La lunga mano della magistratura/1
di Vittorio Mathieu

Adel Smith è, probabilmente, strumento della Provvidenza (cristiana): impedisce ai cristiani di cullarsi nella pericolosa illusione di poter convivere col fondamentalismo islamico. Ma c’è un altro aspetto per cui “oportebat ut scandalum evenisset”: il problema della competenza dell’ordine giudiziario. Ad esempio: l’idea di un Procuratore europeo con competenza senza limiti territoriali sembrerebbe che possa venire in mente solo a quella ristretta, ma attiva, minoranza di magistrati che Berlusconi (a quanto pare) chiamò “matti”, e che non sono, beninteso, tutti i magistrati politicizzati. Però la tendenza a estendere il proprio potere al di là dei limiti – non solo di territorio ma di materia - di propria competenza è presente anche in magistrati politicizzati tutt’altro che matti. A quale categoria appartenga il magistrato dell’Aquila che ha ingiunto di rimuovere il crocefisso non spetta a noi, bensì ai titolari delle inchieste accertarlo. Ma che un procuratore o un giudice sia qualificato a stabilire quali oggetti possano arredare un’aula scolastica e quali no, è madornale. Eppure, mentre l’indignazione è stata pressoché universale per l’oggetto della rimozione, non molti si sono preoccupati per la forma.

Non è neppur chiaro in quale branca del diritto rientri il provvedimento. E’ difficile che l’esposizione di un crocefisso configuri un reato, doloso o colposo. Può aver provocato un danno a qualche scolaro, e allora si dovrebbe ipotizzare un risarcimento. Oppure, dipendendo dall’amministrazione, sembrerebbe di competenza del tribunale amministrativo. Queste distinzioni, in realtà, erano ignorate dai pretori detti “d’assalto”, a cui il carattere della pretura italiana, monocratica e senza chiara distinzione tra indagine, istruzione e processo, dava facile occasione di prevaricare. Ora la pretura non esiste più, assorbita dal tribunale, ma l’incertezza del diritto permane. Solo in apparenza giustificata dal credere che il pretore si occupasse “de minimis”. Le sue decisioni dichiararono una volta nullo un contratto perfettamente regolare, per la vendita del Maccarese. Un’altra volta impedirono a una azienda di far partire i suoi prodotti in aereo nel solo periodo possibile, cioè di notte. Se non si determina bene che cosa le “ordinanze” di un magistrato possano ordinare, finiremo vittime di tirannelli irresponsabili.

5 novembre 2003