Cattivi pensieri. Populismo e socialismo
di Vittorio Mathieu
Il voto è segreto, e il voto di protesta lo è ancor di più. Impossibile,
quindi, un'analisi sociologica precisa del voto francese. Ma, per quanto
approssimativo, il termine "populismo" non credo che sia inesatto. Non
sarebbe del resto la prima volta che un partito "populista" si colloca a
destra: ci sono stati precedenti, ad esempio, in Grecia. Interpretavano
bensì un interesse popolare i Whig inglesi, che sedevano a sinistra
dello Speaker, quando predicavano l'abolizione del dazio sul grano, che
arricchiva solo i possidenti terrieri. Ma la politica socialistica delle
sinistre continentali non favorisce affatto le classi più umili.
Favorisce soltanto alcuni arrivisti politici, che fanno leva sullo
statalismo per raggiungere posizioni che non raggiungerebbero con il
libero mercato. Alla stragrande maggioranza dei non ricchi ciò non
importa nulla. Quanto alla deriva nazionalistica, questa ha un
significato diverso. Presa alla lettera è demagogica, ma come protesta
contro l'atteggiamento sbagliato delle sinistre è utile anch'essa.
Il burocratismo della UE non ha nulla di popolare: serve a dare un posto
a una élite di burocrati, alcuni dei quali emergono magari da un umile
condizione, grazie alla capacità di studiare, ma senza che questo incida
percentualmente in modo apprezzabile sulla condizione dei non abbienti.
Quando, perciò, Le Pen dice: "Se vinco io usciremo dall'Europa", la
minaccia fa più paura ai privilegiati che a chi nell'Europa cerca una
protezione. Queste ed altre affermazioni, ancor più scandalose, non sono
tra l'altro prese troppo sul serio dai più: come nel caso di Haider, più
facile da attaccare per ciò che dice che per ciò che fa. Quando, perciò,
si fa notare che nella domenica del ballottaggio le sinistre sono state
costrette a votare per Chirac, il paradosso è calzante per le sinistre
ufficiali o elitarie. Ma per le altre potrebbe essere smentito da un
paradosso ancor maggiore: che le sinistre di massa han votato per Le
Pen.
In Italia, senza ricorrere a inchieste demoscopiche, mi basta osservare
chi ha in mano "Il Giornale" anziché la "Repubblica": sempre più tipi di
classe media, ormai anche medio bassa. Hanno allora ragione i Bertinotti,
i Moretti, e così via, che rimproverano alle sinistre di non saper più
fare il loro mestiere? Non è così semplice. La mistica fa ancora presa
su qualche vegliardo e su un ristrettissimo numero di giovani, ma non
porterà mai a una maggioranza in Parlamento. Dunque, le sinistre
dovrebbero adottare i programmi della destra, come Blair della Thatcher?
Ma le sinistre italiane, Margherita compresa, non ne hanno la capacità
psichica né il coraggio. Solo se l'avessero la Casa delle Libertà
avrebbe da temere che buona parte dei suoi abitanti traslochi, qualora
le promesse di una legislazione autenticamente innovativa venissero
tradite.
10 maggio 2002
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