Chiesa e Internet: incontro a distanza
di Paolo Terenzi

Il rapporto tra mondo cattolico e Internet è un tema di cui recentemente si è tornato a parlare. A dare nuova linfa al dibattito è stata senza dubbio la pubblicazione di alcuni importanti documenti. Il 24 gennaio, Giovanni Paolo II ha pubblicato il testo di un messaggio, intitolato "Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo", scritto per la 36ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Circa un mese dopo, sono usciti anche due testi del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, intitolati "La Chiesa e Internet" e "Etica in Internet". La riflessione su questi temi è dettata probabilmente da due ordini di fattori: da una parte c'è la necessità di confrontarsi con le sfide e le opportunità del presente, dall'altra c'è forse anche il tentativo di comprendere un insieme di espe-rienze già in atto nella Chiesa stessa.

Negli ultimi anni, infatti, sono nate in Internet centinaia di iniziative di matrice cattolica. Navigando nella rete e riferendosi al solo contesto italiano, oltre ai siti istituzionali www.vatican.va e www.chiesacattolica.it, si trovano anche portali, come www.culturacattolica.it, www.paginecattoliche.it, www.siticattolici.it, diventati ormai un vero e proprio punto di riferimento per il mondo cattolico e per chi ha una qualche curiosità nei confronti di esso. Non mancano poi newsgroup o mailing list dedicate ai temi più diversi. Alcune di queste iniziative, come groups.yahoo.com/group/politica_cattolici, hanno raggiunto un grande successo di pubblico e possono oggi vantare diverse migliaia di sottoscrittori. Anche alla luce di questi fatti, il tono dei do-cumenti citati può forse essere riassunto da due parole usate nel messaggio di Giovanni Paolo II: "realismo" e "fiducia". Realismo perché Internet, benché sia definito un nuovo "forum" innovativo e promettente, rimane pur sempre uno strumento (e come tale può essere usato bene o male). Inter-net può essere certo una prima, importante, modalità di incontro, ma non può costituire, da solo, il fondamento di una relazione sociale autenticamente significativa.

Non si possono attribuire ad Internet proprietà "magiche", l'accesso alle informazioni non porta automaticamente ad un arricchimento della conoscenza. Del resto già molti anni fa, in celebri versi dei Quattro Quartetti, Eliot si chiedeva: "Dov'è la saggezza che abbiamo perduto nella conoscenza? Dov'è la sapienza che abbiamo perduto nell'informazione?". Allo stesso tempo però, l'apertura di credito e il senso di "fiducia" nei confronti di Internet derivano dal fatto che esso può essere visto anche come un mezzo che amplia la possibilità di comunicazione interpersonale e come un "aiuto eccellente" nella formazione di chi lo usa. Come si può dedurre da queste brevi considerazioni, i documenti non intendono dire una parola definitiva. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto che si parla di uno strumento fatto di luci ed ombre, poiché di luci ed ombre è fatto lo sguardo di chi lo usa.

15 marzo 2002

terenzipaolo@libero.it