“Il voto bipartisan rafforza il governo”
intervista a Elio Vito di Pierpaolo La Rosa


Silvio Berlusconi aveva chiesto un "voto di unità nazionale", un consenso senza riserve o ambiguità sul contributo militare italiano alle operazioni in corso in Afghanistan. E alla fine un consenso davvero ampio si è realizzato: 513 sì, 35 no, 2 soli astenuti a Montecitorio; 246 favorevoli, 1 astenuto e 32 contrari nell'aula di Palazzo Madama. Un risultato importante, secondo il capogruppo di Forza Italia alla Camera Elio Vito.

Sulla partecipazione italiana alla guerra, maggioranza e opposizione hanno dato una sostanziale prova di unità. Un fatto insolito, che non accadeva ormai da tempo. Soddisfatto?

Certo. Del resto, la Casa delle libertà ha messo in atto tutti i meccanismi perché si potesse finalmente realizzare un coinvolgimento a largo raggio. Il voto pressoché unanime del Parlamento rafforza naturalmente il governo e testimonia anche come su temi così delicati non ci si debba dividere. La collocazione dell'Italia nella comunità internazionale, la lotta al terrorismo che colpisce in maniera indiscriminata, la difesa del principio della libertà, la tutela del valore della democrazia: tutti argomenti che richiedono una vera politica di coesione nazionale. Ritengo poi che la decisione delle Camere sia di aiuto ai militari che stanno per partire; d'altra parte, siamo molto vicini a loro e alle loro famiglie. Sapere di poter contare sull'appoggio, sul sostegno dell'intero paese può servire alle nostre Forze Armate in una missione che si presenta assai complicata.

Anche l'Ulivo ha dato prova di maturità…

Guardi, non abbiamo mai voluto strumentalizzare le difficoltà interne all'opposizione. Abbiamo sempre atteso che sulla politica estera si raggiungesse una posizione comune, realmente bipartisan. Credo quindi che sia stata premiata la volontà testarda, paziente della maggioranza di cercare e favorire un'intesa con il centrosinistra perché - lo ripeto ancora una volta - di fronte alla minaccia del terrorismo non bisogna procedere in ordine sparso.

Qualche crepa nel centrosinistra si è però aperta: alcuni esponenti sostengono che non si sradica il terrorismo con le bombe…

E' chiaro che non esistono solo i bombardamenti. Ma essere imbelli, ritenere che davanti ad uno stato di guerra dichiarato da bin Laden all'Occidente si possa rispondere con le parole, è qualcosa di impensabile.

Insomma, siamo all'inizio di un rinnovato dialogo tra i Poli?

E' il nostro auspicio: siamo disponibili ad una collaborazione reciproca maggiore, nell'ambito sempre della naturale distinzione dei ruoli.

9 novembre 2001

pplarosa@hotmail.com