Amministrative. La debolezza dei numeri
di Vittorio Mathieu

La capitale amministrativa rimane a Roma, ma la capitale morale è Ceppaloni. Mastella ha vinto, sia pure per poco; l’uomo forte è lui e da lui dipenderà l’ultima parola (che sulla bocca di Buttiglione riuscirebbe incomprensibile) sulla collocazione dell’immortale Dc: con l’Ulivo o con la Casa delle Libertà?

Nell’Udc sicuri: nelle condizioni cui si trova il centro sinistra, Mastella non si appoggerebbe su quella parte per salire sulla plancia di comando. Con la Margherita allo sfascio e gli ex comunisti che non hanno da fare altro se non lasciar cadere l’ex (come gli ex democristiani) per convertire definitivamente la loro egemonia in potere, i cattolici italiani – ormai minoranza – non avrebbero spazio. Nella Casa delle Libertà, per contro, prima ancora della riunificazione con i fratelli separati a sinistra, hanno già cominciato a scalzare o a cercare di scalzare le altre componenti. Immaginiamo che cosa si propongono di fare dopo. Dunque, se le braccia sono aperte da entrambe le parti non c’è dubbio su quale tra le due cadrà nelle braccia dell’altra.

Ci sono però due difficoltà. Una è quella di persuadere i preti (i preti di parrocchia, ma anche di cardinali preti e i cardinali diaconi) ad abbandonare la parte che finge carità verso i più sfavoriti. Abituati da decenni a pensare che “destra” significhi egoismo, mancanza di solidarietà, attenzione solo al denaro, disinteresse per la cultura e la moralità della persona, non sarà facile indurli a schierarsi con un centro a cui segua immediatamente la parola “destra”. Pazienza si dirà: in tante cose i cattolici fanno a meno dei preti.

L’altra difficoltà, però, è più grave. Ammesso che i conti fatti sulle elezioni amministrative siano esatti, la Lega è ancora indispensabile. E fare i conti con Bossi è più difficile che con Fini o con quel qualcuno (chissa chi sarà) che si presenterà come rappresentante di Berlusconi. Non fidatevi dello zoccolo duro siciliano per raddrizzare la pancia molle dell’elettorato romano: i siciliani sono i primi è vero, a percepire da che parte sta la forza, ma sono anche i primi ad abbandonarla quando la forza si riveli fasulla.

6 giugno 2003