con quella dichiarazione. Noi cerchiamo di essere obiettivi, vogliamo essere utili all’Europa e per questo non possiamo dividerla. 

(applausi)

Signor presidente, il 15 settembre 1999 lei è stato nominato, vorrei ricordarglielo, anche con i nostri voti, anche se non fa parte del nostro gruppo politico. Abbiamo dato la fiducia alla sua Commissione, anche se la maggioranza di essa non appartiene al nostro gruppo, nonostante i risultati delle elezioni. E’ bene che la Costituzione preveda che in futuro siano tenuti in considerazione i voti del Parlamento europeo per proporre il presidente della Commissione.

(applausi)

Commissario Solbes, mi auguro di sentire da lei anche una parola sulla stabilità della moneta europea. Credo che oggi ve ne occuperete, presidente Prodi: vorrei incoraggiare la sua Commissione e vorrei ringraziare espressamente il commissario Solbes, che consideriamo garante della stabilità della moneta europea nei confronti dei piccoli, ma anche dei grandi paesi dell’Unione. 

(applausi)

Presidente Antonione, apprezzo in maniera particolare che sia presente un rappresentante del Consiglio. Dovrebbe essere una cosa ovvia, ma finora non è stato così. Voglio riconoscere e sottolineare che lei sia qui oggi. Vorrei chiederle di non favorire nell’ambito della Conferenza Intergovernativa le idee di alcuni ministri delle Finanze che vogliono ridurre i diritti del Parlamento nelle questioni di bilancio. Questo incontrerebbero la nostra decisa resistenza. Le chiedo anzi di dire con chiarezza che state dalla parte del Parlamento e che in materia di bilancio dell’Unione Europea vogliamo la parità fra Parlamento e Consiglio dei ministri. 

(applausi)

Presidente della Commissione, vorrei, infine, dirle qualcosa con grande simpatia personale, come lei sa, ma separando la simpatia personale e le questioni politiche, perché non si può tacere una critica per affetto personale. Lei è il presidente di tutti gli europei. Lei ricopre l’incarico più alto all’interno dell’Unione Europea. Dia al gruppo Ppe-Ed la possibilità di darle la fiducia fino alla fine del suo mandato, fino al 1 novembre 2004. Se ce ne darà prova, ci avrà al suo fianco.

19 novembre 2003

(traduzione di Barbara Mennitti)