Fitto: prima dobbiamo riscattare le nostre
debolezze
di Beatrice Mauri
“E’ necessario avviare una fase di analisi sul Mezzogiorno, per arrivare
a tracciare una diagnosi e poi trovare una terapia”. Così Raffaele
Fitto, il giovane governatore della Puglia, esordisce nella sala della
Regione Puglia alla Fiera del Levante di Bari nella prima giornata dei
lavori del convegno di Ideazione. Fino ad oggi, infatti, la classe
politica meridionale si è limitata a inseguire le emergenze, senza mai
avere una visione complessiva del fenomeno o un progetto a medio e lungo
termine. E’ arrivato, ha affermato Fitto, il momento di porsi il
problema del Mezzogiorno d’Italia come sistema paese.
Tre sono le aree problematiche sulle quali è necessario concentrarsi.
Prima di tutto quello del sistema creditizio, che ormai, con
l’assorbimento del Banco di Napoli nel gruppo San Paolo Imi, è
totalmente nelle mani del Nord. Secondo enorme ed annoso problema del
Sud rimane quello del sistema delle infrastrutture, carente al punto da
costituire un ostacolo insormontabile allo sviluppo dell’area. Infine,
il problema dell’allargamento dell’Unione Europea, che rischia di avere
un impatto destabilizzante sul Mezzogiorno. Bisogna intanto notare che,
con l’esclusione della Romania e della Bulgaria dalla prima ondata di
paesi ammessi, non vi sono aree di diretto interesse economico per
l’Italia meridionale. Non solo, l’allargamento rischia di trasformarsi
in un pericoloso boomerang per il nostro Mezzogiorno, che vedrà
diminuire massicciamente i finanziamenti europei a sua disposizione, che
ormai, ha ricordato Fitto, hanno completamente rimpiazzato le risorse
nazionali.
Fino al 2006 il terzo programma prevede ancora sostanziosi finanziamenti
(alla Puglia, per esempio spettano 12 mila miliardi di vecchie lire,
ripartite in sei anni), ma dopo quella data le Regioni dovranno
praticamente diventare autonome. E allora, ha sottolineato il presidente
Fitto, è necessario fare un po’ di autocritica, capire come sono state
spese le risorse fino ad oggi per evitare di compiere gli stessi errori.
Ed è necessario individuare delle forme per attaccare nicchie
parassitarie consolidate, che esistono e paralizzano il nostro
Mezzogiorno. La classe dirigente meridionale deve assumersi le sue
responsabilità per smentire con i fatti l’immagine di un Sud come un
luogo che macina soldi senza produrre alcun risultato.
29 ottobre 2002
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