Rifugiati politici: l'ospitalità arriva da destra
di Renato Tubére

L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro? Non si direbbe, a giudicare dal triste destino che, nell’anno di grazia 2003, riguarda circa 10mila rifugiati politici presenti nella penisola. Come Peter James. Nato a Monrovia 33 anni fa, in rotta di collisione con il regime politico della sua Liberia, la sua famiglia venne sterminata nel 2001 e, dopo mille vicissitudini, lui è approdato con un cargo della speranza nell’isola di Lampedusa lo scorso Natale. Ebbene a Peter, come a 10mila persone di 40 nazionalità differenti che hanno chiesto asilo politico, il nostro paese non è in grado di offrire alcun lavoro accettabile. In realtà i governi che si sono susseguiti negli ultimi 30/40 anni di vita democratica e antifascista, chiamati a legiferare in questo campo, una soluzione l’hanno trovata. Il rifugiato, formalizzata la richiesta di asilo politico, viene accolto in forma temporanea in attesa che un’apposita commissione del ministero degl’Interni si pronunci in via definitiva sul suo accoglimento. I tempi di attesa? Un paio d’anni se non di più: nel frattempo la legge attuale impedisce al rifugiato di accedere a qualsiasi titolo ad un lavoro regolare.

Inutile sottolineare come la malavita abbia trovato in questi anni terreno fertile nell’offrirsi al malcapitato come datore di lavoro, occasionale e non, rapido ed efficiente! A porre rimedio a questo scandalo ci prova adesso Raffaele Zanon, assessore di An ai flussi migratori e alla sicurezza della Regione Veneto. Intanto, a differenza di molti politici nostrani, si è dato da fare per risolvere in concreto il problema del liberiano Peter James, ospitandolo nella sua regione. Poi ha presentato, come priorità da risolvere nella prossima riunione Stato-Regioni, una specifica domanda di revisione della legge oggi in vigore che impedisce ai rifugiati di trovare un’occupazione in Italia. “Sulla base di casi emersi in Veneto di recente” ha dichiarato Zanon “ho scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato, quindi mi sono rivolto al nostro ministro degli Esteri Franco Frattini perché governo centrale e regioni garantiscano la dignità dei rifugiati politici presenti in Italia dando loro possibilità concrete ed immediate di lavoro”. Un’azione concreta che contribuisce a combattere la demagogia assistenzialista, cupa eredità dei vecchi governi di centrosinistra, che tante braccia ha regalato all’industria del malaffare, con proclami di ospitalità caduti regolarmente nel vuoto.

23 maggio 2003

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