Marketing politico, Bondi e Abruzzese a
confronto
di Alessandro Bezzi
Swot analysis, posizionamento strategico, political choice behavior. Non
stiamo parlando del lancio di un prodotto commerciale, ma di politica.
Del lancio di un prodotto politico. Un partito, un candidato, una
proposta. Il marketing è da decenni parte integrante del successo
economico di un’iniziativa imprenditoriale. Ma solo da qualche lustro
strategia applicata al successo di un’impresa politica. Come tutte le
innovazioni, a introdurre il marketing politico stabilmente nell’agone
elettorale sono stati gli americani. Analisi dei concorrenti, punti di
forza degli avversari, strategie di azione, utilizzo dei media,
esercizio al confronto: la competizione uno contro uno è alla base della
moderna costruzione di una campagna elettorale. Ma da tutto questo si è
passati poi allo studio degli elettori, dei loro desideri, dei loro
bisogni. E’ così che una campagna elettorale non viene più tarata sulle
virtù del candidato in quanto tale ma sulle sue capacità di fornire (o
di far credere di poter fornire) risposte ai bisogni dei suoi elettori.
Nella cara e vecchia Europa, invece, per lungo tempo a determinare le
campagne elettorali sono stati gli uffici politici dei partiti.
Propaganda più generalista, enfatizzazione dei temi ideologici,
affidamento alle strutture dei partiti di massa. Tutta un’altra storia.
Finché la democrazia competitiva non è sbarcata anche da noi, a seguito
della fine delle ideologie e dei partiti-stato. In Italia, ad esempio,
il passaggio dal sistema elettorale proporzionale a quello uninominale
ha di colpo fatto invecchiare tutte le vecchie tecniche della campagna
elettorale e ha dato il via a una schiera di esperti del moderno
marketing politico che hanno affiancato partiti ma soprattutto singoli
candidati. Non sono stati tutti efficaci, molti non hanno saputo
adattare tecniche generali al campo specifico della politica ma di anno
in anno, di elezione in elezione, le analisi si sono affinate, gli
strumenti di azione perfezionati e i consigli sono stati sempre più
vincenti. Forza Italia ha introdotto per prima un marketing politico
efficace. E dopo esser stata sbeffeggiata dai suoi avversari politici, è
stata copiata e rincorsa. Oggi non c’è partito politico o candidato che
non abbia alle spalle il suo gruppo di consulenti, prima di affrontare
una campagna elettorale.
A pochi mesi da una competizione particolare come quella delle Europee,
dove (salvo riforme dell’ultima ora) convivono elementi di elezione
moderna e strumenti di votazione antichi (le preferenze), la Fondazione
Ideazione organizza a Roma (martedì 14 ottobre, ore 10.30, sala del
Cenacolo, vicolo Valdina 3/a) la presentazione di un bel libro di
Alberto Cattaneo e Paolo Zanetto, (E)lezioni di successo, Etas-Rizzoli,
€ 24, che dovrebbe fare bella mostra – ben sottolieato – sui tavoli di
tutti i candidati alle prossime elezioni. I due autori analizzano come,
proprio sulla scia della vincente esperienza americana, anche in Italia
il marketing politico si sia fatto strada a partire dagli anni Novanta.
Sandro Bondi, nuovo coordinatore di Forza Italia e Alberto Abruzzese,
sociologo della comunicazione, ne discuteranno in un confronto che si
preannuncia molto serrato.
10 ottobre 2003
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