Tutta la verità sugli Ogm
di Tiziana Lanza

Qualcuno ha detto: "Siamo quello che mangiamo". Anche a tavola facciamo delle scelte, tanto che è da accogliere con entusiasmo la proposta dei ministri Sirchia e Moratti di introdurre come materia scolastica la scienza dell'alimentazione. Non ce ne accorgiamo perché fa parte della routine quotidiana, ma quante scelte compiamo al supermercato? Oggi come oggi poi, con i progressi fatti in campo scientifico, è davvero lecita la domanda: "Esistono pericoli a tavola per la nostra salute"?. Non si finisce mai di sottolineare quanto sia cruciale in questo ambito l'informazione, che spesso è poco chiara, a volte carente nei suoi aspetti essenziali per il consumatore. Lo ha ribadito Antonio Tajani nel corso di un convegno organizzato alla fine dello scorso mese da Azzurro Donna e dal dipartimento Sanità della regione Lazio. "La parola Ogm mi ha sempre fatto un po' paura" afferma la giornalista televisiva Anna La Rosa "fino a quando non ho capito bene di cosa si trattasse". Se non ci si sforza di approfondire l'argomento si rischia di assimilarli ad altre situazioni che hanno messo realmente a repentaglio la nostra salute: il vino al metanolo, i polli alla diossina, il morbo della mucca pazza. "Ma questi sono pericoli che provengono dai comportamenti poco corretti solo di alcuni produttori o distributori", sostiene Italia Vitellio Izzo di Azzurro Donna.

Nel caso degli Ogm ci troviamo di fronte a organismi trattati in laboratorio, ai quali viene modificato il Dna con tecniche molto sofisticate. Lo scopo è quello di fare assumere a questi organismi nuove caratteristiche. Valga per tutti un esempio: il mais Bt 176. Il Dna di questo organismo è stato modificato introducendo al suo interno un gene preso da un batterio. Questo gene fa produrre al mais una proteina tossica per alcuni insetti, rendendolo intrinsecamente più resistente. Con queste tecniche la scienza potrebbe tentare di risolvere problemi quali la fame nel mondo, venendo incontro agli 840 milioni di individui che soffrono di grave carenza di cibo. Ma le polemiche che si sono accese sul Golden Rice (o riso dorato per il suo contenuto di beta-carotene), un riso modificato geneticamente al fine di combattere la malnutrizione dovuta a carenza di vitamina A e il recente caso dello Zambia che ha rifiutato ben 10.000 tonnellate di mais in parte transgenico, offerto dagli Usa, hanno mostrato come la comunità scientifica non può pretendere che le persone si affidino ciecamente alla sua intraprendenza. Sono necessari dei passaggi che consentano agli individui di prendere coscienza di quanto si sta facendo in ambito scientifico. Ci riferiamo all'educazione e all'informazione, anche lì dove può sembrare un'impresa impossibile.

E’ dunque più che giusto domandarsi se ci sono effetti collaterali per la nostra salute, anche se per il momento la scienza non è in grado di rispondere in modo sicuro ed esauriente. Ma come non può essere demonizzato il progresso così non possiamo fare a meno della prudenza, è il parere di Domenico di Virgilio, membro della commissione Affari Sociali della Camera dei deputati. "Non ci dovrebbero essere pericoli in un paese civile che può e deve mettere in atto tutti i circuiti nazionali e comunitari" aggiunge la Izzo Vitiello. Ultimamente poi sono stati dati dei veri e propri giri di vite. Per il timore crescente di una minaccia alla biodiversità il ministro Alemanno ha sospeso la ricerca sugli Ogm in campo vegetale, scatenando la reazione di alcuni ricercatori della comunità scientifica italiana. Dal canto suo, l'Unione europea ha recentemente istituito un'Authority proprio allo scopo di sorvegliare sulla sicurezza alimentare, mentre la nostra Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge sui brevetti biotecnologici con il recepimento della direttiva europea. Per chi si reca al supermercato oggi, è il caso di sapere che per legge esiste una soglia che prima era dell'un per cento ma che ora è stata ulteriormente abbassata allo 0,8 per cento. Il consumatore deve essere informato qualora un prodotto contenga Ogm al disopra di quella soglia. Ma parliamo sempre di quegli Ogm approvati, sottolinea Marina Miraglia dell'Istituto Superiore di Sanità. E nel caso dell'Italia si tratta del mais e della soia.

E' bene poi sapere che quando si parla di autorizzazione, dietro c'è un procedimento di valutazione compiuto da un comitato internazionale (di cui fanno parte anche la Fao e l'Iss). E' un procedimento complesso, perché ogni Ogm è diverso dall'altro. Non soltanto. Esistono già delle metodologie che consentono di analizzare in laboratorio un alimento per scoprire se è stato modificato, rassicura Demetrio Amaddeo dell'Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana. In mezzo a tante precauzioni, la ricerca può senz'altro andare avanti, come auspica Carlo Cannella, che insegna Scienza della Nutrizione alla Sapienza di Roma. Ma, aggiunge, è necessario che si tenga conto delle competenze. E in fatto di controlli, la novità è un protocollo di intesa tra il ministro della Salute Girolamo Sirchia e il presidente della Fipe-Confcommercio Sergio Billé, che prevede l'istituzione di un nuovo marchio di qualità, un "bollino blu" che certificherà la sicurezza degli alimenti che si consumano nei bar e nei ristoranti.

31 gennaio 2003