Quell'arma spuntata dello sciopero generale
di Vittorio Mathieu
Cofferati insiste: sciopero generale per il 5 aprile. La minaccia è
seria. Uno sciopero generale può mettere in ginocchio la nazione. Se
comincia il 5 aprile, ci si domanda, quando finirà? Ma la risposta è: il
5 aprile. Allora non è uno sciopero, è solo un giorno di festa in più.
La differenza è che si fermeranno i mezzi pubblici (come a Natale)
anziché i privati (come nelle domeniche ecologiche). Lo sciopero
generale è un arma terribile se a tempo indeterminato, come la guerra.
Se si sa prima quanto durerà, è un arma spuntata. Si faranno le
provviste il giorno prima, e si eviterà di uscire di casa. Come per un
influenza.
Scarsa influenza, scarsa affluenza: quanti parteciperanno? Non che la
percentuale cambi molto. In alcuni campi, basse percentuali di
astensioni dal lavoro impediscono di lavorare agli altri. Molti
pendolari saran penalizzati dalla mancanza di mezzi di trasporto:
perderanno il salario, o guadagneranno un giorno di ferie? Ma il vero
problema è un altro. Non tutte le confederazioni, a quanto pare,
aderiranno allo sciopero. Dunque, si potrà essere sindacalizzati e
krumiri a un tempo. Ma non basta. Circa la metà degli aderenti alla
CGIL, che proclama lo sciopero, sono pensionati. Ammesso che tutti gli
aderenti a quella confederazione ne seguano i dettami, come faranno i
pensionati a scioperare? Potrebbero chiedere che venga tolto loro un
giorno di pensione. Un tempo c’era qualche professore che aderiva ad uno
sciopero, perché lo trovava giusto, ma non voleva abbandonare la classe
e faceva lezione, dandosi assente solo ai fini dello stipendio. Ai
professori universitari il ministro chiedeva espressamente di dire se
volevano esser pagati o no nel giorno di sciopero, perché nessuno era in
grado di capire se facessero lezione, o facessero ricerca, o
scioperassero. Gli enti pensionistici, però, non sono autorizzati a
stornare le somme dovute, se non per ordine dell’autorità giudiziaria.
Quindi i pensionati non dispongono di questo modo per scioperare.
Mi si dirà che molti cominciano a lavorare appunto nel momento in cui
vanno in pensione. Spesso è così. Si lascia la banca e si scopre la
vocazione di amministratore di stabili; si lascia l’azienda, e si
riparano rubinetti per tutto il giorno. L’economia prospera grazie a
questo, e prospererebbe ancor più se l’abitudine fosse ufficialmente
riconosciuta e regolata. Ma chi lavora in proprio o in nero è difficile
che voglia scioperare e possa permetterselo. Credo che ci accorgeremo
dello sciopero generale solo perché aspetteremo l’autobus un po’ più a
lungo.
1 marzo 2002
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