Cattivi pensieri. G8, le ragioni di una confusione
di Vittorio Mathieu

Nessuno dubita che il popolo di Seattle si divida tra violenti e mansueti. Qualche centinaio di sigle per parte. Ciò che però non si capisce - ma si dovrebbe capire - è perché sia così difficile separare il grano dal loglio. Perché, anzi, i mansueti non provvedano essi stessi a dissociarsi dai violenti. C’è qualcosa che li unisce, più forte di ciò che li divide. Il fenomeno è frequente nelle religioni, specialmente in quelle che si accontentano di una fede imprecisa e prevalentemente negativa (come presso i musulmani). Nel caso dell’antiglobalizzazione, peraltro, c’è una ragione più banale: l’esigenza di farsi notare. Se manca questa condizione, nessun finanziatore sarà più disposto a pagare le trasferte e le spese generali. Ora, i mansueti, per quanto anomali vogliano sembrare, non riusciranno mai a farsi notare. Ciò che fa notizia è la violenza, non la mansuetudine, anche se rara. Pre questo, gli antiglobalizzatori mansueti non sconfessano i violenti.

Quanto agli obiettivi, dubito che i guai della globalizzazione (uniti, peraltro, a vantaggi) si combattano efficacemente contestando i G8 o qualsiasi altra iniziativa turistica ad alto livello. Ma, se per caso gli obiettivi fossero ben scelti, solo i violenti riuscirebbero a perseguirli. Faccio un esempio. Sono sicuro che Vittorio Sgarbi farà molto in difesa di nostri beni culturali: ma sarebbe in condizione di farlo se, per anni, non si fosse messo in mostra con i suoi sgarbi quotidiani? Se fosse solo uno studioso stimato da qualche centinaia di persone nel mondo? Alcuni dicono che mettersi in mostra è la sua natura. Può darsi: ma posso testimoniare (indirettamente, ma attraverso una fonte sicura) che lo ha sempre fatto deliberatamente, sapendo quel che faceva, per ottenere una posizione che i suoi studi serissimi non gli avrebbero dato.

Altro esempio. Sulla globalizzazione, per iniziativa della Fondazione internazionale Nova Spes, hanno discusso ai Lincei Giuliano Amato, Antonio Martino e Antonio Fazio. Un pubblico scelto intervenne, pro e contro. Vi pare che ciò abbia fatto notizia per un millesimo, rispetto alle vetrine infrante e agli spari di Goeteborg? Quelle che rimangono oscure sono, però, le ragioni per cui, dei prossimi contestatori di Genova, si occupa il ministro degli Esteri e non solo quello degli Interni. Forse si ha intenzione di riconoscere loro uno status di enti di diritto internazionale.

6 luglio 2001

vmathieu@ideazione.com


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