La lunga mano della magistratura/2
di Stefano Caliciuri

Dopo una scalata faticosa, impegnativa e, a volte, fratricida durata alcune migliaia di anni che ha condotto l’uomo dalla pietra al silicio, passando per il ferro e l’etere, le generazioni del Ventiduesimo secolo si ritroveranno, loro malgrado, rispedite all’età della carta. Attenzione, però: non un foglio qualsiasi, tristemente bianco e lucido, bensì regolarmente bollato e timbrato dal magistrato di turno. Un’età in cui più che dal Grande Fratello, i ragazzi del 2100 dovranno guardarsi dal Grande Mantello, l’accademica copertura del Sommo Giudice. Già, perché la lunga cavalcata ha ormai avuto inizio ed il processo pare inarrestabile. Se fino a ieri si caratterizzavano soltanto per fugaci comparsate televisive, ora i giudici hanno monopolizzato l’attenzione pubblica, autoproclamandosi “tuttologi dell’essere”. Sentenze choc, libere interpretazioni o semplicemente “consigli commentati” si alternano regolarmente nella nostra vita quotidiana. Se per una settimana siamo stati letteralmente “messi in croce” per la presenza di un simbolo religioso in un edificio laico, adesso stiamo per essere presi a calci anche nella più popolare delle italiche arti: il gioco del pallone. Sono finiti i tempi in cui il verdetto definitivo (criticato o meno, ma pur sempre inappellabile) lo assegnava il rettangolo erboso. Persino il romanico gladiatore prendeva coscienza della propria sorte direttamente all’interno dell’arena. 

Sono finiti, dicevamo, i tempi in cui lo sport viveva di proprie regole e, ovviamente, di propri giudici. Non soltanto si è deciso “artificialmente” il numero di squadre iscritte ai vari campionato, ma anche quali formazioni potessero parteciparvi. Ed ora, ovviamente, la macchia oleosa si allarga, andando ad ungere direttamente i giocatori sul campo. O meglio: soltanto quei calciatori che, a dispetto di qualunque professionalità e foga agonistica, colpiscono l’avversario con la gamba in linea retta e sollevata da terra. Il primo reo, pescato con il piede in fallo, è stato un centrocampista dilettante siciliano che per un intervento “antisportivo” è stato condannato a pagare trecento euro di multa. Cosa potrà mai accadere quando uno dei tanti Marco Materazzi professionisti centrerà con nordico vigore la tibia di un pesopiuma centrattacco avversario? Ed i suoi compagni di squadra che andranno a protestare dall’arbitro saranno anche loro chiamati in causa per fiancheggiamento? Ed i tifosi che fischieranno dalla curva? Ovviamente, resistenza a pubblico ufficiale. Sempre che poi il moviolone non riesca a smascherarne la simulazione, perché in quel caso il boomerang tornerebbe al mittente per falsa testimonianza.

5 novembre 2003

stecaliciuri@hotmail.com