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    Scacco matto in quattro mosse «La 
      nuova fase, che si è aperta il 9 e 10 aprile scorso, è fondamentale 
      per il futuro del centrodestra». Da senatore della Repubblica, appena 
      eletto nelle liste di Forza Italia, Gaetano Quagliariello, storico prestato 
      già da tempo alla politica – nella precedente legislatura è 
      stato consigliere culturale del presidente del Senato Marcello Pera – 
      analizza con Ideazione le tappe dei prossimi, delicati mesi. «Le elezioni 
      hanno dimostrato che ben oltre la metà del paese ha un orientamento 
      liberale e conservatore. Con questo dato acquisito, la Casa delle Libertà 
      si trova di fronte ad un'occasione storica, che non deve assolutamente farsi 
      sfuggire: può liberarsi della zavorra accumulata nel corso dell'esperienza 
      di governo, impegnandosi a migliorare la sua proposta politica; dimostrare 
      tenuta e rinsaldare i vincoli all’interno della coalizione; rafforzare 
      la propria classe dirigente; ma anche far sentire con maggior forza la voce 
      di quel cinquanta per cento degli italiani che l’ha sostenuta con 
      il voto, quella che Ideazione ha definito la Right Nation italiana; voce 
      che neanche i sondaggi sono stati in grado di rilevare poiché lontana 
      dalle amplificazioni della piazza, dei movimenti, dei media ma anche lontana, 
      almeno nel caso di Forza Italia, dalle strutture intermedie che operano 
      a livello locale. Non c’è tempo da perdere, è necessario 
      partire subito».
 
       «La 
      nuova fase, che si è aperta il 9 e 10 aprile scorso, è fondamentale 
      per il futuro del centrodestra». Da senatore della Repubblica, appena 
      eletto nelle liste di Forza Italia, Gaetano Quagliariello, storico prestato 
      già da tempo alla politica – nella precedente legislatura è 
      stato consigliere culturale del presidente del Senato Marcello Pera – 
      analizza con Ideazione le tappe dei prossimi, delicati mesi. «Le elezioni 
      hanno dimostrato che ben oltre la metà del paese ha un orientamento 
      liberale e conservatore. Con questo dato acquisito, la Casa delle Libertà 
      si trova di fronte ad un'occasione storica, che non deve assolutamente farsi 
      sfuggire: può liberarsi della zavorra accumulata nel corso dell'esperienza 
      di governo, impegnandosi a migliorare la sua proposta politica; dimostrare 
      tenuta e rinsaldare i vincoli all’interno della coalizione; rafforzare 
      la propria classe dirigente; ma anche far sentire con maggior forza la voce 
      di quel cinquanta per cento degli italiani che l’ha sostenuta con 
      il voto, quella che Ideazione ha definito la Right Nation italiana; voce 
      che neanche i sondaggi sono stati in grado di rilevare poiché lontana 
      dalle amplificazioni della piazza, dei movimenti, dei media ma anche lontana, 
      almeno nel caso di Forza Italia, dalle strutture intermedie che operano 
      a livello locale. Non c’è tempo da perdere, è necessario 
      partire subito». 
 Anche lei, quindi, crede ad un governo Prodi dalla durata 
      breve?
 
       Anche lei, quindi, crede ad un governo Prodi dalla durata 
      breve?
      In politica il futuro è aperto per definizione, ma le difficoltà 
      dei vincitori sono evidenti. Il centrosinistra non ha i voti per governare 
      e neppure sufficienti posti di potere per far fronte alle legittime aspirazioni 
      di capi e capetti dei tanti partiti che lo compongono. Oltre naturalmente 
      al dato più evidente e rilevato: sono divisi sugli aspetti qualificanti 
      di un qualsivoglia programma. Di fronte ad un simile scenario, la destra 
      ha fatto bene a dirsi inizialmente disponibile alle larghe intese, per senso 
      di responsabilità nei confronti del paese ma anche per una ragione 
      politicamente strategica: meglio aver avanzato questa proposta tutti insieme 
      piuttosto che averla lasciata in gestione a frange centriste.
 E il centrodestra che verrà?
 
      E il centrodestra che verrà?
      Il voto ha chiarito alcuni aspetti importanti. Il primo è che è 
      ancora impossibile fare a meno della leadership di Berlusconi: è 
      stata la forza del Cavaliere a riaprire la competizione, facendo di Forza 
      Italia il primo partito italiano. Il carisma del Caimano ha ancora una volta 
      sovrastato ogni velleità interna d’autonomia. Il secondo aspetto 
      è che l’onda dell’antistatalismo degli anni Novanta non 
      si è affatto esaurita e non sembra neanche affievolita. Il peso che 
      nel corso della campagna elettorale hanno avuto i temi economici, soprattutto 
      in materia fiscale, e il voto espresso dal Nord e dai settori più 
      produttivi del paese parlano da soli. 
 Lei crede quindi che la battaglia liberale del centrodestra sia ancora il 
      perno attorno al quale deve muoversi questa parte politica?
 
      Lei crede quindi che la battaglia liberale del centrodestra sia ancora il 
      perno attorno al quale deve muoversi questa parte politica?
      Solo in parte. Credo che sarebbe un errore non accorgersi della rilevanza 
      che hanno assunto in questa campagna elettorale – e questo è 
      il terzo aspetto che mi pare abbiano ben chiarito le ultime elezioni – 
      le tematiche legate all’identità e alla preservazione delle 
      tradizioni, nonché i grandi temi etici che hanno animato il dibattito 
      pubblico. Mi riferisco naturalmente al riconoscimento delle radici cristiane 
      dell’Europa nel preambolo della Costituzione europea, ma anche al 
      referendum sui temi bioetici, che a mio avviso ha rappresentato un po’ 
      una chiave interpretativa di svolta della politica del centrodestra nel 
      caso dell’ultimo quinquennio. E poi per capire quanta incidenza abbia 
      avuto questo elemento di divisività nello scontro tra i due poli 
      basta guardare alle percentuali di Margherita e Udeur. In Italia si tratta 
      di un risultato affatto scontato che promette alla destra – se lo 
      saprà cogliere – ancora più soddisfazioni nel futuro 
      prossimo venturo. 
 Schematizzando: liberisti in economia e conservatori nelle politiche sociali. 
      Ma crede che queste due anime possano convivere nel centrodestra e in Forza 
      Italia?
 
      Schematizzando: liberisti in economia e conservatori nelle politiche sociali. 
      Ma crede che queste due anime possano convivere nel centrodestra e in Forza 
      Italia?
      La convivenza di Giulio Tremonti e di Marcello Pera all’interno dello 
      stesso partito dimostra chiaramente che la convivenza non solo è 
      possibile ma è vincente: sono proprio loro che meglio di altri hanno 
      incarnato i due aspetti principali del voto di centrodestra. Ma, a questo 
      punto, il problema del “Che fare?” si dipana con naturalezza. 
      Del resto, è lo stesso al cospetto del quale si trovano tutte le 
      forze liberal-conservatrici europee. Di fronte alle sfide interne e internazionali, 
      conseguenza innanzi tutto del terrorismo internazionale, ci si deve dimostrare 
      in grado di saldare in un’unica proposta di governo modernità 
      economica e identità tradizionale. Laddove questa sintesi non riesce, 
      si è sconfitti. Nella Spagna di Aznar, ad esempio, hanno compreso 
      ciò e stanno correndo ai ripari.
      
       Stiliamo una sorta di 
      cento giorni dell’opposizione. Quali provvedimenti vanno assolutamente 
      avviati nei prossimi mesi per non trovarsi impreparati ad un confronto elettorale 
      a breve?
 Stiliamo una sorta di 
      cento giorni dell’opposizione. Quali provvedimenti vanno assolutamente 
      avviati nei prossimi mesi per non trovarsi impreparati ad un confronto elettorale 
      a breve?
      Distinguerei tra ambito parlamentare ed extraparlamentare, e in quest’ultimo 
      tra il ruolo dei partiti di centrodestra e il ruolo dei think tank di orientamento 
      liberal-conservatore. Ai parlamentari chiederei di esprimere la consapevolezza 
      della propria forza. E di predisporre dieci provvedimenti legislativi che 
      diano una traduzione emblematica ad un programma unitario di governo. In 
      modo che, se si dovesse ritornare alle urne in tempi medio-brevi, non soltanto 
      il programma sarebbe già scritto. Sarebbe anche già tradotto 
      in termini legislativi e sottoscritto dalle diverse anime della coalizione.
 E al di fuori delle aule parlamentari?
 
      E al di fuori delle aule parlamentari?
      Ai partiti, e soprattutto a Forza Italia, affiderei il compito di creare 
      una classe politica “intermedia” che rappresenti degnamente 
      nelle istanze locali quella base liberale e popolare che, ne abbiamo avuto 
      l’ennesima prova, esiste nel paese. Non si può sperare di vincere 
      solo alle elezioni politiche, con Berlusconi. è necessario divenire 
      competitivi anche a livello amministrativo. Ai think tank, come Magna Carta 
      e come Ideazione, chiederei di tenere insieme il meglio della classe politica 
      espressa da un’esperienza di governo per nulla fallimentare, per predisporre 
      le idee e gli strumenti che consentano di tornare al più presto alla 
      guida del paese. Anche attraverso un sostegno diretto alle iniziative parlamentari 
      sostenute dal centrodestra. Bisogna creare sinergie e scambio continuo. 
      E lanciare nuove iniziative: dall’ambito dell’informazione a 
      quello dei rapporti con le Fondazioni e i think tank di centrodestra europei 
      e americani. 
 Per fare un esempio concreto?
 
      Per fare un esempio concreto?
      Individuare un modo creativo per utilizzare quel finanziamento annuale di 
      circa dieci milioni di euro che la legge per l’editoria mette a disposizione 
      di Forza Italia e che essa – unico tra tutti i partiti – non 
      ha mai utilizzato. Delle due l’una: o lo si utilizza o si fa una battaglia 
      civile per l’abolizione di quelle sovvenzioni.
 Parlando del futuro della coalizione, ci crede al partito unico?
 
      Parlando del futuro della coalizione, ci crede al partito unico?
      Ci ho creduto e ci credo tuttora, anche se in questo momento la proposta 
      di un gruppo unico potrebbe essere prematura; senz’altro è 
      concretamente sostenibile, invece, l’idea di un inter-gruppo compatto 
      nella difesa dei valori dell’Occidente e della sua tradizione, che 
      esalti ciò che unisce le anime del centrodestra e avvicini gradualmente 
      la prospettiva di un solo grande partito, conservatore e liberale.
       
 
        
        Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta e senatore 
      di Fi.
 
      Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta e senatore 
      di Fi.
 Cristiana Vivenzio, redattore di Ideazione.
 
      Cristiana Vivenzio, redattore di Ideazione. 
      

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