Luglio-Agosto 2002
Angoscia e politica
IDEAZIONE
Idee in libertà
Domenico Mennitti
CONGETTURE & CONFUTAZIONI
Addio alla Francia
Alessandro Campi
e Renzo Foa
L’occidentalizzazione dell’Est
Gianni Baget Bozzo
Effervescenza meridionale
Massimo Lo Cicero
Sinistra e antisemitismo
Alberto Indelicato
Un anno di politica estera
Giovanni Castellaneta
ANGOSCIA E POLITICA
La politica e la paura
Alessandro Campi
Berlusconi e la paura
Eugenia Roccella
Il richiamo primordiale
Claudio Risé
Paura e disgusto in Europa
Giuseppe Sacco
Le paure della gente qualunque
Sergio Benvenuto
Dialoghetto semiserio
sulle paure della Sinistra
Ruggero Guarini
Pim Fortuyn e il malessere degli europei
Barbara Mennitti
La politica e il “modello romano”
Andrea Marcigliano
QUALE MUSEO PER L'ITALIA?
Autobiografia della nazione
Aldo G. Ricci
Perché il museo della patria
Giuliano Urbani
Tante Italie, una identità
colloquio con
Ernesto Galli della Loggia,
Gian Enrico Rusconi
e Giovanni Sabbatucci
a cura di Riccardo Paradisi
La memoria delle nazioni
Cristiana Vivenzio
SAGGIO
La fine del dirigismo finanziario
Maurizio Baravelli
ROMA, CINECITTA' APERTA
Cinema: è sempre l’arma più forte
Maurizio Cabona
Verso Venezia.
Un’esibizione di amorosi sensi?
Michele Anselmi
Cinema italiano: profitti e perdite
Paolo Priolo
Povero ma bello:
quel cinema da riscoprire
Dino De Laurentiis
Il film è arte, il cinema industria
Maurizio Schiaretti
Al cinema nell’era delle multisale
Luigi Filippi
LA VALIGIA DELLE INDIE
Armeni, un popolo dimenticato
Roberto Zavaglia
SAGGI
Zolla, l’irregolare della Tradizione
Alessandro Grossato
Il cristianesimo non è una religione
Fabrizio Gualco
FEUILLETON: GIUSEPPE PREZZOLINI,
UN ITALIANO UTILE
Prezzolini, l’anarchico conservatore
Gennaro Sangiuliano
Cento anni di inquietudine
intervista a
Margherita Marchione
Perché dirsi prezzoliniani
Colloquio tra Vittorio Mathieu
e Anacleto Verrecchia
Lettere all’amico perugino
Marco Nicoletti
LETTURE
Libri letti e recensiti |

«Anche in una collettività che assicura la migliore protezione
la paura sussiste: è una reazione normale e fondamentale
dell'essere e quindi è impossibile rimuoverla radicalmente. La si
può addomesticare, come la violenza. L'una e l'altra rimangono in
agguato nell'individuo e nella società [...].
Il ruolo della politica è di contenerle entro certi limiti, al
fine di dare fiducia ai cittadini nell'esplicazione delle proprie
occupazioni e aspirazioni»
Julien Freund |
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