Una Rete di opinioni pubbliche
di Davide Bennato
da Ideazione, settembre–ottobre 2005

Non si dà opinione pubblica senza mezzi di comunicazione. Opinione pubblica e media hanno una storia che li accomuna da sempre, dalla Rivoluzione Francese alle manifestazioni anti-G8. Lo strumento classico per la costruzione e la rappresentazione dell’opinione pubblica è stata la stampa, l’unica in grado di creare uno spazio di discussione in cui si sono composte le forme della rappresentazione pubblica. La stampa, nell’era della comunicazione audiovisiva, ha via via assunto il ruolo di uno strumento più articolato per la costruzione di un’opinione informata. Lo spazio della scrittura, territorio del sapere dominato dalla stampa, si presta meglio di altri mezzi alla riflessione e al dibattito pubblico nel rispetto delle regole di una democrazia liberale. Ma oggi le cose sono radicalmente cambiate. La stampa non è più l’unica depositaria della scrittura come strumento di comunicazione e di riflessione. Un altro mondo ha ormai preso piede: si chiama Internet. Multimedialità e interattività nascondono la vera anima della Rete, il suo essere strumento per la diffusione delle idee attraverso la scrittura. Internet è uno spazio in cui la capacità che conta non è quella tecnologica, ma quella di leggere e – per chi vuole – di scrivere.

Nel rompere secoli di potere della stampa e delle sue istituzioni (giornali, scrittori, critici), Internet ha dato voce a una nuova tipologia di soggetti chiamati popolo della Rete, in assenza di una etichetta migliore. Internet: nuovo medium e nuovi soggetti. Era solo questione di tempo che fra le varie istituzioni legate alla stampa, entrasse in crisi anche il concetto di opinione pubblica. Ma cos’è oggi l’opinione pubblica? Un risposta sensata è che non si può più parlare di opinione pubblica, ma di opinioni pubbliche. La svolta è tutt’altro che terminologica. Internet mette a disposizione del cittadino che desidera farsi un’idea o che ha semplicemente voglia di esprimersi, una serie di strumenti che forse non hanno – non ancora almeno – lo stesso potere degli strumenti tradizionali, ma che hanno qualcosa in più: la possibilità data a chiunque di dire la propria. Sono strumenti per la libertà di espressione. Tradizionalmente l’opinione pubblica veniva declinata al singolare per un motivo molto semplice: pochi erano i mezzi in grado di rappresentare valori e idee degli individui. I quotidiani si sono sviluppati in questo senso: strumenti di rappresentazione di una ben definita identità sociale e quindi di una specifica concezione politica.

Emblematico da questo punto di vista l’effetto della spirale del silenzio identificato dalla sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann in un suo omonimo saggio degli anni ’80. Secondo questo studio, i media tendono a sovrarappresentare le opinioni più diffuse, sotto-dimensionando quelle minoritarie. In questo modo, se gli individui percepiscono la propria opinione come socialmente condivisa sono ben disposti a esprimerla, altrimenti tendono a tacere. L’effetto spirale è che tanto meno un’opinione viene rappresentata dai media, tanto meno sarà pubblicamente sostenuta dalle persone che la condividono, fino quasi a scomparire del tutto dal dibattito politico. La spirale del silenzio è figlia di un meccanismo di costruzione dell’opinione pubblica in cui le fonti attraverso cui diffondere idee e valori sono scarse (testate giornalistiche, dibattiti televisivi eccetera). La situazione cambia radicalmente con i new media. Blog, siti personali, newsgroup, webforum: tutti questi sono strumenti in grado di aumentare notevolmente le opinioni rappresentate, magari non con la stessa forza dei media tradizionali, ma sicuramente incrementando il numero di idee in circolazione.

Blog: componenti tecnologiche

Le forme che l’opinione pubblica assume in Internet sono notevolmente diverse a seconda del canale comunicativo scelto per veicolarle. Spesso queste diverse caratteristiche dipendono da due variabili chiavi. Da un lato la componente tecnologica, ovvero le caratteristiche tecniche dello strumento adottato. Dall’altro la componente sociale, cioè quelle regole non scritte che guidano il comportamento dell’utente in Internet e che prendono il nome di netiquette. A questo principio generale non sfuggono i blog. Dal punto di vista tecnologico, i blog implementano tutta una serie di soluzioni che li rendono semplici, veloci, accessibili e simmetrici. La semplicità è il punto di forza dei blog. Essi infatti richiedono una competenza tecnologica molto simile a quella che serve per consultare la posta elettronica on line. Infatti basta avere uno username e una password per costruire il proprio blog attraverso le cosiddette piattaforme per il blogging. I puristi della progettazione di siti non vedono i blog di buon occhio in quanto troppo semplici e dal design rozzo.

Ma i blog non sono uno strumento editoriale in senso stretto, bensì uno strumento per la diffusione di contenuti. E’ come criticare i samizdat per la loro bassa qualità editoriale, dimenticando che sono stati straordinari strumenti per la formazione di un pensiero critico in barba alla censura sovietica degli anni ’60 e ’70. La velocità è una proprietà figlia della semplicità. In quanto semplici, i blog si trasformano in strumenti molto utili per dare informazioni tempestive e commentare notizie scovate in Rete praticamente in tempo reale. Vera chiave di volta dei blog sono i post. I post sono il contenuto di un blog, di solito lungo poche righe, che può assumere diverse forme (segnalazioni, commenti, analisi) tutte accomunate da una forte personalizzazione delle opinioni del blogger (l’autore del blog). In questo senso la velocità può essere considerata come un fattore tecnologico che funge da moltiplicatore delle idee che circolano in Rete. L’accessibilità è pure molto importante.

L’accessibilità non è solo la possibilità di costruire un blog (e aggiornarlo) in tempi rapidi, ma è anche la capacità di poter fruire del contenuto dei blog attraverso modi diversi. Come tenere sotto controllo decine di blog che hanno cicli di aggiornamento assolutamente non periodici? Si usa un feedreader, ovvero un software che consente di leggere il contenuto di un blog scaricando direttamente i post sul computer di casa. In questo modo sarà più facile decidere su cosa concentrare l’attenzione, senza mediazioni e senza filtri. L’ultima proprietà del blog inteso come strumento di discussione, è la sua simmetricità, ovvero la possibilità data ai lettori del blog di commentare ogni singolo post. Costruire un’opinione richiede un confronto con le idee altrui. I blog semplificano enormemente questa necessità: non è solo tecnologia, è una proprietà liberale.

Blog: componenti sociali

La netiquette dei blog rafforza le caratteristiche tecnologiche e migliora le capacità che questi strumenti hanno di costruire legami sociali che sono alla base delle opinioni pubbliche della Rete. Blogrolling, blogstar, retorica dei link, sono le parole chiave che definiscono gli effetti sociali dei blog intesi come strumenti per l’opinione pubblica, e indicano anche i processi che li rendono uno strumento straordinario per la circolazione delle opinioni. Blogrolling indica la pratica con cui un blogger tra i propri link preferiti presenti sul proprio blog, cita altri blog con i quali ha scambi costanti per amicizia o perché ne condivide i punti di vista. La pratica del blogrolling è interessante in quanto permette alla blogosfera – l’universo dei blogger – di essere sì un mondo chiuso autoreferenziale ma ricco di scambi comunicativi e relazioni sociali. Il blogrolling porta alle estreme conseguenze quello che viene chiamato il fenomeno del piccolo mondo. Questo effetto è stato identificato nel 1967 dagli studi dello psicologo Stanley Milgram, che grazie ad una serie di esperimenti pubblicati sulla rivista Psychology Today, scoprì che le persone sono tutte collegate fra loro da una media di circa sei contatti sociali, detti sei gradi di separazione. La conseguenza sulla blogosfera è che, grazie alle opportunità tecnologiche e sociali permesse dalla Rete, è piuttosto facile creare un movimento di opinione che si diffonda rapidamente e che trovi persone pronte a condividere la causa.

La blogstar non è altro che il blogger influente che viene utilizzato come fonte o come punto di riferimento dalla comunità per via delle sue competenze o per l’accuratezza delle sue opinioni. La blogstar rappresenta quella che possiamo chiamare l’evoluzione dell’opinion leader. Ma cos’è l’opinion leader? Nella famosissima ricerca The People’s Choice, sulle presidenziali Usa del 1940, il sociologo Paul Lazarsfeld e il suo gruppo scoprirono che i media esercitano la propria influenza sulle persone non in maniera diretta, ma in maniera indiretta. Esistono cioè delle persone particolarmente esposte ai media che svolgono il ruolo di leader d’opinione esercitando la propria influenza sulla rete dei propri legami sociali. Questo modello chiamato flusso di comunicazione a due fasi, è alla base dell’influenza delle blogstar sui propri lettori. La nascita di una nuova generazione di opinion leader è ormai talmente evidente che una multinazionale delle relazioni pubbliche come Burson-Marsteller ha realizzato una serie di ricerche su una nuova classe di leader d’opinione, gli e-fluentials, ovvero coloro che esercitano la propria leadership tramite strumenti come i blog.

Retorica dei link è il termine che indica le modalità di costruzione dei post, ovvero poche righe di testo molto ricche di link per approfondire, controllare, verificare le informazioni sui cui il blogger dà la propria opinione. Costruire i post in questo modo, permette al blogger di concentrarsi solo sulle proprie idee senza dover riportare fonti, articoli e quant’altro. Non solo, permettendo la verifica delle fonti, spesso il lettore del post analizza a sua volta lo spunto e su quella base inizia un dialogo con il blogger, contribuendo così al dibattito. E’ la discussione la vera forza della blogosfera. I blog non sono interessanti se presi nella loro individualità, ma solo se considerati parte di una realtà più ampia e diffusa. Una opinione è una opinione, due opinioni sono due opinioni, ma cento opinioni sono un dibattito. Come sostiene David Weinberger, padre della blogosfera Usa, la forza dei blog è quella di essere una big conversation, un luogo dove ciò che è veramente importante è la capacità di saper ascoltare le opinioni degli altri. Costruendo le proprie idee.

Le opinioni pubbliche italiane

Anche in Italia i blog sono diventati uno strumento per la costruzione di un dibattito pubblico che non sempre si riconosce nelle opinioni veicolate dalla carta stampata oppure che esprime l’esigenza di diffondere idee che spesso passano in secondo piano o che non hanno la giusta visibilità nei media tradizionali. I casi sono tanti, ci limiteremo a indicare i due più recenti e più interessanti. Il file sharing – scaricare e condividere tramite Internet contenuti multimediali protetti da copyright – qualche tempo fa è stato protagonista di un movimento di opinione nato fra i blogger che esprimeva il proprio dissenso contro il decreto Urbani. Secondo questo decreto eponimo dell’ex ministro alla Cultura Giuliano Urbani, coloro i quali avessero usato tecnologie per il file sharing avrebbero – tra l’altro – rischiato pene fino a quattro anni di reclusione. Questo modo repressivo di affrontare la questione ha incontrato la dura opposizione di alcuni blogger che hanno intrapreso una campagna volta alla sensibilizzazione della blogosfera.

Quella che possiamo chiamare resistenza digitale al decreto Urbani è nata in maniera piuttosto spontanea all’indomani della pubblicazione dei contenuti del decreto in questione. In alcuni casi sono nati blog e siti con lo specifico scopo di documentare e diffondere le azioni dei vari blogger. E’ il caso di Urbani War Blog   che ha chiuso le attività lo scorso 8 giugno considerando svolto il proprio compito, mentre il sito Nourbani non solo continua la sua attività, ma dà voce a tutte le iniziative anti-decreto, prendendo le distanze dalle attività che non condivide. Punto di riferimento della comunità blogger per questa campagna, è senza dubbio il senatore dei verdi Fiorello Cortiana, che tramite il suo sito   ha contribuito a creare uno spazio aperto per tutti coloro che sono interessati a discutere le conseguenze del decreto. Le azioni di resistenza – coordinate da una rete di blog e siti – hanno dato origine a particolari azioni dimostrative come il netstrike – intasare un sito web tramite il collegamento contemporaneo di centinaia di utenti – del maggio dello scorso anno.

Molto interessante l’esperimento del giornalista (e blogger) Beppe Caravita, il quale ha documentato la manifestazione svoltasi a Roma il maggio dello scorso anno tramite un moblogging, ovvero foto scattate sul cellulare e spedite via web su un blog esclusivamente di foto. E’ interessante notare che mentre le manifestazioni pubbliche contro il decreto legge si sono svolte decisamente sottotono, ben più dura e decisa è stata l’opposizione espressa dai commenti e dalle iniziative della blogosfera italiana. Un altro caso che sicuramente ha trovato risalto nei media tradizionali, ma che è stato affrontato in modo completamente diverso dagli internauti italiani, è quello relativo ai referendum sulla procreazione assistita del 12 e 13 giugno scorso. Dal sito dell’associazione Luca Coscioni, è partita una campagna di sensibilizzazione, definita da alcuni “virale” per via delle strategie di diffusione delle informazioni simili alla propagazione di un contagio, il cui scopo è stato quella di diffondere le ragioni del sì. Diversi gli strumenti usati: piattaforme per la creazione di comunità on line, materiali distribuiti usando licenze libere, una fittissima rete di blogger. L’opposizione al referendum non è rimasta in silenzio.

Anche in questo caso l’abbondanza degli strumenti legittima la metafora del “contagio delle idee”. Il sito di Scienza e Vita ha messo a disposizione vario materiale per sostenere le ragioni del no: banner, volantini, dossier scientifici. Anche il quotidiano cattolico Avvenire ha raccolto tutta una serie di risorse Internet – dai blog ai siti amatoriali – per diffondere le opinioni a sostegno del no. Questi casi evidentemente non esauriscono il gran numero di discussioni che i blogger attuano sistematicamente sulla realtà circostante. Paradossalmente potremmo dire che sta progressivamente creandosi una specie di informazione parallela. Da una parte l’Italia dei quotidiani, dall’altra l’Italia dei blogger. Con un falso dualismo possiamo dire che la stampa è portatrice di poche opinioni accreditate, mentre i blog sono portatori di tantissime opinioni, tutte da accreditare. Bisogna chiedersi non tanto a chi dare ascolto, ma chi legittima cosa e perché. Forse è arrivato il momento di leggere i giornali tenendo il computer acceso. E viceversa.

25 ottobre 2005

Davide Bennato, docente di Sociologia delle comunicazioni di massa all’Università La Sapienza di Roma. Titolare del blog Tecnoetica.

stampa l'articolo


I blog di Ideazione

The Right Nation
Walking Class
1972
Le guerre civili
I love America
Regime Change
Krillix
Mattinale
JimMomo



Network
italiano


















Network
internazionale