Mutui e casa, eppur si muovono
di Eleonora Barbieri
Ideazione di settembre-ottobre 2005

Mutui e casa: un binomio che, negli ultimi due anni, è sempre più protagonista. Non solo per la ben nota passione degli italiani per il mattone ma, anche, per il basso costo del denaro: in media, oggi per ottenere un prestito si paga un interesse fra il 3 e il 5,5 per cento (il più alto viene applicato in caso di mutuo a tasso fisso). I dati diffusi dalla Banca d'Italia parlano di cinquanta miliardi di euro erogati lo scorso anno: per i mutui, una crescita del 17 per cento che, nel caso specifico degli indebitamenti per la casa, sale al 20 per cento.Il clima favorevole ha sollecitato gli istituti di credito a sviluppare nuove formule di finanziamento: in alcuni casi le banche offrono mutui per l'acquisto della casa in grado di coprire fino al 100 per cento del valore dell'abitazione, contro un tetto massimo che, in precedenza, raggiungeva l'80 per cento. Il bacino potenziale di clientela è allettante: secondo un'indagine condotta da Mercer Oliver Wyman, in Italia la domanda di mutui di questo tipo sarebbe pari a 62 miliardi.

Agli orizzonti delle banche c'è poi anche un'altra fetta di mercato da conquistare, quella di chi ha un impiego ma non un contratto a tempo indeterminato: i lavoratori cosiddetti atipici, la cui percentuale, dopo la riforma Biagi, è destinata a crescere tanto da rendere la loro posizione contrattuale sempre più frequente. E siccome si tratta soprattutto di giovani che ricevono uno stipendio e vorrebbero un'abitazione per conto loro, la possibilità di accedere al credito diventa cruciale.

Una strada percorribile è quella dei fondi di garanzia per l'acquisto della prima casa: la proposta è stata avanzata, a livello pubblico, dallo stesso ministero del Welfare. Sul piano privato, un fondo per il finanziamento ai lavoratori atipici è stato ideato la primavera scorsa dall'E.Bi.Temp, l'Ente bilaterale per il lavoro temporaneo. In occasione della presentazione del progetto, l'Associazione bancaria italiana ha reso noti i risultati di un'indagine, secondo cui il 22 per cento delle banche effettua operazioni di microfinanziamento per occupati con contratto atipico, sia dal punto di vista del credito sia da quello dei servizi di pagamento.

Vi sono banche che concedono un mutuo solo se chi ha un contratto temporaneo ha anche un garante alle spalle; altre invece considerano come garanzia la stessa ipoteca sulla casa. Alcuni istituti hanno cominciato a mettere a punto soluzioni specifiche. Capitalia, ad esempio, lo scorso novembre ha lanciato i «Mutui per i giovani» (fra i 18 e i 35 anni d'età), inizialmente istituendo un plafond, poi prorogando indefinitamente l'iniziativa a partire da marzo. I prestiti vengono concessi solo per l'acquisto della prima casa, fino a un massimo di 150mila euro e comunque non possono superare l'80 per cento del valore dell'immobile. Il richiedente può avere un contratto a tempo non indeterminato, purché abbia lavorato complessivamente 30 mesi negli ultimi tre anni, escluse eventuali prestazioni occasionali. Sono previsti anche alcuni vantaggi specifici: ad esempio, in caso di difficoltà economica, il mutuo può essere differito nel tempo oppure alcune rate possono essere dilazionate. Anche Unicredit Banca per la casa ha adottato una “politica del credito” specifica, dalla fine del 2004: i collaboratori a progetto, ad esempio, sono equiparati agli autonomi se hanno raggiunto un'anzianità di almeno tre anni; i finanziamenti vengono concessi anche a chi abbia un contratto a tempo determinato o stagionale (purché continuativo e con almeno 180 giorni di lavoro all'anno) e anche a colf e badanti, se lavorano da almeno 36 mesi presso lo stesso datore di lavoro. Anche se i giovani con contratto atipico che possono affrontare un mutuo rimangono comunque una minoranza – spesso l'incertezza stessa è un ostacolo insormontabile – gli istituti di credito stanno cominciando a modificare la loro politica nei confronti di una realtà che è destinata ad essere sempre più dominante e di cui, in prospettiva, non possono non tener conto.



Eleonora Barbieri, giornalista, collaborare con testate nazionali su temi di politica estera e economia.

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