Un nuovo
processo costituzionale si è aperto in Europa. Una Convenzione, composta da
105 “saggi” (15 rappresentanti dei governi e 30 membri dei parlamenti dei
paesi membri, 16 rappresentanti del Parlamento europeo, due rappresentanti
della Commissione e 3 rappresentanti – uno del governo e due del Parlamento
– dei paesi candidati), sotto la guida di Valery Giscard d’Estaing, è stata
incaricata dal Consiglio europeo di Laeken di studiare le questioni
essenziali legate allo sviluppo dell’Unione europea e le soluzioni possibili
in vista dell’allargamento. I risultati della Convenzione dovranno servire
da punto di partenza della prossima Conferenza intergovernativa incaricata
di rivedere i trattati comunitari. Per allargare il dibattito e garantire
un’ampia partecipazione della società civile, un Forum, una rete cioè di
organizzazioni e associazioni, sarà regolarmente informato e consultato
sull’andamento dei lavori. La composizione della Convenzione, l’ampiezza del
mandato e la qualità e il peso dei suoi membri sono la prova che qualcosa è
cambiato in Europa.
I leader europei sembrano essersi finalmente resi conto della necessità di
cambiare metodo: la costruzione della grande Europa, di tipo continentale,
non può più essere gestita da una piccola élite, attraverso un negoziato
tipicamente diplomatico, tra governi, a porte chiuse. Sono troppe le
aspettative sollevate dall’Europa per non dare vita – nel momento in cui si
avvia la storica unificazione di un continente rimasto diviso da un mezzo
secolo di guerra fredda – ad un nuovo processo, più aperto, più trasparente
e più democratico. Un processo che stimoli finalmente un ampio dibattito
pubblico su quale tipo di Europa vogliamo, per raggiungere quali obiettivi e
con quali strumenti politici ed istituzionali. Non si tratta di complesse
questioni di ingegneria istituzionale. Si tratta di questioni altamente
politiche. Dopo mezzo secolo d’integrazione economica che – per vari motivi,
legati soprattutto al contesto internazionale – ha perseguito alcuni
obiettivi politici solo in modo indiretto e non dichiarato, è arrivato il
momento di abbandonare le “ambiguità costruttive” del passato e di
affrontare apertamente la “questione europea”. Per questo, era necessario
preparare il prossimo appuntamento istituzionale attraverso un metodo nuovo,
quello appunto della Convenzione.
Ma il metodo non garantisce di per sé il risultato. Si tratterà di vedere,
nel corso dei lavori della Convenzione e al momento dell’inizio dei lavori
della nuova Conferenza intergovernativa, quale risultato i “saggi”
riusciranno ad ottenere e quanto veramente i governi vorranno basare le
decisioni finali sui lavori della Convenzione. Oggi è difficile dirlo. Il
dibattito sulle date, però, ancor prima che sui temi di fondo, è già
avviato. La Convenzione, infatti, dovrebbe terminare i suoi lavori nel marzo
del 2003, ma non è da escludere che si prolunghi sino all’estate del 2003,
mentre la data della nuova Conferenza intergovernativa è ancora da fissare,
e dipende da alcune variabili. La prima variabile concerne i lavori della
Convenzione: come saranno organizzati? Quali opzioni verranno presentate ai
capi di stato e di governo? Quale sarà il grado di operatività e il margine
di manovra reale che verrà lasciato alla Conferenza intergovernativa? Forse,
infatti, il Consiglio europeo di Laeken non ha valutato appieno tutte le
conseguenze che potrebbero derivare dalla Convenzione. Nel corso dei lavori,
alcuni governi potrebbero cercare di “raddrizzare il tiro” e di pervenire a
conclusioni tanto ampie da lasciare una piena discrezionalità alla
Conferenza intergovernativa. Forse invece, il movimento creato dalle
elezioni attorno alla Convenzione sarà tale che questa potrà giungere a
delle opzioni operative, tali da permettere una Conferenza intergovernativa
breve, efficace e decisiva.
La seconda variabile concerne il tempo che dovrà intercorrere dalla fine
della Convenzione all’inizio della Conferenza. Se prevalesse la tesi che
vuole che la Conferenza termini i lavori in tempo per le elezioni europee
del giugno 2004, la nuova Conferenza dovrebbe aprirsi nel 2003. Dato che
aprile e maggio 2004 saranno mesi di campagna elettorale, essa dovrebbe
terminare nel dicembre del 2003 (sotto presidenza italiana: “Da Roma 1957 a
Roma 2003”) o, al più tardi, all’inizio di marzo 2004. Se invece prevalesse
la tesi per cui sarebbe necessario un ampio dibattito nazionale tra la fine
dei lavori della Convenzione e l’inizio della nuova Conferenza, allora la
nuova Conferenza dovrebbe aprirsi nel 2004 o, al più presto, alla fine del
2003. Inoltre, le date della revisione istituzionale e quelle del processo
di allargamento si sovrappongono. Bisogna quindi chiedersi come organizzare
la partecipazione dei paesi candidati alla riforma dei trattati. Come, già
ricordato, questi parteciperanno ai lavori della Convenzione, in qualità di
osservatori. Quid invece della loro partecipazione alla Conferenza
intergovernativa?
Va considerato infatti che i risultati della Conferenza dovranno venire
ratificati anche dai nuovi membri. Sarebbe, quindi, molto rischioso
escluderli dai lavori della Conferenza. Inoltre, la Conferenza potrebbe
aprirsi con i processi di ratifica relativi alle nuove adesioni dei paesi
candidati ancora in corso, ma questi potrebbero concludersi prima della fine
della Conferenza. In tal caso, i nuovi membri dell’Unione che hanno già
ratificato l’adesione diventerebbero membri a pieno titolo della Conferenza
intergovernativa. D’altra parte, un negoziato a 18, 20 o 25 Stati diverrebbe
estremamente complesso e i risultati ancor più incerti. Al di là del
possibile ingorgo istituzionale, vanno considerate le difficili questioni di
fondo che la Convenzione dovrà trattare. Si dovranno infatti cercare nuove
vie per garantire una nuova legittimità e una nuova leadership nell’Unione
di domani, che nel momento in cui si allarga dovrà anche avviare un
importate processo di decentramento interno, concentrandosi sulle missioni
fondamentali, per completare e rafforzare l’azione degli Stati e assumere
pienamente le sue responsabilità di potenza regionale e attore globale.
In particolare, la ricerca di una legittimità europea dovrà essere al centro
dei lavori della Convenzione. Il sistema politico europeo dovrà trasformarsi
e divenire più conforme ai valori fondamentali ai quali i trattati
comunitari si riferiscono: i diritti e le libertà fondamentali, sanciti
nella Carta dell’Unione, il principio democratico e maggioritario, la
cittadinanza, la solidarietà e la responsabilità politica, l’accountability,
delle istituzioni europee. Attraverso una nuova legittimità, sarà possibile
avviare un processo di “politicizzazione” del sistema che dovrebbe anche
permettere d’identificare una nuova leadership esecutiva, sviluppare nuove
sinergie, soprattutto tra Consiglio e Commissione, e ripensare i rapporti
tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali, superando una volta per tutte
le reciproche diffidenze. L’Unione allargata avrà infatti bisogno di essere
un’Unione più efficace, soprattutto per quanto concerne l’esercizio del
potere esecutivo e la ripartizione delle competenze tra livello comunitario
e livello nazionale e locale, e più democratica, attraverso un rafforzamento
dei poteri di orientamento e di controllo del Parlamento europeo e dei
parlamenti nazionali. Un tale processo comporta anche una grande
trasformazione di società. Ed è perciò fondamentale che la riforma
dell’Europa diventi una questione di società, che sia dibattuta, a viso
aperto, senza pregiudizi o posizioni preconcette. Solo così, con un’ampia
partecipazione dei cittadini, il processo europeo potrà solidamente
avanzare: sarebbe molto pericoloso, infatti, se un giorno i leader europei
si voltassero e si accorgessero di essere soli sul cammino europeo.
(c) Ideazione.com (2006)
Home Page
Rivista |
In edicola |
Arretrati
|
Editoriali
|
Feuileton
| La
biblioteca di Babele |
Ideazione Daily
Emporion |
Ultimo numero |
Arretrati
Fondazione |
Home Page |
Osservatorio sul Mezzogiorno |
Osservatorio sull'Energia |
Convegni
|
Libri
Network |
Italiano
|
Internazionale
Redazione |
Chi siamo |
Contatti
|
Abbonamenti|
L'archivio di Ideazione.com 2001-2006