Tutta la verità, nient'altro che la verità
di Andrea Mancia


"The Skekptical Environmentalist", scritto dal danese
Bjørn Lomborg per la Cambridge University Press (e di prossima pubblicazione in Italia), non sembra - a prima vista - un libro capace di accendere le passioni e spaccare in due la comunità scientifica. Questo libro di quasi 500 pagine pieno di numeri, grafici (162) e note bibliografiche accuratissime (2900) è invece riuscito dove pamphlet propagandistici costruiti con ben altre pretese avevano miseramente fallito. E ha finalmente gettato un po' di luce su quella "grande truffa" della litania ambientalista che inquina, ormai da decenni, il nostro pianeta.

Lomborg - professore associato di statistica, ecologista, ex attivista di Greenpeace, vegetariano e vicino (per sua stessa ammissione) alle idee della sinistra scandinava - è diventato un "ambientalista scettico" quasi per caso, soggiogato dalla forza dei fatti e dal potere persuasivo dei numeri. Era partito per dimostrare che la Terra era moribonda, insomma, e si è ritrovato a raccontare una storia del tutto diversa, fatta di una malattia in avanzato stadio di guarigione e di una pletora di medici pronti a giurare il falso pur di ottenere qualche finanziamento in più. Una storia triste, senza dubbio, ma molto meno tragica di quanto la lobby internazionale degli scienziati-verdi abbia voluto farci credere negli ultimi anni, anche grazie alla criminale complicità di un poderoso network massmediatico.

"The Skekptical Environmentalist" parte dalle stesse fonti utilizzate dalle Cassandre egologiste per gridare al disastro imminente, ma le analizza con rigore scientifico-matematico da una prospettiva di lungo periodo. E bastano poche pagine per accorgersi della differenza: sulla deforestazione, la fame nel mondo, l'inquinamento dell'aria, le specie animali in via d'estinzione... Perfino il Sacro Testo del Protocollo di Kyoto finisce per essere ridimensionato dalla fredda analisi di Lomborg che, in punta di penna e senza alzare la voce, si sbarazza di una serie infinita di petulanti luoghi comuni travestiti da para-scienza.

Naturale, dunque, che il Gotha ecologista si sia sentito toccato, nel profondo, dal lavoro del ricercatore danese. Ma la reazione scomposta degli ambientalisti è andata oltre, dimostrando una violenza ed un'arroganza dimenticate dai tempi della Terza Internazionale. "Scientific American", che ormai da tempo è diventata una Bibbia dei pasdaran verdi, ha dedicato un numero speciale alla distruzione sistematica del libro di Lomborg, non andando oltre - per la verità - ad una meschina raccolta di insulti gratuiti. Anche Greenpace, WWF e Worldwatch Institute si sono lanciati in una serie impressionante di attacchi che molto spesso sono scivolati nel campo delle offese personali. Quasi nessuno, invece, ha avuto il coraggio di affrontare Lomborg sul suo campo, quello dell'analisi statistica dei dati. E questo è un vero peccato, perché la scienza avrebbe bisogno di discussione e confronto tra idee per progredire. Al contrario, l'isteria e la demonizzazione dell'avversario o di chi, semplicemente, la pensa in maniera diversa, servono soltanto a chi - in perfetta malafede - ha bisogno di continuare a coltivare il proprio orticello moribondo (o presunto tale). Ma tutto questo con la scienza e la ricerca della "verità" non ha nulla a che fare.

1 marzo 2002

anmancia@tin.it

 

 

 

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The Skeptical
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