Una Margherita alla ricerca di petali
di Paolo Zanetto

Da segnare in agenda: il 22 marzo si apre a Parma il congresso fondativo della Margherita. Quasi sotto silenzio si sono già svolti i congressi di scioglimento dei due partiti che andranno a comporla, Democratici e Ppi. Il momento sarà solenne: nasce un rivoluzionario movimento politico, cattolico e riformista, popolare e liberal-democratico, di centro e di sinistra, a metà tra la tradizione cattolica di Don Luigi Sturzo e la leadership dell'ex pannellino radicale Francesco Rutelli. Sostanzialmente un ibrido impressionante, stile dinosauro mutante di Jurassic Park, che poteva essere concepito soltanto dalla mente dello scienziato (politico) pazzo Arturo Parisi. Il quale tuttavia ha fatto un affare: i Democratici nel nuovo partito esprimono il presidente, Rutelli, e l'uomo-macchina, lo stesso Parisi. Più che a una fusione paritaria tra partiti assomiglia all'opa Telecom di Colaninno.

Da un altro punto di vista, il Partito Popolare Italiano ha scelto un percorso coraggioso per il futuro. Quando il partito nacque dalle ceneri della Dc, i suoi promotori si riempirono la bocca con i riferimenti a Don Sturzo: stesso nome, stesse idee, stesso futuro glorioso. Sappiamo bene che non è andata proprio così, forse anche per colpa delle facce dei segretari popolari, tra cui annoveriamo: Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco, Pierluigi Castagnetti. No comment. Eppure nel Ppi militano personaggi che conoscono bene la politica, che hanno fatto la storia della Dc: basti pensare a De Mita. Ma nemmeno costoro sono riusciti a cambiare la linea politica, a conservare un collegamento con la storia democristiana. Da qualche giorno, secondo la mozione approvata dall'ultimo congresso, il Ppi è "congelato". Un partito Findus, per dirla con Bianco. E c'è anche un Capitan Findus che imbarca i naufraghi: è Francesco Rutelli, che all'ultimo capitano della pubblicità - quello giovane e palestrato - ci assomiglia pure.

Ne è passato di tempo dal capitano-nonno, con la barba bianca e i bambini che gli chiedevano i sofficini. E' stato ritirato dagli scaffali dei supermercati, era superato. Proprio come i "vecchi" democristiani del Ppi, che alzano bandiera bianca davanti alle truppe dell'era della comunicazione. La Margherita nasce con un bel simbolo, un bel nome (purtroppo ancora in linea con la tradizione "botanica" degli ultimi anni) e una bella campagna pubblicitaria su manifesti e giornali. Firmata dall'agenzia Saatchi & Saatchi, come sempre: per Rutelli solo il meglio. C'è da scommettere che al congresso di Parma il Piacione darà il meglio di sé, aiutato da una coreografia d'eccezione. Il modello, lo ha detto Rutelli, c'è già: è Forza Italia, il partito disprezzato per anni e segretamente invidiato. Un movimento innovatore, poco compreso dai suoi avversari ma in perfetta sintonia con gli elettori. In bocca al lupo: Forza Italia è un caso di straordinario successo, per replicarlo servirà molto lavoro, un grande intuito e una visione altrettanto innovativa. Che per ora manca.

Mentre Parisi dà forma al suo partito e Rutelli fa scegliere a sua moglie la cravatta più adatta per il palco del congresso (verde, scommettiamo?), qualche (ex) popolare inizia ad avere dei ripensamenti sulla scelta strategica. Perché il congelamento del Ppi in Italia significa anche la sua scomparsa in Europa, in particolare nel Partito Popolare Europeo. Castagnetti proverà forse a spiegare che la Margherita è una forza pienamente integrata nel Ppe, ma con la bizzarra caratteristica di essere presieduta da un parlamentare europeo dei liberal-democratici europei (Eldr) e di avere tra i suoi soci il presidente della Commissione Europea, quel Prodi che ai popolari non è mai stato molto simpatico. Il Ppi rischia seriamente di essere sbattuto fuori dai popolari europei, ratificando l'assunto - piuttosto evidente ormai - per cui Forza Italia è l'unico interlocutore del Ppe in Italia. E aprendo la strada all'eventuale ingresso in Alleanza Nazionale nel Ppe. Si racconta che Franco Marini, uno che sindacalista ci è nato, sia imbattibile nelle trattative sui collegi. Se fosse stato ancora lui il segretario del Ppi, la Margherita sarebbe nata in modo diverso.

15 marzo 2002

zanetto@tin.it