Il centrodestra boccia Veltroni: per Roma un anno perso
di Tiziana Lanza

Il centrodestra boccia l’operato del sindaco di Roma, Valter Veltroni, ad un anno dall’insediamento in Campidoglio. Le valutazioni dell’opposizione sono state espresse in un convegno organizzato dall'associazione "Circolo di città" a palazzo Marini. Il bilancio e le osservazioni di un po' tutti gli intervenuti al convegno ci lasciano come al solito con l'amaro in bocca. Al di là delle osservazioni sui programmi presentati nella scorsa campagna elettorale, quello che conta per i cittadini sono i fatti. E i fatti sono un trend ancora in crescita dell'indebitamento delle casse comunali. Il primo a ricordarlo è stato Saro Munafò, presidente del Circolo di Città. Bruno Prestagiovanni, presidente del gruppo di An in Consiglio comunale è sceso ancor più nel dettaglio partendo dalla cifra di 11.174 miliardi di vecchie lire di indebitamento nel 1999 per arrivare a una previsione di 12.200 miliardi nel 2002. In cambio di quali servizi?

Tutti aspettavano il "viglile di quartiere" ha ricordato l’europarlamentare Antonio Tajani che un anno fa sfidò Veltroni. Ma il Comune di Roma, con i suoi trentamila dipendenti, non è stato neanche in grado di presentare in tempo la domanda per accedere ai fondi messi a disposizione della Regione. Antonio D'Alì, sottosegretario agli Interni, dal canto suo ha sottolineato quanto il governo abbia sollecitato il "vigile di quartiere" e quanto si stia lavorando per la riforma della polizia municipale. In alcune città pilota, e l'esempio per eccellenza è Bergamo, l'istituzione di questa figura chiave per la sicurezza dei cittadini ha già dato i suoi frutti. Buone nuove non vengono neanche dai tecnici presenti al convegno. Ercole Incalza, esperto di sistemi di trasporto e modelli economici, ha ricordato l'inferno che vive il cittadino romano quotidianamente per spostarsi in città. Una volta finita la campagna elettorale, nessuno ha più parlato di piano regolatore. E non esiste un progetto serio per risolvere il problema dei trasporti. L'esempio della metropolitana, che non può essere costruita un pezzo per volta, continua ad essere l'emblema di questa realtà disorganizzata. Il senatore Mauro Cutrufo, nel suo intervento, ha addirittura parlato di numero chiuso per la Metro A. Insomma, il 60 per cento dei cittadini continua a utilizzare il mezzo privato e a versare 26 miliardi al mese nelle casse dello stato per l'acquisto di carburante.

Neanche l'attenzione per l'ambiente ha ricevuto impulso dall'attuale amministrazione comunale. Livio de Santoli, docente di Fisica e Tecnica Ambientale alla Sapienza, ha ricordato l'impegno dall'attuale ministero dell'Ambiente per portare avanti concrete iniziative. Il primo passo decisivo è stata la promozione dell'Agenda 21. Ma a fronte di questo impegno, ha continuato, nella nostra città non esiste ancora una programmazione per la lotta all'inquinamento atmosferico. E non è possibile neanche quantificarlo perchè il sistema di rilevamento è obsoleto e il 60 per cento delle centraline non dà risultati attendibili. Il confronto con le altre capitali europee è sconfortante: il costo dei bus per chilometro è tre volte più alto della media europea, e nel piano regolatore della città non c'è alcun riferimento al piano energetico ambientale, neanche per gli edifici pubblici. Infine, niente di nuovo sotto il sole né per quanto riguarda l'inquinamento acustico, né per la gestione dei rifiuti. L'unica discarica che abbiamo si sta esaurendo, ha continuato de Santoli, e questo è un problema che non può essere ulteriormente rimandato.

Ma se volessimo fare l'avvocato del diavolo allora potremmo dire che il sindaco Veltroni non ha la bacchetta magica e che da solo non può risolvere la marea di problemi che questa città ha ormai da anni. In tal senso è facile oggi riconoscere che l’eredità di Rutelli è risultata assai meno rosea di quanto avesse fatto intendere la propaganda vicina all’ex sindaco. Una città che assomiglia molto ai suoi cittadini ormai stanchi di essere abbandonati a se stessi anche per i servizi più elementari e per questo litigiosi, spazientiti e inclini a violare le regole del vivere civile. La parola chiave allora potrebbe essere "decentramento": più potere ai municipi. L’opposizione ha ancora lamentato la linea accentratrice dell'attuale amministrazione comunale. I municipi non hanno un budget proprio e per questo non possono gestire il territorio di loro competenza. Infine, ha concluso Tajani, il Campidoglio ha inviato presso i municipi dei controllori, delegati del sindaco, che si sovrappongono ai presidenti locali. Un ulteriore appesantimento burocratico.

24 maggio 2002

tizilanza@hotmail.com