APPELLO ALLA BICAMERALE

I sottoscritti, uomini di idee, fedi, propensioni politiche diverse, si rivolgono a tutti i componenti la Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, affinché ispirino il loro operato all'esigenza di riforma delle istituzioni che è stata a più riprese richiesta dall'inequivocabile espressione della volontà popolare con i referendum del 1991 e, soprattutto, del 18 aprile 1993. Si appellano alle loro coscienze e alla loro responsabilità di rappresentanti della Nazione affinché non si prestino a ridurre un'occasione, forse irripetibile per rinnovare radicalmente le istituzioni della Repubblica, a una restaurazione e controriforma, che renderebbero incolmabile il fossato tra la politica ufficiale e il Paese reale, e chiedono che:

1. Pur nell'articolazione del dibattito e nella diversità delle proposte che si confronteranno, vengano tenuti fermi e non stravolti quei princìpi generali che possano garantire l'effettivo e significativo rinnovamento delle nostre istituzioni.

2. La proposta di riforma comporti una profonda trasformazione della tradizione parlamentaristica e non risulti una mera razionalizzazione della forma di governo vigente. Chiedono, in particolare, che il nuovo sistema sia fondato sulla centralità politica e sull'autonomia del potere esecutivo e che, nello stesso tempo, si diano al Parlamento strumenti e mezzi per svolgere un effettivo controllo sull'operato del governo.

3. Il titolare dell'indirizzo politico sia legittimato dall'elezione diretta a suffragio universale e, pertanto, sottratto ai condizionamenti partitici e assembleari. Tale previsione attenuerebbe i rischi di una nuova partitocrazia e valorizzerebbe il principio della sovranità popolare all'interno della Costituzione.

4. Si realizzi integralmente un sistema elettorale maggioritario e uninominale, inscindibile da qualsiasi innovazione istituzionale fondata sulla centralità dell'esecutivo. Tale necessaria connessione tra riforma della Costituzione e riforma della legge elettorale non può essere elusa attraverso l'argomento dell'incompetenza della Commissione sulla materia elettorale.

5. La definizione di un nuovo rapporto fra legislativo ed esecutivo porti a una legislazione ordinata, snella e limitata ai settori nei quali lo strumento legislativo appaia veramente indispensabile, in modo da rendere immediatamente percepibili le responsabilità del governo e del Parlamento nell'ambito delle rispettive competenze. Dovrà essere sempre possibile conoscere agevolmente il contenuto dei precetti normativi, i quali dovranno in ogni caso avere carattere di ragionevolezza, senso comune e fattibilità.

6. La certezza del diritto e le garanzie individuali del cittadino siano i princìpi sui quali fondare la riforma costituzionale dell'ordine giudiziario, riequilibrando le prerogative di difesa e pubblica accusa, oggi sbilanciate a favore di quest'ultima: la definizione costituzionale dei differenti poteri e dei loro limiti faccia cessare l'azione di supplenza svolta dalla magistratura negli ultimi anni.

7. L'organizzazione dello Stato su base federale non porti a trascurare le materie che, in ogni caso, devono restare competenza dello Stato centrale (politica estera, giustizia, difesa, ordine pubblico); non venga compromessa l'autonomia dei Comuni e siano tenute nel debito conto le forme di raccordo e di integrazione della Nazione unitariamente considerata con le istituzioni sovranazionali.

8. La proposta di riforma attribuisca effettiva autonomia e prestigio a quelle istituzioni di garanzia, che dovranno costituire il cosiddetto "potere neutro", indispensabili al corretto funzionamento di un sistema fondato sul principio maggioritario e che oggi troppo spesso sono avvertite dal cittadino come istituzioni di parte, non sufficientemente distaccate da interessi politici contingenti.

9. Siano realizzati istituti di autentica democrazia politica, prevedendo un finanziamento diretto e non pubblico dei partiti, statuendo le garanzie degli iscritti nei confronti dei partiti e il diritto di accesso dei cittadini alla scelta delle candidature elettorali; sia regolata, legittimata, e perciò resa trasparente, l'attività dei gruppi di interesse.

10. Gli strumenti di democrazia diretta siano rafforzati; siano estese le possibilità dei cittadini di pronunciarsi con efficacia su questioni rilevanti di carattere nazionale, regionale e locale.

Dario ANTISERI, Giuseppe ARE, Roberto BALZANI, Beniamino CARAVITA, Achille CHIAPPETTI, Dino COFRANCESCO, Piero CRAVERI, Raimondo CUBEDDU, Francesco FORTE, Vittorio FROSINI, Lorenzo INFANTINO, Emma MARCEGAGLIA, Vittorio MATHIEU, Nicola MATTEUCCI, Domenico MENNITTI, Giovanni MOTZO, Roberto NANIA, Francesco PERFETTI, Angelo Maria PETRONI, Gaetano QUAGLIARIELLO, Domenico SETTEMBRINI, Massimo TEODORI.

Roma, 21 febbraio 1997


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1997